di Alfredo Bruno

Vittorio Parisi è un nome conosciuto soprattutto dagli internauti. Una firma ricorrente nel mondo della boxe che gli appassionati, e i non, hanno avuto la possibilità di leggere attraverso il sito di “nonsoloboxe” per approdare a “boxeringweb. Uno stile asciutto e incisivo il suo, molto apprezzato, dove spesso aleggia la polemica e il rimprovero. Ci sono situazioni nella boxe, soprattutto a livello professionistico con la proliferazione di titoli e sigle, che trovano in lui un fiero nemico, capace di far intendere anche ai profani il lato negativo che purtroppo danneggia l’immagine della boxe.

La sorpresa per chi non lo conosce deriva dal fatto che Parisi non solo è uomo di cultura, ma nella vita è direttore d’Orchestra Lirico-Sinfonico e insegna Direzione d’Orchestra al Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi di Milano. “Due cose che fanno a cazzotti fra di loro” ama ripetere sorridendo e prosegue “la mia passione per questo sport ha una data ben precisa e si tratta dell’aprile 1967 quando Nino Benvenuti conquistò il titolo mondiale, complice anche la radiocronaca di Paolo Valenti”. Una materia che ha approfondito di anno in anno fino a far parte del Championship Panel  di The Ring Magazine, con alle spalle varie telecronache a supporto per Eurosport.

Una passione travolgente la sua: “ Avrei voluto scrivere una storia cronologica di tutta la boxe, ma sarebbe stata un’impresa impossibile, anche se vent’anni fa l’avevo cominciata ma poi posata dentro un cassetto. Allora a differenza d’oggi c’erano pochi libri sull’argomento. Oggi l’editoria sembra molto interessata al nostro sport, così ho deciso di riaprire quel cassetto senza problemi, anche perché nel frattempo ho continuato a documentarmi. Logicamente ho ridotto le mie intenzioni parlando dei due titoli più importanti, quello dei medi e dei massimi. Ho seguito queste due categorie con ordine cronologico attraverso le storie dei campioni del mondo e di quelli che avevano avuta la loro occasione”.

Il libro è intitolato “Gong !”, una parola che nel mondo della boxe sembra sottintendere molte cose. Un filo cronologico che si snoda grazie a personaggi eccezionali in varie epoche che passano dai lumi a petrolio fino a quella attuale del computer. Si comincia a pugni nudi e si arriva al responso di macchinette nella frazione di un secondo. Un romanzo della boxe che avvince anche il lettore sprovveduto, proprio come un bel film quando ti coinvolge non solo con la scenografia ma anche con un soggetto che stuzzica la tua curiosità assopita dall’uso del computer. L’Autore non nasconde la sua predilezione per la categoria dei medi non solo per la grandezza di personaggi, anche tragici, ma soprattutto per una boxe tecnica espressa da persone fisicamente più vicine alla normalità. Nei massimi c’è il fascino del ko, della grandezza e forza fisica, anche se alcuni campioni del passato di questa categoria erano degli gnomi rispetto agli attuali colossi. Parliamo di gente come Marciano e Patterson per fare dei nomi, sorta di lillipuziani in un villaggio di Gulliver. Man mano che le pagine scorrono riusciamo a capire le cose che non andavano nel passato e quelle che non vanno nel presente. Per certi versi diventiamo “giudici” e alla fine del libro lo scrittore sembra voler dire “a voi la parola”.

Il libro, uscito in questi giorni, 273 pagine, prezzo di copertina 18 euro, fa parte della Collana Arca di Noè di letteratura sportiva ed è il secondo libro della serie “Jab sinistro, gancio destro” diretta da Andrea Bacci, autore di “Quell’ultima notte a Las Vegas”. L’editore è la Bradipolibri.

 

Di Alfredo

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