Al coperto del Chicago Stadium quella sera erano presenti più di 14mila persone per vedere chi sarebbe stato il successore di Rocky Marciano che si era ritirato imbattuto tra i massimi. Era una sfida che destava molto interesse ed era infiorettata di curiosità. Tanto per cominciare l’età: Floyd Patterson aveva 21 anni, e se vincitore sarebbe stato il campione più giovane della storia dei massimi, un record che fino ad allora apparteneva a Joe Louis con 23 anni; Archie Moore aveva 43 anni ed era professionista dal 1935. Un’altra curiosità era il peso: in pratica erano due mediomassimi, categoria nella quale Moore era campione, e si può dire paradossalmente che fecero una certa fatica per aumentare di peso e giustificare la loro sfida. Moore aveva fatto parecchie sortite nei massimi e il suo ruolo di cochallenger era giustificato dal fatto di essere stato l’ultimo avversario di Rocky Marciano, dal quale fu sconfitto al termine di un match cruento. Patterson aveva combattuto quasi sempre da mediomassimo, subendo su 31 match una sola sconfitta ad opera di un volpone come Joey Maxim (al secolo Giuseppe Berardinelli).
Ed era proprio per la maggiore esperienza che i pronostici erano indirizzati verso Archie Moore (6 a 5). C’era pur sempre da tenere conto che Patterson era un campione precoce: lo aveva dimostrato alle Olimpiadi di Helsinki sbaragliando gli avversari nei medi ad appena 17 anni. Oltrettutto Floyd aveva ottenuto la qualifica di challenger nei massimi con una netta vittoria su Tommy “Hurricane” Jackson, uomo di vertice nella categoria.
Al pubblico, però, fu subito evidente a chi sarebbe andato lo scettro. Patterson mise sull’ago della bilancia, oltre alla sua forza e bravura, la sua gioventù, Moore avrebbe potuto essere tranquillamente suo padre. Il giovane Floyd, che aveva all’angolo Cus D’Amato, attaccò subito con decisione la “Vecchia Mangusta”, che riuscì a reagire a metà del terzo round dopo aver incassato una valanga di diretti sinistri e destri al corpo. Alla quarta ripresa Moore sembrava padrone della situazione. Nel quinto round Moore scagliava un violento sinistro al capo; un errore gravissimo, Patterson vide immediatamente che l’avversario aveva lasciato uno spazio scoperto, fece partire un tremendo gancio al mento, Moore piombò al tappeto a faccia in giù, si rialzò al 9” ma in pratica era finita. Una scarica di Patterson mandò di nuovo al tappeto l’avversario, che coraggiosamente si rialzò, ma l’arbitro Frank Sikora fermava giustamente il match.
Floyd Patterson diventava il più giovane monarca dei massimi, record che gli fu tolto da Mike Tyson, anche lui per un gioco del destino allenato da Cus D’Amato, trent’anni dopo. Dominò la scena fino al 1962 quando fu abbattuto in una sola ripresa da Sonny Liston. Dopo l’interregno di Rocky Marciano i neri erano tornati a dominare. Patterson combattè fino al 1972, anno in cui si ritirò dopo aver perso con Mouhamed Alì. Fu senza dubbio un ottimo massimo, ma io penso che se fosse rimasto tra i mediomassimi non sarebbe stato secondo a nessuno all’infuori di Ezzard Charles.
Archie Moore continuò a combattere fino al 1963, si ritirò alla bell’età di 47 anni con un record impressionante di 185 vittorie( 131 per ko), 23 sconfitte ( 7 per ko) e 10 pareggi.
(Al. Br.)