di Giuliano Orlando
E’ bello tornare a casa col medagliere ricolmo di medaglie come è accaduto all’Italia delle scuole. Ovvero ai ragazzi di 13 e 14 anni, al primo esame agonistico europeo. Tanto più se i trofei li hanno vinti atleti sulla carta decisamente più inesperti della concorrenza. Merito di tecnici che appaiono meno dei dirigenti nelle foto di gruppo, ma lavorano senza sosta per plasmare i campioncini del futuro. Impresa sempre più difficile, visto che il calendario agonistico non è certo un inno all’attività interna e fuori confine. Conclusi gli europei Schoolboy-girl a Tbilisi, la capitale della Georgia, per i maschi la 17° edizione, la seconda per le “scolare”. Il fatto più clamoroso è stato l’assenza forzata della Russia, da sempre dominatrice e che probabilmente non si sarebbe smentita neppure questa volta. Problemi col visto di alcuni atleti hanno determinato la decisione di non prendere parte alla rassegna. Impensabile, ma per certi versi positiva, allargando in tal modo il vertice, normalmente precluso a molte nazioni solitamente out ai piedi del podio. A Tbilisi, 15 tra i maschi e 11 tra le femmine, hanno ottenuto il premio della medaglia. Come era nei pronostici Georgia, Ucraina e Inghilterra hanno centrato la percentuale maggiore tra in ragazzi, mentre tra le ragazze, l’Inghilterra e l’Ucraina, oltre all’Italia, si sono issate in vetta, lasciando dietro l’Irlanda da sempre protagonista. La formazione azzurra torna a casa con un bottino record: tre ori e tre bronzi femminili, un oro, un argento e un bronzo per i maschi. Che l’assenza della Russia abbia determinato una situazione inedita è assodato, che l’Italia sia stata la sorpresa di vertice è altrettanto vero. Alla partenza erano 30 i paesi tra i maschi e 18 tra le femmine. Nel computo generale Eccezionale l’Italia maschile è tra le otto che hanno raccolto un oro tra i maschi e addirittura seconda tra le ragazze, preceduta solo dall’Inghilterra, davanti a Ucraina, Irlanda, Ungheria, Turchia e Georgia, che ha vinto moltissimo tra gli uomini (7 ori), grazie a giurie decisamente troppo compiacenti, mentre Ucraina e Inghilterra (4 testa) con formazioni fortissime ed elementi che potrebbero primeggiare non solo tra gli jr. ma pure tra gli youth, hanno qualche giustificato rimpianto. La squadra italiana, lo abbiamo scritto alla presentazione dell’evento, da sempre parte con l’handicap della scarsa esperienza, in certi casi abissale. Aver portato a medaglia ben 9 atleti, la cui media è sotto i 6-8 match, ha quasi del miracoloso. Le nazioni concorrenti si presentano con medie che sfiorano i 30-40 incontri e Inghilterra, Ucraina, Irlanda e Georgia ne hanno ancora di più. Eppure tutti e tutte, hanno lottato quasi sempre alla pari. Giulio Coletta con la collaborazione dei tecnici Francesco Stifani e Carmelo Mammana tra i maschietti, Valeria Calabrese con Gianfranco Rosi per le ragazze, si sono impegnati in un lavoro infaticabile e oscuro non sempre riconosciuto nella giusta misura, bravissimi a dare a questi giovani di 13 e 14 anni, le giuste motivazioni oltre a progressi tecnici sorprendenti. In particolare le ragazze. A parte i bronzi della Broccio, Ferraris e Lambro, ottimi sotto ogni aspetto, le imprese di Maria Sannino (51), Luisa Acconcia (57) e di Valentina Marra (60) giunte all’oro con un quarto di incontri nei confronti delle avversarie di finale hanno del miracoloso. A parte la spintarella data alla marchigiana Marra contro l’inglese Briggs, che ci può stare, bilanciando l’ingiusta eliminazione nei 48 kg. della padovana Ginevra Benetazzo, altro talento in erba, contro l’ucraina Telpis, il resto è strameritato. Entusiasma la crescita di Luisa Acconcia, casertana di Marcianise, allieva delle FFOO, con soli 6 incontri all’attivo, capace di imporre ritmo e personalità sulla turca Yamac, sull’irlandese King e in finale sulla favorita ucraina Filippova, battendola proprio sullo scambio. Rivale che possedevano esperienza maggiore della campana. La carabiniera Sannino, presente agli europei 2018, ha imposto personalità e tasso tecnico impressionante nei tre match disputati, migliorando ad ogni esame. Dopo la magiara Csorba, ha messo in crisi la favorita ucraina Kramarenko, bronzo uscente e in finale ha giocato con l’irlandese Dunne, che ha rischiato di perdere prima del limite. Che dire? Brave, bravissime tutte e il giusto orgoglio di Valeria Calabrese, col supporto silenzioso ma prezioso di Gianfranco Rosi, che ha saputo trasformare a tempo di record le pulcine in tigrotte, oltre a grande personalità. Non meno prezioso anche il salto di qualità dei ragazzi. L’oro di Tiziano Guglieman (62 kg.), allievo della Versus Boxe di Fabio Carice è opera di pazienza e tenacia. Il laziale, nel 2018 a 13 anni tra i 59 kg., ha fatto utile esperienza ad Albena in Bulgaria, vincendo un match e perdendo dal pugile locale nei quarti. Un anno dopo ha dato lezione di tecnica, imponendosi nei tre match disputati senza ombra di dubbio. Un longilineo attento e tempista, il migliore della categoria. Sia contro il romeno Gavril, l’ucraino Naumov e in finale l’irlandese McCarthi ha sempre imposto la sua personalità pugilistica. L’argento di Davide Fiore, giunto a Tbilisi con 12 match e 7 vittorie, è un altro capolavoro. Per lui ben quattro match. Batte il moldovo Popov e l’azero Kazimov, poi il bielorusso Afanasyeu in semifinale destando ottima impressione. Per l’oro trova l’inglese Connors, oltre 60 incontri all’attivo, uno youth truccato da schoolboy per l’esperienza internazionale. Nessuna recriminazione sul verdetto (4-1) ma solo la considerazione che i cinque giudici hanno assegnato il terzo round a Fiore, che ha imposto la sua boxe sul tempo, mentre nei primi due round, sia pure d’una sfumatura l’inglese col mestiere e le tenute si è fatto preferire da quattro esaminatori su cinque. Bastava metà esperienza dell’inglese per capovolgere il verdetto. Danilo Mastrorillo (56) non godeva di grande credito, visto lo score: 11+2=8- negativo. Invece il pugliese sorprendeva subito superando il serbo Pizurica e poi il più quotato turco Gunduz, mentre l’ucraino Cheldykur, che poi vincerà l’oro, era un ostacolo troppo esperto e più forte. L’ucraino non è un fenomeno, ma sembra un diciottenne e impone a tutti gli avversari questa superiorità muscolare. Quando troverà rivali della sua forza difficilmente emergerà come fa adesso. D’Ascari (41,5), Pascazio (43), Coletta (46) e Di Luggo (50) hanno dato quanto la loro quotazione lasciava prevedere. Mattia Spinelli (48) non è certo stato fortunato. Dopo la vittoria sul serbo Doveden, incrocia il georgiano Eremeishvili, che giungerà all’oro senza eccessiva fatica. Il bilancio maschile premia come prevedibile la Georgia che ha utilizzato valore e ambiente, conquistando 7 ori, tre argenti e 2 bronzi, un bilancio alla russa, seguito dall’Ucraina (4-4-6),che ha portato una formazione che potrebbe primeggiare anche tra gli jr. tanto erano forti. Quattro ori anche per l’Inghilterra, con 1 argento e 3 bronzi, con giovani di lunga esperienza, mentre Armenia e Irlanda giunte in semifinale con 9 e 7 atleti, hanno ceduto in finale raccogliendo un solo oro a testa, come l’Italia, la Scozia e l’Azerbajan. All’asciutto di ori, Bielorussia, Romania,Turchia, Ungheria, Croazia e Polonia, che non sono nazioni comprimarie. Nel settore femminile, dietro Inghilterra (5-1-0), Italia (3-0-3) e Ucraina (2-5-4), Irlanda (1-4-6), Ungheria (1-0-4) e l’inedita Cipro con un oro. Su podi inferiori Turchia, Moldovia, Kosovo e Lituania.