Per scrivere di te ci vorrebbe un libro. Hai regalato al pugilato italiano pagine importanti. In pochi sanno che nel 64′ eri in predicato per fare le Olimpiadi, sei passato professionista dopo 92 match da dilettante collezionando 72 vittorie. In pochi sanno che hai combattuto allo stadio San Siro di Milano. Noi oggi il San Siro lo conosciamo solo per una partita di pallone. In pochi sanno che hai affrontato gente come Oscar Miranda, José Luis Duran, cyclon Barth, Angelo Jacopucci, Luigi Minchillo, Germano Valsecchi, Antonio Castellini, solo per fare alcuni nomi. Hai chiuso la tua carriera da pro con 73 match. Un’altra epoca un’ epoca che vinceva chi aveva la pelle più dura, oggi ci sono pugili che all’angolo hanno il mental coach, l’allenatore, il massaggiatore, lo psicologo e “Padre Pio”!!! Tu arrivavi ai tuoi match con la borsa sulle spalle, trovavi un’ anima buona tra il pubblico che ti sciacquasse il paradenti tra una ripresa e l’altra. Fiero e onorato di avertì conosciuto mi hai seguito per quasi tutta la mia carriera e, anche se non eri con me, mi cercavi sempre. Mi ricordo quando andammo a Voghera, quel giorno affrontavo il campione regionale della Lombardia, che era un tipo esuberante e alle operazioni di peso mi dava fastidio, allora tu a voce alta: “Luca lascialo stare tanto lo metti giù”, tac terza ripresa ko, sei forte mi hai detto. Poi non una parola di più nè una di meno per tutto il viaggio, quel carattere rude io lo amavo, mi faceva stare con i piedi per terra. Mi ricordo quando ogni tanto “raccattavi” qualche ragazzo dalla strada che veniva a fare casino al tuo autolavaggio e lo portavi in palestra. Ricordo ogni cosa di te Walter che conservo nel cuore, come quella frase che hai scritto con il pennarello al Boxing Club Brandizzo.
LO SPORT È LEALTÀ, SACRIFICIO E LEZIONE DI VITA
Grazie Walter, grazie per aver incrociato i tuoi occhi di ghiaccio e di essere stato un tuo pugile, adesso sarai già lassù in mezzo tra i gladiatori ai quali insegni l’importanza del jab.