di Giuliano Orlando
Al Palasport di Cave alle porte di Roma, dove risiede, il campione italiano superpiuma Michael Magnesi (13), 24 anni, ha trionfato, offrendo per dieci riprese un ritmo offensivo impressionante, annullando le indubbie qualità tecniche dello sfidante, Giuseppe Carafa (11-2-1), suo coetaneo, leccese di Gallipoli, residente a Ugento, costretto quasi sempre sulla difensiva. Pagando tra l’altro prezzo pesante (un kd al secondo round e un richiamo per tenute al sesto) che giustificano il distacco abissale finale (99-90-99-91-98-91). Match molto spettacolare, con un buon tasso tecnico, sia pure a senso unico. Magnesi conferma di possedere polmoni a mantice, anche se ancora deve migliorare in precisione e gestione della fatica. Il protetto della famiglia Conti Cavini Rosanna, ha certamente margini di miglioramento e chi ne ha preso recentemente la guida tecnica, Gianluca Branco – dopo un lungo sodalizio col maestro Agnuzzi – non dimenticato campione d’Europa e sfidante al mondiale superleggeri, attivo dal 1995 al 2014, solo tre sconfitte in carriera (Gatti, Cotto e Hutton) contro 49 vittorie e un pari, conosce bene su quali difetti deve lavorare, per renderlo competitivo a livello europeo. Il confermato campione d’Italia, considerata la posizione di cosfidante alla cintura dell’Unione Europea, dovrebbe lasciare la cintura a tempi brevi, avendo nel mirino la sfida con Anthony Cacace (16-1), nato a Belfast nel Nord Irlanda, 29 anni, famiglia originaria della Campania, un longilineo (1.78) molto rapido, difficile da colpire. La striscia vincente di 15 vittorie si è interrotta nel luglio 2017 a Wembley, superato ai punti dopo 12 round cattivi, da Martin Ward (18-0-2) per i titoli Britannico e del Commonwealth. Quello stesso Martin che il 30 novembre a Firenze, contenderà al nostro Devis Boschiero (46-5-2) la vacante cintura Internazionale Silver nella prima riunione frutto dell’accordo tra la Matchroom e la Opi 82, col supporto dell’emittente DAZN una delle più potenti al mondo. Cacace è tornato sul ring lo scorso dicembre a Birmingham (Ing), superando solo ai punti, Reynold Mora (7-40-1), nicaraguense di 24 anni, residente in Spagna, la cui ultima vittoria risale al 2014, poi 40 sconfitte a fila. Adesso l’inglese prova a battere Magnesi. Comunque non mancheranno le scintille Gianluca Branco, il nuovo tecnico ha idee chiare: “Michael deve imparare a ragionare di più sul ring e non dare unicamente sfogo all’indole da guerriero. Entrando a livello europeo dobbiamo avere un repertorio più completo. La capacità offensiva non gli manca, deve però indirizzarla nel modo giusto. Con piano tattico coordinato, pronto a replicare a qualsiasi tipo di avversario”. Un programma nel quale credono entrambi. Per Carafa, la delusione della sconfitta dovrebbe risultare stemperata dall’opportunità di una nuova possibilità tricolore a tempi abbastanza brevi. “Ci ho provato – confessa – ma la pressione era troppo insistente, toglieva il fiato. Al momento Magnesi è atleticamente troppo forte”.
Nei superwelter, il non più verde superwelter Stefano Castelluci (31-7), 37 anni, nato a Velletri, residente ad Avezzano in Abruzzo, carriera iniziata nel 2006, tricolore nel 2008, diversi tentativi europei falliti, test facile contro il ciociaro Luigi Mantegna (2-72-2), 42 anni, affrontato per la terza volta, che porta il suo record negativo a quota 73, primato tra gli italiani in attività. Adesso Castellucci si batterà col barese Francesco Lezzi (10-13-2), 29 anni, al terzo tentativo, per il vacante tricolore di categoria.
Conferma del piuma livornese Jonathan Sonnino (9-0-1), 25 anni, troppo superiore a Vincenzo Eroe (0-1-2), 30 anni, siciliano di Avola, poco attivo, e lo si è visto. Per Sonnino una passeggiata, conclusa al quarto round, dopo che Eroe ha fatto da ascensore (3 kd), quando l’arbitro ha detto stop. Per il livornese sembra giunto il tempo di bussare al tricolore. Nei massimi la sfida tra il longilineo Ivan D’Adamo (231-1) di 38 anni, laziale di Cassino e il brevilineo Andrea Pesce (5-5-3), tatuatissimo romano di 33 anni, salito dal 2012 al 2018 da welter a massimo, ha premiato il primo, più dotato e preciso. Pesce ha resistito cinque round con coraggio. Finita la benzina ha dovuto cedere alla consistenza del pugile di Cassino