di Giuliano Orlando.

BUDVA (Montenegro). Gran finale agli europei femminili giunti alla 13° edizione, sul ring del Mediterraneo Sport Center, la struttura che ospita tutti gli eventi sportivi della cittadina che si affaccia sull’Adriatico a grande vocazione turistica. Nell’occasione semifinali e finali, hanno offerto un grande spettacolo confermando l’alto tasso tecnico della manifestazione. Presente per tutta la durata dell’evento, il presidente EUBC, il dottor Ioannis Filippatos, responsabile del campionato il nostro Sasha Egorov, che sembra fatto su misura per gestire al meglio ogni grande manifestazione, con tatto ed eleganza, senza mai calcare la mano. Budva, sotto la spinta del presidente federale del Montenegro, Aleksander Klemenko, da tre stagioni ospita campionati di livello continentale e ad ogni stagione compie un salto di qualità. Nel 2020 e 2021 ha accolto gli europei maschili e femminili youth (17-18 anni), ovvero il futuro della boxe. Alcune delle protagoniste si sono presentate a questa rassegna, che offre il meglio in assoluto del continente. Alla rassegna – escluse Russia e Bielorussia, implicate nell’invasione dell’Ucraina – si sono presentate 30 nazioni: Armenia, Azerbaigian, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Inghilterra, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Kosovo, Lituania, Moldavia, Montenegro, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina e Galles, rappresentate da 154 atlete.  L’Italia, guidata dal responsabile Emanuele Renzini, ha portato nove azzurre: 48 Bonatti, 50 Sorrentino, 52 Savchuk, 54 Charaabi, 57 Testa, 60 Mesiano, 64 Canfora, 70 Gemini, 75 Paoletti. Responsabile della squadra il vice presidente vicario Fabrizio Baldantoni, i tecnici Riccardo D’Andrea e Massimiliano Alota, il massofisioterapista Pierluigi Pantini, la dottoressa Carmela Ignozza e l’arbitro Luca Vadilonga. Nella parte eliminatoria, quattro delle cinque azzurre si sono fermate all’esordio. In particolare nei 54 la Charaabi, che a inizio anno aveva vinto l’oro agli europei U22 a Porec in Croazia, sul ring di Budva non ha saputo opporre il suo allungo e tanto meno gli spostamenti, subendo gli assalti della giovane inglese Fay, 20 anni, più decisa e motivata. A sua volta fermata dall’ucraina Kovalchuk, che aveva esordito battendo clamorosamente la turca Akbas, la favorita del torneo, oro mondiale a Istanbul, tenuta in scacco dalla pressione di un’avversaria forte, dotata di ottimi fondamentali, sapendo variare gli attacchi. In sede di previsione, ci si attendeva di più da Alessia Mesiano, 30 anni, iridata 2016, che dopo un periodo non certo esaltante, salita nei 60 kg. oltre a vincere i tricolori, aveva ottenuto uno splendido bronzo mondiale lo scorso maggio in Turchia, battendo la turca Yildiz, la portoricana Tapia e la greca Tani, cedendo con onore alla brasiliana Ferreira, oro iridato 2019 e argento a Istanbul. Sul ring di Budva contro la inglese Whitwell, un trampoliere dallo smisurato allungo, oltre che mobile e veloce, cliente scomodissima, che ai mondiali non era andata oltre gli ottavi, battuta dalla serba Sadrina, l’azzurra dopo una prima ripresa discreta, è apparsa lenta e prevedibile, forse rassegnata anche dall’atteggiamento dell’arbitro che ha ignorato le furbate della inglese. Detto questo, la vittoria della Whitwell è legittima. La Canfora, coetanea della Mesiano, ritrova subito la sua bestia nera, l’olandese Heijnen, contro la quale a maggio a Istanbul non aveva perduto, punita da tre giudici, mentre in Montenegro è parsa solo generosa, ma imprecisa e poco lucida. A sua volta la olandese, che con la vittoria sull’azzurra in Turchia aveva incamerato il bronzo, a questi europei, l’esperta croata Beram l’ha fermata ai quarti, battendola senza problemi cogliendo a sua volta la terza piazza europea. Sono andate avanti le altre cinque azzurre. Nei 48 kg. la mancina di Piacenza, Roberta Bonatti, in ottima forma, sicuramente più motivata che a Istanbul, si presenta dominando la spagnola Lopez Del Arbol, presente ai mondiali, tenuta a bada dal destro dell’italiana e frenata anche dal sinistro. Per accedere in semifinale la nostra mancina trova l’ucraina Shalimova, atleta emergente (22 anni) che aveva impressionato escludendo dagli europei, un mito della boxe, come la romena Steluta Duta, 40 anni compiuti a marzo, quindi ultima stagione agonistica, carriera iniziata nel 2004, tre europei in bacheca, podi mondiali e tante altre vittorie. La romena, nel 2019 a Madrid aveva trovato disco rosso contro la nostra Roberta e puntava a chiudere bene questa rassegna. La Shalimova, 18 anni più giovane, l’ha sempre anticipata e si presentava contro l’azzurra con tutte le carte per proseguire. Questo nelle intenzioni. Nei fatti la nostra guerriera, confermava il salto di qualità sia tecnico che caratteriale, imponendo la sua tematica, costruita sull’uso del destro di rimessa, veloce e preciso, mobile sulle gambe, mostrando sicurezza e determinazione. Una vittoria limpida (5-0) oltre le previsioni e l’accesso al podio assicurato. La mancina romana Giordana Sorrentino, sfortunata ai mondiali, dove avrebbe meritato il podio, dopo aveva battuto l’irlandese Fryers (argento a Budva) e non aveva perduto contro l’uzbeka Yokubova, agli europei debuttava superando nettamente la Fuerte Fernandez, il primo storico bronzo iridato a Istanbul per la Spagna, e poi la quotata armena Grigorian, anche lei presente ai mondiali. Vittorie importanti che le valgono il podio. L’abruzzese acquisita Olena Savchuk (52), dopo l’esperienza iridata a Istanbul, dove aveva sfiorato e anche meritato almeno il bronzo, con le vittorie sulla coreana Kim e la tedesca Satorius, non era stata inferiore neppure alla kazaka, Shekerbova, già premiata a spese della giapponese Kinoshita, otteneva lo stesso trattamento contro l’azzurra. In Montenegro l’italiana si è presentata bene, costringendo alla resa l’azera Rahimova al terzo round, dopo averla colpita a piacimento. Proseguiva, superando l’ostica irlandese Mc Naul, dopo una battaglia che l’azzurra aveva superato ben oltre il 3-2 dei giudici. Stavolta il bronzo era assicurato. La nostra capitana Irma Testa nei 57 kg., a cui spettava il non facile compito di confermare il titolo del 2019 a Madrid. Il sorteggio le aveva riservato all’esordio l’inglese Glynn, titolata nelle categorie giovanili, partita a mille con Irma ancora fredda. L’azzurra, recuperava molto bene nel secondo tempo e confermava la superiorità nel round conclusivo, ma due giudici vedevano l’inglese avanti, dimostrando incapacità vergognosa e pericolosa. L’impegno successivo l’opponeva alla polacca Kruk, votata all’attacco con scarso successo, sempre anticipata dai pugni precisi di Irma, che scompariva ogni volta che la polacca si gettava avanti. Stavolta il 5-0 era una semplice formalità, per l’ingresso in semifinale. La ventenne laziale Melissa Gemini, è stata una leonessa imbattibile nelle youth. Al passaggio di categoria, la cavalcata ha trovato difficoltà, compresa la collocazione del peso. In questo caso, l’intuizione di Renzini si è dimostrata giusta, salendo nei 70 kg., evitando la turca Surmeneli, plurititolata, in carica.  Ha debuttato battendo la coetanea polacca Parada campionessa nazionale. Vittoria importante visto che le assicurava il podio. Il torneo, dopo cinque giorni di boxe no stop e 106 incontri, si fermava un giorno per riprendere fiato. Lungo il percorso per raggiungere il podio non sono mancate le sorprese. Detto dell’esclusione della romena Duta nei 48, nei 50 kg. sono arrivate al podio, oltre la nostra Sorrentino, l’azera Ismaylova vincitrice dell’ucraina Marymchuk a fatica e l’irlandese Fryers, dalla boxe irruenta e dai polmoni a mantice che le hanno permesso di battere di misura la Chuknova. L’altra semifinalista è la turca Cakiroglu, oro iridato in carica, vice europea 2018. Nei 54 kg. out la greca Giannakopoulou, classe 2003, titolata nelle youth che aveva eliminato l’inglese Davison, stesso destino per la polacca Rogalinska, nonostante all’esordio avesse superato la romena Perijoc, europea uscente. Battuta nei quarti dall’ucraina Kovalchuk. Si salvava la bulgara Petrova, già europea 2016 e 2018. Podio assicurato anche per la locale Gojkovic, al primo anno da élite, dopo aver dominato nelle jr. e youth, che troverà in semifinale l’armena Sycheva, 11 anni più anziana. Nella categoria di Irma Testa, l’avversaria in semifinale è l’irlandese Walsh, esperta ed ostica. Nell’altra sponda l’ennesima bulgara Staneva e la greca Papadatou, trentenne di lungo corso. Nei 60 kg. la lituana Starovoitiova (29 anni) e la ceca Bernadova da una parte, la kosovara Sadikii e la superfavorita irlandese Harrington. Altra irlandese nei 63 kg., la Broadhurst, bronzo uscente e la croata Beram, abile nel gioco di rimessa, tattica che la ha permesso di battere l’olandese Heijnen, la cui furia cieca si è infranta nel vuoto. Podio pure per l’ucraina Bova, già europea nel 2009 e 2012, terza nel 2018, anno nel quale ottenne l’argento mondiale e la longilinea armena Harutyunyan all’ennesimo tentativo di podio riuscito. Sulla carta per la turca Surmeneli, plutitolata, dovrebbe trattarsi di una passeggiata per completare il carnet di titoli, avendo già intascato due mondiali e l’oro di Tokyo a cinque cerchi. Trova la polacca Rygielska, argento uscente, battuta nei 64, dalla nostra Amato a Madrid 2019, apparsa nella nuova categoria in condizione strepitosa, battendo l’inglese Robinson e la gallese Eccles molto quotata. Sulla sponda opposta sono arrivate al podio la longilinea tedesca von Berge, 21 anni e la serba Janicijevic, la cui peculiarità sono le sventole, senza che un arbitro l’abbia mai richiamata. Nei 70 kg. la Gemini incrocia l’rlandese Desmond, scesa di categoria, bronzo nel 2016. L’altra sfida tra la armena Hoovsepyan, pochi fronzoli e molta sostanza e la montenegrina Radunovic. Nei medi, uscita la turca Isildar, classe 2002, regina jr e youth tra il 2017 e 2019, ancora tenera per controbattere la potenza di fuoco dell’irlandese O’Rourk, europea uscente, destinata al bis, la svedese Olgersson permettendo. La polacca Wojcik e l’ucraina Chernokolenko per accedere in finale. Negli 81 kg., accesso garantito alla finale per Piskun (Ucraina) e Stonkute (Lituania) oro in carica, mentre la giovane polacca Jancelewicz, entra in rotta di collisione con la magiara Nagy, 34 anni, presente agli europei 2016, ottiene il primo e unico podio per la sua nazione. Per le +81, la azera Rzayeva passa per sorteggio e sfida la moldova Kozorez, mentre la longeva turca Demir (40 anni) affronta la giovane ucraina Lovvchynska, 22 anni, dai buoni fondamentali.

Semifinali e finali. Si affacciano alle semifinali, 48 atlete sulle 154 in partenza, in rappresentanza di 21 Paesi, contro i 15 di Madrid 2019. In rapporto all’’edizione scorsa restano in lizza per il bis, la turca Cakiroglu (50), l’azzurra Testa (57) e l’irlandese O’Rourke. Escluse dal podio Romania, Francia, Spagna, Danimarca, Olanda, Svizzera, SVK, Georgia e Galles. Nella prima parte del torneo, gli arbitri hanno lasciato correre ogni tipo di scorrettezze (abbracci, tenute, pugni dietro la nuca, sventole senza girare il pugno, testa bassa e altro) nei quarti, evidentemente redarguiti sull’andazzo, quasi tutti si sono dimostrati più attenti, richiamando più spesso le atlete scorrette. Ci spiace che uno dei pochi a non aver cambiato atteggiamento sia stato l’italiano Luca Vadilonga, che risultò il migliore agli europei 2019. Nella sfida dei 54 kg., tra la lituana Starovoitova e la finlandese Viantie finito 4-1, l’unico fuori verdetto è stato l’italiano come giudice. Ma l’aspetto più preoccupante è risultata la conduzione del match tra la serba Janicijevic e l’azera Allahverdiyeva nei 66 kg.  Per oltre due round, l’arbitro Vadilonga ha lasciato che la serba portasse sventole a gogo, senza mai chiudere un colpo, dandole un vantaggio determinante sull’azera, più in linea ma in difficoltà a contenere la scorretta serba. I giudici hanno seguito l’onda assegnando i due round alla Janicijevic, che l’arbitro si è deciso a richiamare blandamente solo nella terza ripresa, completando il capolavoro alla rovescia, fermando la sfida al terzo round, dopo due conteggi precipitosi. Decisione sconcertante, che l’atleta azera non ha preso bene, rifiutando di salutare l’arbitro a fine incontro. Un verso peccato, conoscendo le qualità del signor Vadilonga. Vengono promosse in finale 12 nazioni: Irlanda 5, Ucraina 4, Bulgaria e Polonia 3, Italia 2, una finalista: Montenegro, CZE, Armenia, Germania, Lituania, Azerbajan e Turchia. Semifinali e finali nel dettaglio, delle 12 categorie.

  1. Semifinale. Asenova (Bul) b. Sweey (Irl) 5-0. Vince la bulgara offrendo la solita tattica del colpo isolato per uscire subito dalla replica dell’irlandese, inutilmente avanti. Tre round in fotocopia, privi di scambi. Antiboxe, che i giudici accettano, mentre l’arbitro ignora le tenute della bulgara, premiata in toto. Bonatti (Ita) b. Resztan (G.B.) 4-1. L’inglese è argento uscente e ai mondiali di Ulan Ude 2019 in Siberia, nei quarti, tre giudici capovolsero la realtà del match tra la Bonatti e la Resztan, dandole il podio che non meritava. L’azzurra ha atteso tre anni questa rivincita. Ottenuta a Budva, in modo chiaro, anticipando sempre una rivale che non trovava bersaglio, ma veniva colpita a ripetizione. Finale: Asenova (Bul) b. Bonatti (Ita) 5-0. La bulgara, 37 anni, sembra una reduce di guerra, con ginocchiere grigie e tratti poco femminili, ma mette a profitto l’esperienza di un ventennio sul ring, evitando ogni scambio, che l’italiana cerca di intavolare. Sfrutta velocità e precisione, quando accorcia lega subito – l’arbitro polacco si limita a qualche bonario richiamo – e il match finisce senza alcuna emozione. Col terzo europe per la bulgara.
  2. Semifinale. Fryers (Irl) b. Ismayilova (Aze) 5-0. La giovane irlandese (22 anni) non concede l’opportunità di replica alla mancina Ismaylova, incapace di opporre repliche valide. Tre round a senso unico. Cakiroglu (Tur) b. Sorrentino (Ita) 5-0. Nulla da dire sulla vittoria dell’unica turca giunta in finale, iridata in carica ed europea uscente. La Cakiroglu, 26 anni, presente agli europei 2016 e argento nel 2018, ha boxe di ottima fattura, velocissima negli spostamenti e nei rientri. Ugualmente non ha fatto una passeggiata. La Sorrentino, l’ha impegnata più di quanto dica l’arido 5-0 avverso. I tre round sono stati vinti di misura e questo depone a favore della romanina, che ha 22 anni e cresce ad ogni impegno. Finale. Cakiroglu (Tur) b. Fryers (Irl) 5-0.  La turca si conferma con più facilità del previsto.  L’Irlandese conosce solo la tattica dell’assalto frontale e per la Cakiroglu è un divertimento eluderne gli attacchi e rientrare con facilità irrisoria. Non c’è da sorprendersi, parliamo della migliore al mondo.
  3. Semifinale. Poptoleva (Bul) b. Jokiaho (Fin) 5-0. La rientrante bulgara fa valere una base tecnica migliore, contro la finnica Jokiho dalla limitata esperienza. Per la Poptoleva vittoria facile. Kob (Ucr) b. Savchuk (Ita) 5-0. Olena, abruzzese di sangue ucraino, dopo l’ottimo debutto (due vittorie) trova nella Kob un ostacolo troppo robusto per il suo attuale rendimento La tattica del tocca e via, andava bene se la marcia travolgente della Kob glielo avesse permesso. Niente da fare, il ritmo della Kob è troppo intenso e sia pure con onore, l’azzurra deve lasciare il passo alla rivale. Finale. Kob (Ucr) b. Poptoleva (Bul) 5-0. La bionda ucraina inseguiva il bis europeo dal 2009, quando a 22 anni, nella sua Nikolaev saliva sul podio più alto nei 51 kg. Dopo quel trionfo, ci ha riprovato nel 2011, 2014, 2016, 2018, 2019, argento nel 2016 e bronzo nel 2019. Stavolta non poteva fallire e infatti ha attaccato dal primo all’ultimo minuto, costringendo la Poptoleva quasi sempre in difesa. Un successo liberatorio, che l’ha vista esultare alla proclamazione della vittoria.
  4. Semifinale. Gojkovic (Mon) b. Sycheva (Arm) 5-0. Bojana Gojkovic la beniamina di casa, 19 anni, dominatrice nelle giovanili (oro 2018 e 2019 junior e 2020 e 2021 youth), all’esordio tra le élite, ottiene il pass per la finale della nuova categoria, a spese della trentenne armena Sycheva, presente ai mondiali di Istanbul, anticipata dalla boxe intelligente della giovane avversaria, per la gioia degli spettatori. Kovalchuk (Ucr) b. Petrova (Bul) 4-1. Non sono bastati alla bulgara Petrova, 32 anni, i due europei (2016 e 2018) e il bronzo 2019 nei 57 kg. per frenare l’ucraina Kovalchuk, in forma strepitosa, attaccante con solide basi tecniche, sapendo costruire l’azione offensiva, con schivate e muovendosi dalla parte giusta. Vittoria larga, nonostante il giudice ceco, avesse visto la bulgara vincente, confermandosi uno dei peggiori del lotto. Finale- Kovalchuk (Ucr) b. Gojkovic (Mon) rsc 2. Bene hanno fatto dall’angolo della Gojkovic a fermare la sfida, che stava diventando una punizione inutile contro la ucraina Kovalchuck, che dopo la pausa di alcune stagioni per laurearsi, è tornata vincendo i mondiali universitari e ha dominato questi europei, battendo a sorpresa all’esordio la turca Akbas che aveva dominato i mondiali lo scorso maggio, stracciando la concorrenza. La campionessa ha solo 24 anni e diventa una delle favorite ai prossimi impegni del 2023 e 2024.
  5. Semifinale. Testa (Ita) b. Walsh (Irl) 4-1. Alla capitana azzurra il sorteggio non è certo stato amico. Per arrivare in semifinale ha dovuto ribattere la polacca Kruk, che aveva già superato ai mondiali, dove Irma ha colto l’argento, quindi l’inglese Glynn e in semifinale l’ostica irlandese Walsh, 29 anni, che cerca la vendetta alle precedenti sconfitte. La nostra campionessa è stata perfetta, spegnendo ogni velleità della furiosa avversaria, che trovava sempre il vuoto invece dell’avversaria. Come al solito un giudice l’ha vista sconfitta negando l’evidenza. Staneva (Bul) b. Papadatou (Gre) 5-0. La brevilinea greca è un carro armato senza fantasia. Avanza frontalmente e viene regolarmente punita dai diretti della Staneva, che mesi addietro allo Strandja di Sofia, ottenne la vittoria nella finale contro Irma, un regalo dei giudici, che sono la rovina del pugilato, la componente più negativa che sta portandoci fuori dai Giochi nel 2028 a Los Angeles. Finale. Testa (Ita) b. Staneva (Bul) 5-0. Quando si ha la fortuna di avere una fuoriclasse come Irma Testa, ci si sente davvero orgogliosi per questa ricchezza. La Staneva è una campionessa a sua volta, ma nei confronti della nostra Irma diventa una scolaretta, incapace di andare oltre la difesa per non farsi travolgere. Tre round in fotocopia dove i pugni dell’italiana diventavano magie irresistibili, anche se il giudice polacco ha dato il primo round alla bulgara, mentre il ceco (cieco) si conferma inetto e ignorante, visto che ignora la realtà. Comunque un bis sontuoso, che si affianca anche al bronzo olimpico. Dirle bravissima è il meno che merita.

60 Semifinale. Bernadova (CZE) b. Starovoitova (Lit) 5-0. La promettente Bernadova (21 anni) dimostra buona personalità, facendosi valere contro la lituana Starovoitova, sulla soglia dei 30 anni, titolare agli ultimi due mondiali, ma incapace di controbattere alle serie dell’avversaria che vince nettamente. Harrington (Irl) b. Sadiku (Kos) 5-0. In dirittura la titolata irlandese, rimasta ferma alla vigilia degli europei 2019 per infortunio, ha ripreso alla grande, volando in finale, vincendo facile contro la kosovara Sadiku, storico bronzo iridato a Istanbul, inferiore in tutto all’irlandese che domina la sfida. Finale: Harrington (Irl) b. Bernadova (CZE) 5-0. La prima a capire che non ci sarebbe stata storia è stata la Bernadova, che ha badato a evitare danni e perdere con onore. La mancina di Dublino, 33 anni, ha completato la serie dei trionfi, dopo il mondiale 2018, l’oro olimpico di Tokyo, ecco quello europeo che le mancava.

63 Semifinale. Bova (Ucr) b. Harutyunyan (Arm) rsc 3. L’ucraina Bova, 34 anni, è una vecchia conoscenza, operativa dal 2005, ottima nelle giovanili, oro europeo 2009 e 2012, bronzo nel 2018, argento nel 2011 e 2018, ha combattuto anche nei medi. Stavolta è apparsa in buona condizione, costringendo la giovane longilinea armena Harutyunyan (19 anni) alla resa nel terzo round, dopo aver subito le serie dell’ucraina. Broadhurst (Irl) b. Beram (Cro) 5-0. La mancina irlandese, raramente ha fallito gli obiettivi, uno di questi furono gli europei 2019, fermata dalla finlandese Potkonen, terribile picchiatrice, che la bloccò in semifinale. A Buda ha fatto tabula rasa di tutte le rivali. La croata Beram, furba ma incapace di evitare la seconda sconfitta, la prima ai mondiali di Istanbul a maggio, stesso risultato in Montenegro.                                                      Finale. Broadhurst (Irl) b. Bova (Ucr) 5-0. La più attempata ucraina Bova ha provato a tenere gli scambi alla pari, ma a gioco lungo la Broadhurst ha avuto la meglio, unendo al titolo iridato di maggio, quello europeo, macinando attacchi su attacchi, sfiancando la pur coraggiosa rivale.

66 Semifinale. von Berge (Ger) b. Janicijevic (Ser) 4-1. La tedesca ha compiuto un bel salto di qualità, anche in rapporto ai mondiali di Istanbul, fuori al primo turno. Di fronte alla serba Janicijeva, che usa le sventole senza chiude la traiettoria del braccio, la von Berge, l’anticipa con diretti veloci e precisi, fermandola prima che le si avventi addosso. Il giudice israeliano che vede il successo della serba, fa parte dei disastri che il settore non smette di produrre. Rygielska (Pol) b. Surmeneli (Tur) 3-2. La polacca Rygielska, argento europeo 2019, battuta dalla nostra Amato, sale di categoria e sfiora il bronzo ai mondiali di maggio. Si presenta in semifinale con due successi importanti, sull’inglese Robinson e la gallese Eccles e due emblematici 5-0. Trova la turca Surmeneli, imbattuta star dal 2019, intascando due mondiali e l’oro di Tokyo. Nei quarti aveva superato l’ucraina Lysenko, sulla soglia dei 30 anni, già battuta agli europei 2019, ribattuta senza fatica, offrendo un extra clownesco gratuito e inutile. Di fronte alla polacca parte senza fretta, mentre l’avversaria muovendosi in continuazione gli ruba il tempo e l’anticipa spesso. Quando si accorge che la situazione le sta sfuggendo è troppo tardi e deve dire addio alla finale. La sorpresa assoluta degli europei.                                                                                                                                                                                            Finale. von Berge (Ger) b. Rygielska (Pol) 3-2. All’insegna che le sorprese non finiscono mai, la polacca Rygielska, dopo aver scalato il tetto del mondo, deve accontentarsi dell’argento mentre l’oro prende la strada della von Berge, che ricordo debuttare nel 2017 agli europei jr., magra come un’acciuga, pelle o ossa, arrivare in finale battuta dalla inglese Richardson. L’anno dopo a Roseto degli Abruzzi colse il bronzo, battendo la nostra Delle Piane nei quarti, argento youth nel 2019 a Sofia. Presenza anonima ai mondiali di maggio a Istanbul, fuori all’esordio contro l’argentina Perez. Nel suo record, podio europeo U22. Il match è stato una battaglia equilibrata e violenta, che tre giudici (croato, lettone e il turco) hanno dato alla tedesca, mentre svedese e irlandese hanno scelto la polacca, come avrei fatto io, per un verdetto sul filo del capello. L’avrei scelta per aver battuto il meglio della categoria, mentre la tedesca ha avuto un sorteggio di velluto. Ma sarebbe stato troppo, chiedere ai giudici di fare questi ragionamenti.

70 Semifinale. Hovsepyan (Arm) b. Radunovic (Mon) 5-0; La longilinea armena fatica poco ad aver ragione della montenegrina, non certo un fenomeno.   Desmond (Irl) b. Gemini (Ita) 5-0. L’azzurra non si lascia intimorire dalla maggiore esperienza e caratura dell’irlandese, che i giudici premiano a iosa. Così per tre round. Nel complesso la Desmond ha vinto, ma di misura, dovendosi impegnare, contro una rivale di una categoria inferiore.                                                                                                                                                                                         Finale. Hovsepyan (Arm) b. Desmond (Irl) 4-1. La seconda sconfitta irlandese, sulla carta imprevista, sul ring corretta. L’armena non è una sorpresa, nelle categorie giovanili è stata sul podio diverse volte anche se ai mondiali di Istanbul era uscita all’esordio, battuta dalla Jones (Usa). A Budva ha cambiato marcia e in finale ha espresso il meglio, tenendo testa alla mancina irlandese, la cui azione offensiva si infrangeva sulle repliche dell’armena, che porta alla sua nazione il primo oro europeo femminile. Per un Paese che da meno di decennio ha sviluppato la boxe in rosa, un bel traguardo raggiunto. 

75 Semifinale. Wojcik (Pol) b. Chernokolenko (Ucr) 3-2. Un testa a testa equilibrato, tecnicamente modesto che la polacca Wojcik fa suo di misura nella parte finale, dove ha mostrato qualcosa in più. O’Rourke (Irl) b. Holgerson (Sve) 5-0.  Sfida troppo facile per l’irlandese. La svedese, più alta ha cercato repliche senza sostanza, mentre la boxe della campionessa del mondo, oltre che europea uscente offriva qualità e quantità. Match senza storia.                                                                                                                                          Finale: O’Rourke (Irl) b. Wojcik (Pol) 5-0. Una delle finali meno equilibrate a tutto favore della O’Rourke, superiore in tutto, con due 30-26 e due 30-27, solo la bosniaca Tina Poletan, nel cui curriculum ci sono verdetti assurdi, ha visto uno sconcertante 29-28, da buttare.

81 Semifinale. Stonkute (Lit) b. Piskun Ucr) rsc 2. La titolare iridata Stonkute è troppo forte per la statica e cicciotta ucraina, che per controbattere ha solo il coraggio. Giusto lo stop dopo meno di due round. Jancelewicz (Pol) b. Nagy (Ung) 5-0. La non più verde magiara, ripete la fuggevole presenza europea come fece nel 2016, anche stavolta la Nagy ripete la sconfitta, in questo caso contro la ventenne polacca Jancelewicz che coniuga buona boxe.                                                                                                                                                                            Finale. Stonkute (Lit) b. Jancelewicz (Pol) 3-2.  Vince la lituana per tre giudici, ma la polacca Jancelewicz ha fatto bella figura, tenendo botta fino all’ultimo scambio, mettendo in difficoltà svariate volte la Stonkute, che ha dovuto dare il meglio per vincere di un nulla.

+81 Semifinale. Rzayeva (Aze) b. Kozorez (Mol) 5-0. L’azera Rzayeva ha boxe ruvida e piuttosto scorretta (colpi alla nuca, tenute e sventole) ma l’arbitro come le scimmiette indiane, non vede, non sente e non ammonisce. Ma vista l’inferiorità i giudici scelgono l’azera Rzayeva all’unanimità. Lovchynska (Ucr) b. Demir (Tur) rcs 2. La turca (40 anni) dopo l’oro di Istanbul inseguito da un decennio, tenta di conquistare anche l’oro europeo, mai raggiunto nonostante i numerosi tentativi, non andando oltre due bronzi (2016 e 2018). Inizia benino la matura turca, contro l’ucraina Lovchynska, che ha 18 anni meno. Nella seconda ripresa la turca perde sangue dal naso. La dottoressa prova a tamponare l’epistassi ma è tutto inutile e così svanisce il sogno della turca.                                                                                                                                           Finale. Lovchynska (Ucr) b. Rzayeva (Aze) 4-1.  Le due finaliste si fronteggiano subito a scambiano colpi pesanti. La Rzayeva è più forte organicamente, ma tecnicamente più limitata. L’ucraina Lovchynska, dopo un primo round dominato, cerca di vivere su quel vantaggio e ci riesce, portando meno colpi ma più precisi e vince l’oro portando a tre gli ori ucraini, alla pari dell’Irlanda.                                                                                                                                                                                              

Il medagliere di Budva vede l’Irlanda (3-2-2) davanti a Ucraina (3-1-2), Bulgaria (1-2-0), Italia (2-1-3), Turchia  e Armenia (1-0-2), Lituania (1-0-1), Germania (1-0-0), Polonia (0-3-0), Montenegro, CZE, e Azerbajan (0-1-1),  Inghilterra,  Kosovo, Finlandia, Svezia, Moldovia, Ungheria, Croazia, Serbia e Grecia (0-0-1). In totale 21 nazioni. Per la prima volta ottengono medaglie europee la Lituania 1 oro, il Montenegro 1 argento e 1 bronzo, Serbia e Kosovo un bronzo a testa. In totale sono presenti 31 nazioni.                                                                                                  Nel medagliere assoluto queste le top team dopo Budva. Russia (47-22-34), Turchia (15-17-38), Ucraina (11-14-41), Italia (10-4-17), Irlanda (10-2-6), Romania (9-4-26), Bulgaria (8-6-8), Francia (6-11-18), Ungheria (5-11-18), Norvegia (5-4-10). Presenti 31 nazioni.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     

Si conclude così uno degli europei di maggior tasso tecnico, dove semifinali e finali hanno espresso lo spettacolo atteso. I verdetti nel complesso hanno rispecchiato i valori sul ring. La lunga stagione agonistica ha concluso anche il penultimo appuntamento in Europa. L’ultimo, il mondiale maschile e femminile youth, si svolgerà dal 13 al 25 novembre a Nucia, presso la Ciudad Deportiva Camilo Cano di Alicante in Spagna. Una partecipazione impressionante, con 650 atleti (476 uomini e 208 atlete).  Tredici le categorie maschili, dodici quelle femminili.                                                                                                                                                             

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Alfredo