di Alfredo Bruno

Immagine1Non sono passati molti mesi dalla scomparsa di Nicolangelo Favia ed ecco un altro lutto rattristare il mondo del pugilato laziale e quello sportivo, pochi giorni or sono è venuto a mancare Fernando Pica, 88 anni, arbitro benemerito. Iscritto all’Associazione Italiana Arbitri da 60 anni, aveva ricevuto proprio quest’anno un riconoscimento. Nel mondo del pugilato l’arbitro-giudice Fernando Pica svolse la sua attività dalla seconda metà degli anni ’50 per proseguire negli anni ’60 e ’70. In quell’epoca stava in buona compagnia e ancora oggi ricordiamo quei signori in camicia bianca e farfalla come “mostri sacri”, personaggi irraggiungibili, personaggi che conoscevano la materia come nessun altro.

Il mondo ce li invidiava. Elencare le situazioni in cui i nostri arbitri hanno dovuto trovare la soluzione per ogni inconveniente nella frazione di secondo è impossibile. Ce le raccontano loro dopo parecchi anni in una sorta di nostalgico amarcord e allora capiamo la loro grandezza, la loro bravura e soprattutto la loro umanità.
Fernando Pica lo ricordiamo tra i protagonisti del boom romano quando negli anni ’60 la boxe raggiunse il suo massimo splendore: merito dei pugili, degli organizzatori ma anche degli arbitri, che dovevano avere una particolare preparazione e una speciale bravura che logicamente variava da soggetto a soggetto. Pica era in quell’elenco e noi nel nostro piccolo lo ricordiamo dirigere con sicurezza un Benvenuti-Fullmer nel ’66.
Fernando Pica aveva anche doti organizzative e manageriali, per tanti anni è stato segretario del CRA, dove tutti ebbero modo di apprezzare la sua serietà e professionalità. Curava molto il settore giovanile di tutti gli sport. Io ebbi il piacere di conoscerlo qualche anno fa durante una riunione di pugilato. Mi si avvicinò e si presentò, rimase piacevolmente sorpreso che lo conoscessi. Parlammo di vecchi ricordi del nostro amato sport. Lui in quel periodo aveva un incarico per il CUSI (Sport Universitario) e voleva studiare insieme a me il modo di pubblicizzare di più il fatto che la boxe fosse entrata nei Campionati Universitari. Ci lasciammo i relativi telefoni con la promessa di rivederci…ma non è stato così, perché il suo romanzo legato allo sport si avvicinava all’epilogo.

Di Alfredo

Un pensiero su “La boxe in lutto per la scomparsa di Fernando Pica”
  1. Gentile Sig. Bruno,
    Un ringraziamento veramente sentito da parte mia per il commovente ricordo di mio padre Fernando. Una eccellente sintesi della sua carriera arbitrale, ma mi permetta garbatamente di ricordare che gli inizi risalgono agli anni ’40. Mio padre usava ricordare un turbolento match Nuvoloni-Rocci da lui diretto in quel di Terracina e salito agli onori della cronaca dell’epoca, ma per la verità potrebbe invece essere il Cerasani-Dante Venturi del 20 ottobre 1949. Io sono nato due mesi dopo, perciò non lo posso confermare…ma confermo senza dubbio il mio precoce interesse per la boxe (negli anni ’50 attendevo ansiosamente il giovedì per leggere avidamente la copia settimanale di Boxe Ring!). Ricordo con molta nostalgia, come Lei, i gloriosi anni ’60, nei quali ho avuto il piacere di conoscere grandi campioni (Loi, Clay…) e grandi personaggi (in primis i mitici Rea e Poggi, i procuratori e gli arbitri dell’epoca), oltre alle mie non rare presenze a bordo ring a Roma e dintorni.
    Ci sarà la possibilità di ricordare mio padre con qualche evento celebrativo? Lo spero, e vorrei essere presente.
    Rinnovo un ringraziamento di cuore, con i miei migliori saluti.

    Massimo Pica
    massimo.pica@libero.it
    3393707460

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