di Alfredo Bruno
I laziali lo odiano, i romanisti lo adorano, anche se quelli anti-Sensi lo contestano, ma resta il fatto che tutti, amici e nemici, lo ascoltano dalle 10 alle 14 alla radio sull’emittente romana  Centro Suono Sport tutti i giorni, meno la domenica logicamente, e non crediate che quel giorno lui riposi perché segue dovunque e comunque la sua squadra del cuore: la A.S. Roma.
Parliamo di Mario Corsi, che tutti conoscono come Marione forse per aver superato agevolmente il metro e 80 su un fisico che supera i 100 chili.

 

Ogni giorno dentro l’emittente i telefoni scottano e Marione, un cocktail di confessione e psicologia, accoglie in diretta ansie, frustrazioni, gioie, incazzature di tifosi che lo chiamano dalle case, dalla strada, dai negozi, dalle macchine, dalle moto, dagli ospedali, dai posti di lavoro per confrontarsi, protestare ed essere rassicurati.
Da un po’ di tempo Marione ha trovato nel suo cuore giallorosso un piccolo spazio per la boxe: “ Da poco ho conosciuto Marcello Paciucci, Pasquale Di Silvio e Lamberto Petrecca, tre personaggi che mi sono stati presentati dall’on. Michele Baldi, consigliere della Roma” ci spiega spezzando quasi con l’accetta il tempo per un breve intervallo pubblicitario e continua “In verità a me la boxe è sempre piaciuta. In televisione ho visto i grandi match con Roberto Duran, Marvin Hagler, Thomas Hearns. Ricordo anche l’incontro di Boom Boom Mancini contro il coreano, che purtroppo finì in tragedia. Però non avevo mai visto un incontro dal vivo, cosa che ho cominciato a fare grazie a Paciucci e Petrecca, e devo dire che questo sport mi piace più di prima”.
Marione ha iniziato con la radio nel 1991: “ Proprio l’anno in cui morì Dino Viola” ricorda con una punta di nostalgia. Molta acqua è passata sotto i ponti della Capitale per arrivare nel 1997 ad un titolo in apparenza strano “ Te la do io Tokyo”, autoironico per significare qualcosa di difficile e quasi impossibile, come poteva essere allora la finale della Coppa Intercontinentale. Marione in pieno accordo con i due organizzatori Unicorner ha trovato, come una sorta di costola di Adamo, un intermezzo che la dice lunga già dal titolo “Te la do io la boxe”.


Perde la scommessa chi cerca di indovinare il suo idolo del passato e presente messi insieme: “Io in questo momento sono legatissimo al Puma(Di Silvio) perché mi è piaciuto l’approccio quando l’ho conosciuto e quello che ha messo dentro nel suo ultimo incontro per il titolo italiano. Ho riconosciuto la voglia dell’ atleta di vincere, magari con lacrime e sudore”.
Cos’è che manca al calcio e invece c’è nel pugilato?
“ Senz’altro la lealtà, quella vera. La cosa che mi stupisce sempre è quando dopo che i due pugili se le sono date di santa ragione si stringono la mano e si abbracciano. Nel calcio non accade, anzi si continuano ad insultare anche negli spogliatoi per un calcetto”.
E viceversa cosa c’è nel calcio che manca nella boxe?
“La gente! Una volta gli spettatori erano tanti, poi man mano sono diminuiti e il pugilato è stato messo da parte. Comunque sembra che adesso ci sia un risveglio nell’interesse soprattutto quando presenti match equilibrati e pugili come il Puma che danno tutto sul ring. Non importa se vinci o perdi quando sul ring metti in mostra i sacrifici che questo sport comporta”
Se sul ring ci sono un pugile laziale e uno romanista, per chi fa il tifo Marione?
“Logicamente io sto con il pugile romanista. Spero che la Unicorner non prenda mai un pugile laziale, perché allora dovrei andare contro la Casa Madre”.

Una cosa è certa il 6 novembre “Marione” sarà in prima fila al Palafijlkam di Ostia nella riunione organizzata dalla Unicorner, il suo tifo nell’occasione s’indirizzerà da ultras verso Pasquale “El Puma” Di Silvio, il suo asso nella manica, il suo Totti di “Te la do io la boxe”. Per la boxe si tratta di un tifoso very important che porta con se nuova linfa, ma soprattutto nuovi spettatori che stanno imparando che a Roma non esiste solo calcio. 

Di Alfredo

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