di Giuliano Orlando

 Jeju-do (Korea del Sud) – Stavolta è stata voluta premiare la squadra. Per l’ottimo rendimento durante l’anno, in particolare agli europei e per fare esperienza importante, puntando ai Giochi di Rio, con la fondata speranza di avere la presenza italiana.  Anche se non rilasciano nessun pass, assegnati alle prossima edizione nel 2016, alla vigilia dell’evento olimpico, i  campionati mondiali femminili iniziati nell’isola di Jeju-do, nell’ampia struttura Halla Gymnasium, situata nella parte settentrionale, la più turistica e attrezzata come ricettività, l’adesione risulta massiccia. 280 atlete iscritte in rappresentanza di 67 nazioni. L’Europa è capofila con 26 e 126 atlete, seguita dall’Asia che gioca in casa, 15 stati e 78 atlete. Le Americhe 13 nazioni e 41 pugilesse, l’Africa ha 11 stati e 25 iscritte, mentre l’Oceania presente con Australia (5) e Nuova Zelanda (3). Manca come previsto la Corea del Nord, che poteva contare su alcune aspiranti al podio, grande protagonista dal 2002 al 2012, con un bilancio di 16 podi, 6 ori, 5 argento e  5 bronzo. A sorpresa non c’è la plurititolata indiana Marykom, infortunata, che avrebbe puntato al sesto oro per il record assoluto, presente per contro, col padre allenatore dell’Irlanda, Katie Taylor che punta al quinto alloro. Mentre sarebbe felice del primo la romena Steluta che ha collezionato ben tre argenti mondiali (206, 2008, 2010). Molte le europee reduci dalla rassegna continentale di Bucarest a Maggio, con una sola assenza: l’ucraina Durnyeva negli 81 kg. tra le campionesse in carica. Sono a Jeju, 48: Duta (Rom), 51: Petrova (Bul) dall’aspetto mascolino, 54: la nostra Davide; 57: Dobrynina (Rus); 60: Taylor (Irl); 64: Belyakova (Rus); 69: Vystropova (Aze); 75: Fontijn (Ola) e Kovacs nei +81. La percentuale delle presenti a Bucarest è dell’80%. Diversa la situazione in rapporto ai mondiale 2012. Solo quattro su dieci. 48: Gabuco (Fil), 57: Brown (Usa); 60: Taylor (Irl) e 75: Marshall (Ing). Stavolta gli USA fanno sul serio, avendo portato la squadra al completo, con le tre reduci dei Giochi di Londra, la Esparza (51), la Underwood (60) classe 1984 e la dirompente Shields nei 75 kg. 19 anni.

Il sorteggio in apparenza sembra più che buono per le azzurre, ma dopo il primo esame arrivano gli ostacoli difficili. La Calabrese (48) debutta contro la bielorussa Lushchyk, uscita subito agli europei di fronte alla Duta, che ha vinto il titolo. Incontro tosto ma abbordabile, vista l’esperienza della nostra, al quarto mondiale. L’ostacolo durissimo e al secondo impatto e si chiama Gabuco, la filippina campione uscente e bronzo nel 2008. Dovesse spuntarla, avrebbe  davvero opportunità notevoli per il podio, Nella parte bassa sono ammassate tutte le più forti: Duta (Rom), Cagirir (Tur), Xu (Cina), Isaeva (Rus), Kyzaibay (Kaz), Knyaz (Ucr) e Asenova (Bul).  Nei 51 la Gordini trova la Magno (Fil), se passa il secondo turno, nei quarti  è la bulgara Petrova, titolare europea.

Nei 54, con ben 36 iscritte, la Davide inizia con l’algerina Hallou e nel turno successivo probabile l’ucraina Kholodkova, per l’accesso nei quarti. Dove stazionano la cinese Gao e la polacca Drabik. Nessuna è insuperabile. Il meglio è nella parte bassa, ma riguarda l’eventuale finale. Un sogno. Nei 57 kg. la nostra Mesiano trova la zambiese Mulenga e poi la vincente tra Burcu (Tur) e Marzaq (Mar). Dovesse andare al meglio, in semifinale appare la russa Dorynina, titolare europea. Ma saremmo in zona podio. La Marenda nei 60 kg. gioca nella categoria col  record di presenze: 40. Non è certo fortunata, se passa il primo turno e entra negli ottavi, trova la Underwood e più avanti la cinese Yin. L’irlandese Taylor sembra destinata al quinto oro, salvo l’ostacolo russo Ochigava, che fu strenua rivale nella finale olimpica, vinta di stretta misura. Sfida, che dovrebbe arrivare nei quarti. I 64 kg. per il debutto iridato dell’Alberti, dopo quello europeo. La ventenne bolognese deve fare esperienza e magari levarsi qualche soddisfazione anche se la giapponese Shim appare più pericolosa dell’olandese de Vilder. Se passa entra nei quarti e sognare. Nei medi è salita la Amato, napoletana classe ’89, ma poca esperienza. Ci prova. La tedesca Strohhmaier è il primo ostacolo, si tratta di una veterana di 32 anni, in attività dal 2006, preferita alla vice europea Scheurich. Impegno tosto, che la Amato affronterà col giusto approccio. La Severin, salta il turno e arriva ai quarti senza combattere. Ad un passo dal podio. L’ostacolo si chiama Wang, cinese di vent’anni, al debutto, in sostituzione della Li Yunfei, oro nel 2012, ferma per infortunio. Che dire, l’occasionissima per la ragazza della Marca, tra quelle in cui sono riposte le speranze per il podio. La magiara Kovacs, favorita all’oro,  la troverebbe solo in finale. Renzini il ct non azzarda pronostici, ma si dice fiducioso. Va più avanti il presidente Brasca: “Ci faccio una scommessa per almeno due medaglie. La azzurre sono motivate e allenate al meglio. Una realtà che  cresce ad ogni manifestazione. Ne abbiamo portato otto perchè hanno lavorato bene e puntiamo ad avere le italiane ai Giochi”.

Da ieri sono cominciati i confronti. La prime azzurre a salire sul ring sono state la Gordini e la Mesiano. La prima contro la filippina Magno, la seconda contro la Mulenga (Zambia).

Di Alfredo