Un titolo europeo che quasi appare secondario di fronte alla denominazione di semifinale mondiale quello che ha visto di fronte i superpiuma Devis Boschiero alla sua terza difesa contro l’imbattuto  francese Guillaume Frenois. La riunione si è svolta all’ippodromo “Le Padovanelle” V.S. Breda a Ponte di Brenta ed ha vissuto lungo l’arco della giornata la sua buona suspence sul pericolo pioggia. Incredibilmente il tempo minaccioso ha retto, qualche goccia a partire dal 10 round e una lieve pioggerellina proprio alla fine quasi a salutare la vittoria del nostro campione. Non c’era solo Rai Sport 2 indiretta dalle 22,30 aseguire il match, ma anche la Francia e la Polonia, mentre in differita  il Canada e la Russia hanno avuto tale opportunità, un timbro mondiale per confermarne l’attesa. La riunione era organizzata dalla OPI 2000 di Salvatore Cherchi e dalla Boxe Piovese, in collaborazione con la Lega Pro Boxe e Leone 1947, con l’apporto prezioso dell’ Ippodromo che riapriva i battenti proprio per questa occasione.
Per certi versi il francese, al cui seguito c’era un bel numero di tifosi e giornalisti venuti da oltr’Alpe con un commentatore televisivo d’eccezione, Jean Claude Bouttier, ex campione europeo e strenuo avversario di Monzon per il mondiale, è apparso più difficile del previsto, anche se faceva testo la sua imbattibilità. Boschiero fin dai preliminari è parso caricato al massimo, consapevole dell’importanza di questo confronto che dovrebbe portarlo nell’immediato futuro alla seconda chance mondiale. Ma proprio questa sua carica, unita a un certo nervosismo, poteva diventare una spada di Damocle di fronte ad un avversario descritto privo di potenza, ma che si è rivelato invece efficace con un sinistro d’incontro che teneva un po’ tutti in ansia. L’angolo di Frenois gridava al suo pugile di non accettare la bagarre, ma questa era la strada maestra di Boschiero visto che il francese aveva messo davanti una guardia coperta, che sembrava una saracinesca impenetrabile. Oltrettutto lo sfidante dimostrava di avere buone doti di incassatore con un fisico integro, segno inequivocabile che poche volte i suoi avversari hanno trovato lo spazio per arrivare a segno. Durante il match c’erano vaghi sospetti che il lavoro al corpo di Boschiero non era del massimo gradimento e questo è stata la chiave di volta per arrivare pian piano, costruendo la casa dalle sue fondamenta, al successo finale soprattutto nelle ultime riprese in cui Frenois abbandonava la sua aria sicura con segni di preoccupazione e in qualche occasione traspariva una certa sofferenza con smorfie inequivocabili. Sul verdetto non c’erano dubbi: ad essere pignoli i 6 punti a favore (117-111)  insieme al 117-112 del terzo giudice a qualcuno potrebbe essere sembrato eccessivo, ma molti round sono finiti quasi in parità con prevalenza ora di uno ora dell’altro, dove probabilmente il nostro, che ha cercato il match e attaccato a 360°, meritava comunque di vincere. Prima del clou venivano presentati insieme al Presidente della Federazione Alberto Brasca alcune vecchie glorie come Franco De Piccoli, Giorgio Campanella, Natale Vezzoli, Franco Cherchi, quasi scortati da Orlando Fiordigiglio, che rappresenta l’attualità del nostro movimento pugilistico.

La serata si è aperta con alcuni incontri dilettantistici per lasciare lo spazio ai professionisti incominciando da Benoit Manno, che in attesa di una sospirata sfida europea se la vedeva con un collaudatore d’eccezione come il “ciociaro” Luigi Mantegna, sempre pronto per ogni chiamata, per disputare un match dignitoso. Manno è apparso fisicamente a posto e in buona forma dominando per cinque round il coraggioso avversario, riconoscendogli nella sesta e ultima ripresa l’onore delle armi con il round guadagnato in attacco. Un onore delle armi che non ha certo ottenuto il croato Marijan Markovic, che ha messo in mostra un bel repertorio di scorrettezze (prese di lotta, spinte e ginocchiate le più gettonate) di fronte a un Domenico Spada, piuttosto nero per il mancato match con l’inglese Lee, valevole per arrivare ad una nuova chance mondiale dei medi, che il nostro “Vulcano” merita. Lo show in negativo dell’esimio Markovic ha avuto la sua apoteosi con la giusta squalifica subita a 15”alla fine del secondo round. Di ben altra pasta è apparso Marko Benzon, che si è esibito in un agile scavalcamento della corda più alta per salire sul ring, un’esibizione che non ha certo smontato Cristian Sanavia, 38 ani, ex campione del mondo. Nel primo round il timore di una rapida fine al seguito di un durissimo destro al corpo, che piegava in due l’acrobata Benzon, era solo un allarme. Il Croato dopo il conteggio riprendeva il match, giocando di tanto in tanto le sue carte di fronte ad un Sanavia apparso in discreta forma e consapevole di poter dire ancora la sua in campo internazionale. Un match piacevole vinto dall’allievo di Gino Freo, anche lui grande protagonista della serata insieme con i suoi pupilli.

(Alfredo Bruno)

Foto di Marco Chiesa

Di Alfredo