Kg. 48 SEMIFINALI. Esposito (TS) b. Guastella (SC) 5-0. Troppo abile il campione uscente Esposito, di fronte ad un avversario prevedibile e anche più lento. Tre round in fotocopia per Esposito. Sollerio (FVG) b. Chavez (LZ) 5-0. Sfida a corta distanza con Sollerio più deciso e preciso. Chavez sempre in affanno. FINALE. LEONARDO ESPOSITO (TS) b. Marco Sollerio (FVG) 5-0. Si ripete esattamente l’andamento tattico della finale 2021, tra i due. Esposito evita ogni contatto con l’udinese, la cui offensiva trova spesso il vuoto. Il toscano ha boxe molto personale, braccia basse, gambe veloci e movimento sul tronco per evitare le bordate di Sollerio, inutilmente all’attacco per tagliare la strada ad un avversario imprendibile. Adesso il campione spera di poter partecipare a qualche torneo internazionale. Che meriterebbe ampiamente, considerato che agli europei di Jerevan in Armenia ha colto una preziosa medaglia di bronzo.
Kg. 51 SEMIFINALI. Al Assi (LB) b. La Fratta (PM) 5-0. Il lombardo, salito di categoria rispetto al 2021, dove era uscito all’esordio contro Sollerio, conferma la buona impressione lasciata al debutto battendo il sardo Fais, titolato nelle giovanili, ripetendosi contro il più esperto La Fratta, partito deciso per farsi poi anticipare nelle due riprese successive. Al Assi ha boxe ancora scolastica, ma precisa e veloce. Platania (Sc) b. De Montis (Lg) 4-1. Il siciliano sfrutta bene l’allungo e la mobilità delle gambe, rientrando con buona scelta di tempo, sul generoso ligure, che non demorde e si batte fino all’ultimo arrivando vicino al rivale. FINALE. NICOLINO PLATANIA (SC) b. Fares Al Assi (LB) 4-1. Ha deciso la terza ripresa, dopo il primo round al catanese e il secondo al lombardo con radici jordane. Nel rush finale, la maggiore esperienza e consistenza atletica del siciliano la spunta di misura ma giustamente sul ventenne allievo della Danger Boxe di Milano, che ha margini di miglioramento notevoli.
Kg. 54 SEMIFINALI. Sciacca (SC) b. Caratelli (LZ) 5-0. Anche se sconfitto, il laziale ha compiuto un passo avanti rispetto al 2021, dove venne fermato da Cuomo nei quarti. Contro il mancino Sciacca ha provato in tutti i modi di trovare bersaglio, con successo nel secondo round, poi l’allievo del maestro Affaticato nel round conclusivo ha evitato tutti gli attacchi, con rientri precisi, vincendo così il match. Cuomo (PM) b. Bilal (EM) 5-0. Niente da fare per l’allievo del maestro Alberti, che lo allena alla Salus e Virtus a Piacenza. Il torinese Cuomo ha troppa esperienza e anche qualità, per farsi superare. Infatti, conquista le tre riprese, accedendo in finale come l’anno scorso, dove non poté combattere per una ferita riportata in semifinale. FINALE. TOMMASO SCIACCA (SC) b. Simone Cuomo (PM) 5-0. Il dottor Cuomo, 31 anni, prossimo al dottorato, giunto alla settima presenza agli assoluti, può solo aggiungere il secondo argento ai due bronzi del passato contro un rivale imprendibile. Sciacca sul piano difensivo è quasi al top, migliorando anno dopo anno. Nel 2020 ad Avellino, venne fermato in semifinale dal cagliaritano Patrik Cappai, che gli aveva sbarrato la strada nelle giovanili. Si era rifatto nel 2021 superando prima il campione uscente l’abruzzese D’Alessandro e in finale il favorito Damiano Cordella, tricolore nel 2018, fermato per ferita. Salito di categoria ha fatto il bis abbastanza chiaramente, anche se Cuomo ci ha messo il cuore. Il campione ha sicuramente margini di miglioramento, in particolare deve colpire di più dopo le schivate.
Kg. 57 SEMIFINALI. Iozia (SC) b. Al Murchid (BZ) 5-0. Il bolzanino adottivo Al Murchid allievo di Nicotera, contro Iozia, il siciliano di Modica – dove si produce un cioccolato di altissima qualità – ha fatto l’impossibile per vincere, ma ha trovato un rivale più abile e determinato, capace di arrivare un attimo prima a colpire ed eludere la risposta. Una vittoria limpida ma non facile, contro un rivale in crescita, che ha destato l’attenzione della nazionale, vestendo anche la maglia azzurra. Russo (CP) b. Cravotta (PM) 5-0. Per il giovane, 19 anni, piemontese di Collegno, Cravotta vincitore nei quarti (ferita) del campione uscente il romano Colantoni, un bronzo oltre le attese. A fermarlo ci ha pensato Gianluca Russo, il casertano di Marcianise, allievo dell’Excelsior dove allena Francesco Brillantino il figlio del grande maestro Domenico. Russo lo scorso anno ha fatto il bis, dopo il precedente scudetto nel 2018 a vent’anni. Per la verità, contro Cravotta ha faticato più del previsto, partendo lento e recuperando nel finale. FINALE. FRANCESCO IOZIA (SC) b. Gianluca Russo (CP) 5-0. La concorrenza tra i due è molto sentita e la si avverte fin dall’inizio. Il primo round esprime pochi colpi, con leggera prevalenza per Iozia, molto concentrato, mentre Russo appare più nervoso. Anche nel secondo tempo, il siciliano trova bersaglio con azioni rapide che lo fanno preferire da tutti i giudici. Alla terza, Russo consapevole dello svantaggio cerca il recupero impossibile, vincendo il round, ma perdendo il match. Per Iozia il secondo trionfo, dopo aver vinto nel 2020 ad Avellino, sul filo del punto contro il corregionale di Ragusa, Giuseppe Canonico. A questo punto i 57 kg. ritrovano un pretendete al posto in azzurro.
Kg. 60 SEMIFINALI. Salerno (SC) b. Carmagnini (LG) 4-0. Il ligure Carmagnini forse sottovalutato ha reso la vita difficile al favorito e titolato Salerno, che ha vinto con meno margine del previsto, subendo anche un richiamo, con un 4-0 che non può certo soddisfarlo. Choukmane (LB) b. Barile (EM) 5-0. Il debuttante ventenne lombardo Barone, supplisce alla minore esperienza nei confronti dell’emiliano Barile, dieci anni più anziano, grazie ad un pugilato vario e preciso, che alla lunga fa la differenza. FINALE. DANIELE SALERNO (SC) vs Adil Choukhmane (LB) 5-0. Daniele Salerno, nel 2021 sceso dal ring, battuto da Gianluca Russo in semifinale mi disse: “Al momento Russo è troppo esperto, ma ai prossimi assoluti sarò io a dettare legge”. L’allievo della Dresda, dopo aver vinto i tricolori youth nel 2019 e 2020, ha fatto la giusta e sperienza con presenze in azzurro. In finale ha dato dimostrazione di talento, superando con giudizio un rivale che non ha saputo ripetere la prova della semifinale. Col passare dei minuti, Salerno acquisiva sicurezza e precisione, mentre Choukhmane perdeva mordente.
Kg. 63.5 SEMIFINALI. Scalcione (LB) b. Jhinaoui (TS) 5-0. Scalcione, il pugile di Saronno (25 anni) ha nella generosità l’arma vincente e lo ha dimostrato nei match disputati, battendo il laziale Pelli, l’abruzzese Liberati e in semifinale il ventenne fiorentino adottivo Jhinaoui che, nonostante l’impegno, ha dovuto subire la migliore impostazione del longilineo lombardo, che nel 2021 si era fermato in semifinale, superato dal giovane soldatino romano De Santis, che poi perse la finale contro il palermitano Morello debuttante agli assoluti. Giannotti (EM) b. Bertin (VE) 5-0. Altro esordiente agli assoluti, l’allievo della Reggiana Boxe ha nel ritmo l’arma vincente, anche se deve migliorare e non poco nei colpi larghi, che raramente gira. Ha temperamento a fiato da vendere e questo ha fatto la differenza. FINALE. GIACOMO GIANNOTTI (EM) b. Gerardo Scalcione (LB) 5-0. Il sogno del lombardo è durato un round, il primo, che ha vinto anticipando ed evitando gli assalti di un Giannotti scatenato. Dal secondo tempo, persa la mobilità e con le tossine nei muscoli, per Scalcione il percorso è stato tutto in salita, mentre Giannotti aumentava il ritmo offensivo e trovava bersaglio con sempre più facilità. Ammirevoli la resistenza e l’orgoglio del milanese, ma non sufficienti per ribattere ad un avversario organicamente decisamente speciale.
Kg. 67 SEMIFINALI. Malanga (GS) b. Angeloni (G.S.) 5-0. La vera finale del torneo, tra due talenti autentici, in particolare Angeloni, classe 2003, papà italiano, mamma cubana, messosi in luce già nel 2019 quando a 16 anni vinse l’europeo jr. Il percorso successivo è stato abbastanza travagliato. Lo scorso anno tornò a Cuba, poi negli USA dove firmò un contratto con i Di Bella, debutto nei pro il 5 giugno a Melbourne in Australia, dominando il locale Ken Aitken, con tre vittorie su altrettanti incontri. C’è voluta tutta la buona volontà dei suoi allenatori delle FFOO, per convincerlo a ritornare per gli assoluti. Il match col barese Malanga è stato forse il migliore del torneo. Angeloni ha vinto il primo round, ha tenuto bene nel secondo, poi ha ceduto d’un soffio alla maggiore esperienza di Malanga, una delle punte azzurre, che ha festeggiato i 23 anni, con una prestazione maiuscola. In nazionale dovrebbe tornare nei 63,5 come ai mondiali del 2021 e quindi lasciare ad Angeloni l’opportunità delle preolimpiche nei 67. Reina (SC) b. Sollima (SC) 5-0. Sfida tra due coetanei siciliani, classe 2001, con Reina che impone un maggior tasso tecnico di fronte ad un Sollima incapace di reagire ai colpi più precisi del rivale. FINALE. GIANLUIGI MALANGA (GS) b. Domenico Reina (SC) 5-0. Assente dal 2020 ad Avellino, dove vinse il secondo titolo, dopo quello del 2019 a Roma, il mancino barese ha dominato i tre round, senza sprecare troppe energie. Reina ha provato ad attaccare ma raramente trovava bersaglio utile, mentre i rientri di Malanga sembravano teleguidati, confermandosi una delle nostre certezze. “Mi sono preparato senza affanno e ho vinto per la terza volta la cintura. Adesso l’obiettivo è rivolto ai Giochi di Parigi 2024, un traguardo importante, che vale una carriera”.
Kg. 71. SEMIFINALI. Lombardi (LZ) b. Rimanti (TS) 5-0. Lombardi, allievo del maestro Arcesi, campione uscente nei 69, arriva in semifinale con due convincenti vittorie a spese del debuttante Campagnoli di Cisterna, elemento da seguire e dell’emiliano Martelli. Al terzo impegno, trova il toscano Rimanti, che cerca di ribattere alla boxe di rimessa del romano, ma arriva sempre un attimo dopo. Senza strafare Lombardi ne esce netto vincitore. Magrì (PL) b. Enofe (SC) 5-0. Il beniamino di casa, che ricordiamo al debutto nel 2016 a 19 anni a Bergamo e poi vincitore del tricolore nel 2017 a Gorizia, battendo in finale il favorito romano Natalizi, facendolo anche contare. Era tornato agli assoluti nel 2020, in forma precaria, facendosi battere dal toscano Brahimaj nei quarti. Non è stato facile per il maestro Cataldo Quero recuperarlo, dopo problemi e infortuni vari. Il tarantino stavolta ha mostrato determinazione e voglia di emergere. Prima di arrivare in semifinale ha superato il toscano Diani e il sardo Argiolas con autorità. Il confronto col siciliano Enofe, della Marsala Boxe non è stata una passeggiata. Il pugile di colore, brevilineo votato all’attacco, lo ha impegnato nella prima parte, per calare nel round finale, quando la boxe più precisa ed efficace del pugliese ha fatto la differenza netta. FINALE. FRANCESCO MAGRÌ (PL) b. Manuel Lombardi (LZ) 5-0. Lombardi parte meglio, cogliendo di precisione Magri, un po’ lento a replicare. Scosso dall’angolo, il tarantino ha cambiato marcia, infittendo l’azione offensiva, usando bene sia il diretto sinistro che il montante destro, mentre Lombardi è parso a disagio nel cercare e trovare le giuste contromisure. La terza e decisiva ripresa vedeva i giudici premiare coralmente la voglia di vincere del pugile di casa. Un rientro positivo e importante per il campione che a 25 anni, potrebbe scegliere il professionismo con buone possibilità di emergere in tempi brevi. Per il ventenne Lombardi, già campione youth 2019, solo uno stop, facilmente recuperabile.
Kg. 75. SEMIFINALI. Salvati (GS) b. Mantovani (LB) 5-0. Il romano dell’esercito Salvati non aveva digerito la sconfitta nella finale 2021 contro Manfredi, un KO clamoroso al terzo round con la situazione in equilibrio. Questa volta non voleva fallire, anche se la mano destra non era a posto, ha praticamente disputato quattro match usando il sinistro. In semifinale affronta Mantovani di 27 anni, della Little Gym di Milano, gestita da Alessandro Merafina. L’avversario di Salvati ha tecnica approssimativa ma forza e coraggio, che si oppongono alla migliore impostazione del romano, vincitore chiaro, ma con tanta fatica. Tachi (TS) b. Crimi (SC) rsc ferita 2. Il toscano appare subito superiore al siciliano di Marsala, abbastanza impacciato e spesso con la testa in avanti. Il primo round vede Tachi in vantaggio e questo punteggio diventa decisivo, quando Crimi in avvio del secondo round si scontra col fiorentino e si ritrova ferito al sopracciglio. Il medico ferma il match e il fiorentino accede in finale. FINALE. REMO SALVATI (GS) b. Drilon Thaci (TS) 5-0. Match complicato per Salvati, che subisce l’assalto iniziale del toscano Thaci, deciso a conquistare il titolo e viene premiato dai giudici. Il romano cerca di recuperare nel round successivo, usando i colpi lunghi ma usa molto il clinch per legare e l’arbitro lo richiama ufficialmente, ritrovandosi ancora indietro nel punteggio. Terzo round dove entrambi spendono ogni energia per vincere, Salvati tira fuori anche il destro e riesce a far suo round e match, con un 5-0 ai vantaggi. Deluso il generoso Thaci, in lacrime Salvati che alza gli occhi al cielo per ringraziare qualcuno da lassù. “Che sofferenza, vincere col solo sinistro non è facile, perché ogni avversario combatte per batterti. Il richiamo non ci voleva. Purtroppo l’ho subito e ho dovuto compiere un miracolo per vincere, tirando fuori ogni energia”. Statisticamente Remo è tornato campione dopo un decennio, quando nel 2012 a 13 anni vinse il titolo schoolboy e l’anno dopo vestì la maglia azzurra agli europei jr. e poi ai mondiali youth nel 2016. Nel 2018 soggiorna a lungo nei Paesi Baschi in Spagna dove combatte con buon successo. Torna in Italia e complice il Covid, quando rientra in Italia e partecipa agli assoluti 2019 a Roma è fuori forma e l’allora giovanissimo bolognese Kobba, lo ferma all’esordio. Salta il 2020 e della scorsa edizione ho già ricordato. Quando hai iniziato la boxe? “A 6 anni mio padre disperato mi accompagnò in palestra per dare ordine ad una esuberanza pazzesca. Ho provato basket, motocross e nuoto, pure calcio, karate e judo ma mi stufavo presto. Solo il pugilato mi appagava e così anche oggi. Quest’anno volevo scendere nei 71 kg. per affrontare Lombardi che conosco bene, ma l’infortunio alla mano destra non mi ha consentito di allenarmi come speravo. Comunque ho vinto e sono strafelice. Ringrazio anche lei, perché è l’unico giornalista che ci segue e scrive con cognizione di causa. Una vera rarità”. Confesso che mi ha sorpreso il suo grazie e a mia volta ringrazio il soldatino romano.
Kg. 80 SEMIFINALI. Tumminello (GS) b. Biagi (TS) 5-0. Assente l’emiliano Commey campione uscente, che agli europei in Armenia ha conquistato un prestigioso argento, il ritorno del siciliano Tumminello, classe 1998, presente agli assoluti 2017 a 19 anni, protagonista nel 2019 a Roma, quando contese il titolo al pugliese-cubano Rossetti, ma dopo quella sconfitta ebbe un lungo periodo di stasi. Entra nelle Fiamme Azzurre e i suoi tecnici sono bravi e pazienti nel recuperarlo, così dopo due anni di silenzio si presenta in buona forma. Debutta e supera netto il veneto Manfron, riserva lo stesso trattamento al romano Aveni entrando in semifinale, dove trova il toscano Biagi che non và oltre una dignitosa sconfitta, sempre anticipato dal sinistro del militare a cui seguiva un destro veloce. Ottomano (PL) b. Ansalone 5-0. Il tarantino della Quero e Chiloiro, classe 1999, dopo un inseguimento ai vertici, iniziato nel 2018 a 19 anni, raggiunge la sospirata finale a spese del marchigiano Ansalone del 2003, uno dei più giovani, tricolore youth 2020, che in avvio aveva ripetuto il risultato nella finale giovanile contro il toscano Giuliano, azzurro agli europei a Budva 2021. Il match è stato piacevole, ma Ottomano ha fatto prevalere la maggiore consistenza atletica, anche se stilisticamente Giuliano ha un repertorio migliore. Purtroppo non sempre chiude i colpi. FINALE. GERLANDO TUMMINELLO (GS) b. Andrea Ottomano (PL) 5-0. Il mancino pugliese cerca di anticipare un avversario più mobile che studia l’avversario ed emerge nella seconda ripresa anticipandolo, con un buon gioco di gambe, anche se Ottomano non si da per vinto e cerca di chiuderlo alle corde per scambiare a corta distanza. L’equilibrio si spezza quando Tumminello trova le combinazioni giuste che non trovano le repliche del tarantino, comunque generoso fino all’ultimo. Per Tuminello un successo importante che dovrebbe riportarlo in zona azzurra.
Kg. 86 SEMIFINALI. Lizzi (GS) b. Siano (CP) 5-0. La maggiore consistenza di Lizzi, il calabrese allievo del maestro Morello, passato con i carabinieri, ha annullato la buona volontà del macino Siano, cresciuto all’ombra del gym di Montoro nell’avellinese, dove allena Agostino Cardamone, persona di grande correttezza, uno dei più forti medi italiani, degli anni ’90, campione nazionale, d’Europa e mondiale WBU, oltre che sfidante al titolo WBC. Solo tre sconfitte in carriera su 33 vittorie. Ha battuto tre volte su tre Silvio Branco. Siano ha dovuto lasciare l’opportunità a Lizzi, decisamente più forte e deciso, combattente grintoso e resistente. Acosta Sanabia (LG) b. Brito (TS) 5-0. Acosta Sanabia John Gesus, questo gigante alto 1,89, nato a S. Domingo il 24 dicembre 2001, in Italia a 9 anni e italiano dal 2021, arriva dalla palestra genovese del maestro Rossetto ad Arenzano, che insegna boxe e comportamento, praticamente sconosciuto, anche se nel 2018 prese parte agli assoluti youth, battuto in finale da Millas. A Ugento si è presentato battendo il laziale Di Fiore largamente, il bis contro il giovane campano Albano e per accedere in finale incrocia il toscano Brito, 25 anni, che frequenta gli assoluti dal 2016, e quest’anno ha trovato posto anche in nazionale. Sanabia offre ottima boxe, colpi veloci e schivate precise, oltre ad un buon gioco di gambe, battendo uno dei favoriti in modo netto. FINALE. VINCENZO LIZZI (GS) b. Johan Gesus Acosta Sanabia (LG) 3-2. A parere personale verdetto sbagliato, che ha punito Acosta Sanabia, il pugile che ha offerto boxe corretta, azioni costruite con buona tecnica, anche se scarsa esperienza, visto il record di soli 25 incontri, contro oltre il doppio del calabrese, che ha potenza, ma esagera nei colpi larghi senza girarli. Purtroppo se gli arbitri come è stato nel match in questione, ma non l’unico, si limitano a richiami amichevoli, finisce che i giudici seguono l’onda a assegnano il round al meno meritevole. Sorprende che i responsabili tecnici non si siano accorti di questa pessima consuetudine, mentre hanno raccomandato di non infliggere richiami nell’ultimo round. Se è vero, mi pare una scempiaggine. Vincenzo Lizzi che nel 2020 giunse secondo, battuto da Abbes, a 26 anni non è più un novellino, ha coronato il sogno tricolore, seguendo il fratello più giovane Roberto passato professionista, vincitore nel 2021. A di fuori del verdetto, il giovane genovese merita l’attenzione dei tecnici della nazionale in una categoria nuova.
Kg. 92. SEMIFINALI. Facchini (LB) b. Lerna (PL) 5-0. Il bresciano Mattia Facchini, 19 anni, allievo di Sipontino Latorre, debuttante agli assoluti, dopo la buona impressione contro il marchigiano Cacchiarellii, dalla boxe molto approssimativa, conferma e convince di fronte a Carmine Lerna, i cui assalti non trovano bersaglio, per le belle schivate e i rientri che vanificano gli attacchi del pugliese di Francavilla. Facchini vince facile e lascia sperare per la finale. Bortone (TS) b. Bouhouch (EM) 5-0. Tra i due ventenni è subito boxe muscolare a corta distanza, dove prevale il toscano del gym Salvemini, molto forte e resistente, mentre il ravennate importato, cede alla distanza, sfiancato dagli assalti continui di Bortone, che non concede respiro all’avversario. FINALE. VINCENZO BORTONE (TS) b. Mattia Facchini (LB) 5-0. Ha prevalso nettamente Bortone, che ha carattere e resistenza, ovvero polmoni a mantice e anche braccia veloci. Peccato che nella foga agonistica dimentichi spesso di girare i colpi. Che l’arbitro ha lasciato correre come ha fatto il collega nella finale precedente. Evidentemente rientrano nei nuovi regolamenti. A fronte di questo guerriero che alla fine l’avrebbe spuntata, il lombardo invece di opporsi impostando il match alla lunga distanza, ha accettato un duello nel quale aveva tutto da perdere, come infatti è stato. Sorprende che l’angolo di Facchini non lo abbia consigliato a tentare una diversa impostazione. Bravo il vincitore, ma il vice campione, vista l’età è da tenere d’occhio dai tecnici nazionali.
Kg. 92+ SEMIFINALI. Tonyshev (VE) b. Ogliari (LB) 5-0. Dmitro Tonyshev, campione uscente, dopo il successo del 2021, si è guadagnato il posto agli europei dello scorso maggio a Yerevan in Armenia, uscendo all’esordio contro il georgiano Begadze, ma con l’elezione a rappresentante degli atleti presso l’EUBC. Negli ultimi mesi ha rallentato gli allenamenti, ormai prossimo alla laurea a Padova, per questo a Gallipoli, pur battendo il lombardo Ogliari, non è parso al top. Lenzi (EM) b. Carbotti (GS). Finisce sul podio più basso l’ennesima presenza agli assoluti di Mirko Carbotti, veterano della rassegna, esordio nel 2014 a Gallipoli dove si impose il lombardo Alessio Spahiu. Dal 2015 al 2018 centrò un poker importante, raggiunto nei massimi solo da Biagio Chianese, anche se Roberto Cammarelle, dopo i due tricolori nei mediomassimi (2000-2001) ne mette assieme ben sei (2002-2003-2004.2005-2006.2007) nei massimi. Il romano delle Fiamme Azzurre, 30 anni compiuti, in palestra dal 2004 a 12 anni, dopo la sconfitta nel 2021 in finale contro Tonyshev, sperava di arrivare almeno in finale e giocarsi l’oro. Invece in finale è arrivato l’emiliano Diego Lenzi, 21 anni alla prima presenza agli assoluti, della palestra Alto Reno, pochi incontri ma un potenziale in prospettiva notevole. Carbotti è sempre stato anticipato, incapace di reagire e controbattere. Tre round tutti per Lenzi. FINALE. DIEGO LENZI (EM) b. Dmitro Tonyshev (VE) 5-0. L’ex ucraino era consapevole di avere poche possibilità della riconferma. Così è stato, il romagnolo ha sempre anticipato l’avversario, colpendo con grande rapidità, pur concedendosi pause per ripartire. Come nelle altre due categorie più pesanti, anche nei +92 è spuntato un nome nuovo, che non sarà un fenomeno, ma in una categoria dove gli altri saliti sul podio non sono certo novellini, troviamo un pugile sul quale si può lavorare in prospettiva. Che emerga o meno è sempre una scommessa rischiosa. Vedremo in futuro.
Semifinali e finali femminili
Kg. 48 SEMIFINALI. Erika Prisciandaro (GS) b. Di Bari (LZ) 5-0. La Di Bari, dopo il successo a Pescara nel 2018, ha provato nel 51 kg. nel 2021 con poca fortuna, infortunandosi al debutto. Rientra quest’anno, tornando nei 48 kg. e batte la siciliana Puliafico che la impegna niente male. In semifinale trova la barese Prisciandaro, podi europei giovanili, argento la scorsa stagione superata dalla più esperta Bonatti, che di scudetti ne ha incamerati cinque. La sfida è di alto livello e per metà incontro il vantaggio della pugliese delle FFOO è minimo, poi la velocità della più giovane prende consistenza e ottiene il verdetto pieno. Parigi Bini (VE) b. Parracciani (LZ) 5-0. Parigi e Parraciani, entrambe presenti a Massa nel 2021, dove erano iscritte 12 atlete contro le 7 a Gallipoli, con una sola vittoria arrivano in semifinale e la posta diventa importante. La padovana si dimostra subito più concreta costringendo la romana di Torre Angela a chiudersi in difesa, tattica che dovrà attuare ad ogni ripresa, per la consistenza offensiva della Parigi, che vince nettamente e approda per la prima volta in finale. FINALE. ERIKA PRISCIANDARO (GS) b. Vittoria Parigi Bini (VE) 5-0. Giustamente, la veneta Bini cerca di metterla sullo scambio corto, per sfruttare la maggiore consistenza muscolare e la stazza fisica superiore. Erika pesa 46 kg. e deve evitare lo scontro diretto, muovendosi e rientrando in velocità. Inizialmente fatica ma a gioco lungo il miglior tasso tecnico orienta la sfida dalla sua parte in modo chiaro. La nuova campionessa, figlia d’arte, iniziata alla boxe da papà Michele, passata in consegna a Michele Caldarella ad Assisi nelle FFOO, è assai felice: “La padovana è forte come un uomo, quindi un compito per niente facile, anche se mi pare di aver vinto netto. Adesso debbo mettere qualche muscolo in più, ma senza perdere velocità. Peccato che ai Giochi di Parigi si inizi a 50 kg.”
Kg. 50. SEMIFINALI. Ayari (SC) b. Garofano (CP) rsc 1. La catanese Ayari, punta azzurra nelle categorie giovanili, debutta agli assoluti a 19 anni, affrontandola Garofano, 23 anni anche lei al debutto. Purtroppo per l’allieva del glorioso gym Medaglia d’oro di Marcianise, l’avventura si conclude in fretta. Sorpresa dal furioso assalto della siciliana, cerca di limitare i danni chiudendosi in difesa, che l’arbitro ritiene troppo passiva e la ferma per prudenza prima che scada il round d’avvio. Macrì (PM) b. Mantovani (VE) 5-0. Andante lento del match, con pochi colpi e molta prudenza. Aumenta il ritmo nella successiva ripresa e la Macrì si dimostra più concreta e precisa, mentre la Mantovani subisce gli affondi della piemontese, che conquista la finale. FINALE. LUCIA AYARI (SC) b. Federica Macrì (PM) 5-0. Match a senso unico per Lucia Ayari, la più giovane delle campionesse di Gallipoli. La Macrì cerca di reagire all’assedio ma il divario è sempre più ampio. Contata nel secondo round, mostra coraggio e resistenza, arrivando alla fine del match. La catanese a 50 kg. è destinata a dominare, sempre che Roberta Bonatti non salga di categoria, Comunque la Ayari è la nuova realtà della categoria dopo i podi europei tra jr. e youth.
Kg. 52. SEMIFINALI. Bignami (LZ) b. Borella (LZ) 5-0. La Bignami, debutta nel 2018, dove coglie il bronzo, fermata in semifinale dalla ligure Fadda che vinse il titolo, per sparire poco dopo, quando avrebbe potuto ottenere soddisfazioni europee. Dopo quel podio, la romana, complice il Covid, lo studio e un certo appagamento, oltre ai consigli del fratello Lamberto residente in Australia, che l’invitava alla prudenza, resta lontana dalla palestra fino all’inizio di quest’anno. Il ritorno e l’esordio a Gallipoli, battendo la più giovane Borrella, con bella sicurezza, le infonde la fiducia per la grande impresa. Magistrali (EM) b. Furlan (LZ) 5-0. La Magistrali e allieva del maestro Alberti, istituzione della Salus e Virtus di Piacenza, dove è entrata nel 2017 a 27 anni, in precedenza si era dedicata al lavoro, senza interesse per lo sport. Nel 2019 a Roma, la prima esperienza nazionale con pochissimi incontri e la soddisfazione di una vittoria contro la pugliese Tanzarella che gli vale il bronzo. Per la finale disco rosso di fronte alla siciliana Martina La Piana, talento assoluto nelle giovanili. Dopo tre anni, ci riprova e a dispetto delle 32 primavere, arriva in finale superando la romana Furlan 26 anni, origini venete, allieva del gym “Il Gladiatore”. Sul ring l’impatto è favorevole alla Magistrali, la sua boxe semplice ma efficace, trova bersaglio e la giuria la premia all’unanimità. FINALE. SILVIA BIGNAMI (LZ) b. Margherita Magistrali (EM) 5-0. La romana Bignami, che nel frattempo è passata alla “Torre Angela” dove insegna Alessandro El Moeti, si dimostra nettamente superiore alla volonterosa rivale, dominando i tre round, denotando personalità e maturità tecnica. Una vittoria che oltre al risultato, l’ha motiva per proseguire l’attività e puntare ancora più in alto. “Confesso che in partenza non pensavo di vincere il titolo, poi ho capito che potevo farcela e mi sono impegnata al meglio. Dopo due anni di stop, anche se mi allenavo sia pure blandamente, addirittura nel garage di casa, dove ho allestito una mini palestrina, oppure con puntate saltuarie in varie palestre, rientrare con pochi mesi di preparazione vera, posso definirlo un mezzo miracolo. La verità è che conta molto frequentare quella giusta come a Torre Angela, dove hai solo l’imbarazzo della scelta, dove si allenano una trentina di dilettanti e una dozzina di professionisti, dove posso fare i guanti con pari peso, compreso il figlio del maestro, il giovane Anthony, del 2008, argento europeo schoolboy in carica, un talento che mi è stato utilissimo per la grande abilità e velocità esecutiva. Nel frattempo dopo la laurea in scienze motorie e i master, insegno prepugilistica e mi specializzo nelle terapie sia per i disabili che per altre patologie sui soggetti più fragili”. A sua volta, Margherita Magistrali, nata a Pavia, 28 anni, trasferitasi giovanissima in Emilia, trovando la collocazione ideale sulle colline in Val Tidone, nel piacentino, è soddisfatta dell’argento: “Tornare a casa con un argento dagli assoluti è una grande soddisfazione, in particolare a chi mi chiede come una biondina, dall’apparenza fragile, abbia scelto il pugilato. Smentendo pure chi mi domanda come mai non mi abbiano ancora rotto il naso, visto che il mio si vede bene. La mia risposta è la medaglia che mostrerò a tutti e il naso intatto. Ma il vero miracolo nasce nel 2020, quando sognavo di migliorare il bronzo dell’anno prima a Roma. A scompaginare tutti i piani ci pensa un cane che mi morsica, trappandomi una falange all’indice della mano sinistra. A quel punto pensai che con la boxe avrei chiuso, ma non volli darmi per vinta e tornai in palestra almeno per provare a tirare qualche pugno. Poco a poco mi abituai a superare l’handicap e prendere sempre più fiducia in me stessa per presentarmi in buona condizione quest’anno. Premetto che la nostra è un’azienda a conduzione famigliare, quindi ognuno ha i suoi compiti e debbo dire grazie a papà Fulvio, che mi ha sostituito molte volte”. Quando è perché hai iniziato il pugilato? “Era la fine del 2017 e avevo appena concluso una lunga relazione. Passai casualmente davanti ad una palestra e per pura curiosità decisi di entrare. All’ingresso incrocio una ragazza pensando fosse la maestra, si trattava di Roberta Bonatti che mi indirizza al vero tecnico Aberti che mi disse di presentarmi l’indomani con scarpe e calzoncini. Da quel giorno la Salus e Virtus è la mia seconda casa”.
Kg. 54 La categoria dove delle sette iscritte, quattro aspiravano al titolo. Sirine Charaabi debutta nel 2017 con la Tifata di S. Prisco dei Perugino, a 18 anni e coglie il bronzo nei 57. L’anno dopo è argento, battuta dalla Sorrentino, nel 2019 sale nei leggeri, fermata dalla Amato. Primo titolo ad Avellino nel 2020, poi da italiana nei 57, bis l’anno dopo, scesa nei 54, superando in finale la Lamagna, che a sua volta oltre ad aver preso parte agli europei di Madrid nel 2019, aveva conquistato l’oro italiano nel 2018 a 20 anni e due anni dopo ad Avellino. Olena Savchuk, classe 94, ha iniziato a vincere il tricolore nel 2019 nei 50-51 kg. ripetendosi nei due anni successivi. A Gallipoli è salita nei 54 e ha centrato il poker. Sharon Prisco del 2001, napoletana di nascita, casertana adottiva, fa parte della sezione giovanile delle FFOO a Marcianise e insegue il titolo dal 2019 a18 anni, dopo averne vinti nelle giovanili, bronzo nel 2016 agli europei jr. Argento nel 2020 ad Avellino, bronzo lo scorso anno. A Gallipoli, ritrova per la quarta volta Giulia La Magna e rimedia l’ennesima sconfitta, pur lottando quasi alla pari. SEMIFINALI. Charaabi (GS) b. Vescovini (EM) 5-0. Incontro di puro allenamento per la detentrice del titolo. La reggiana Vescovini, più bassa, oppone grande generosità, non certo sufficiente per controbattere ai colpi lunghi e veloci della Charaabi. Savchuk (AB) b. Lamagna (PM) 5-0. L’abruzzese Savchuk nata in Ucraina, ma italiana a tutti gli effetti, parte decisa e la piemontese sembra non trovare il bandolo della matassa tecnica. Così per due round, quando Lamagna si sveglia nei tre minuti finale è troppo tardi e il 5-0 dei giudici è quasi una beffa. Mentre la Savchuk guadagna la preziosa finale. FINALE OLENA SAVCHUK (AB) b. Sirine Charaabi (GS) 4-1. La mancina Charaabi sembra aver trovato la tattica giusta per vincere la difficile sfida, si muove bene ed evita l’attacco dell’abruzzese sempre lenta a carburare. Questo nel primo round. Cambia tutto nel secondo con la Savchuk che prende l’iniziativa e abile nel contempo ad evitare le repliche dell’avversaria. Il terzo tempo è intenso e la giuria premia Olena, con grande delusione della Charaabi. I suoi secondi fanno ricorso, ma la giuria d’appello conferma la decisione.
Kg. 57. SEMIFINALI. Tessari (FVG) b. Nocentini (LG) 5-0. Pur non essendo al top della condizione, compreso un fastidio alla mano destra, l’ex europea youth e già tricolore nel 2019 e 2021, la padovana non fatica troppo contro la ligure Nocentini, brevilinea di grande coraggio ma notevoli limiti tecnici, portando a casa una vittoria netta e l’accesso in finale. Voglino (LZ) b. Garganese (PL) 5-0. Le due si conoscono bene e il risultato a favore della Voglino, appare scontato fin dal primo round, grazie alla maggiore pressione, precisione e rapidità, mentre la pugliese di Francavilla stenta a replicare, apparendo più macchinosa. Tre round in fotocopia e verdetto unanime per la romana. Che arriva in finale per la terza volta. FINALE. BIANCAMARIA TESSARI (FVG) b. Bianca Voglino (LZ) 3-2. Le due si ritrovano in finale come la scorsa edizione. La romana capisce subito che potrebbe essere la grande occasione, considerando che la padovana appare meno precisa e più lenta. Si affrontano due stili in contrapposizione, gioca di fioretto la Tessari, attacca a tutto spiano la Voglino. Il primo round è di marca romana, grazie alle serie a corta distanza, la seconda tornata premia la Tessari che trova bersaglio ed evita le repliche. Si va al terzo in perfetta qualità. Round violento ed equilibrato, che tre giudici assegnano alla Tessari e due alla romana. Verdetto impugnato dai romani, ma la giuria d’appello non cambia quello della giuria sia pure di stretta misura. Per la Tessari è il terzo alloro.
Kg. 60. SEMIFINALI. Golino (GS) b. Svarca (MC) rsc 2 t. Daniela Golino, casertana di Marcianise, classe 2002, dopo aver raggiunto la finale la scorsa edizione, superata da Alessia Mesiano, prova l’impresa a Gallipoli. Inizia bene contro la marchigiana Svarca, sulla soglia dei 30 anni, che non va oltre il secondo round, sotto le serie di una rivale troppo superiore e determinata decisa a non concedere alternnative. De Muru (EM) b. Bellusci (LB) 5-0. La lombarda Bellusci, bronzo nel 2020 nei 57 al debutto, non ha saputo più ripetersi, anche se nel 2021 avrebbe meritato la semifinale. Purtroppo la giuria toppò clamorosamente della realtà vista sul ring, assegnando la vittoria immeritata alla ligure Masini. A Gallipoli, la lombarda nei leggeri non ha saputo replicare alla maggior precisione della più giovane e motivata De Muro, reggiana di genitori sardi, che approda giustamente in finale. FINALE. DANIELA GOLINO (GS) b. Annalaura De Muro (EM) 5-0. Assente la Mesiano, impegnata e vincente in Portogallo, la campana Golino festeggia i vent’anni col primo titolo assoluto, dopo aver vinto sia nelle jr. che tra le youth. La De Muro cerca di contrapporre il cuore alla minore consistenza tecnica e tattica, ma la differenza è troppo netta per sperare nella cintura. Il 5-0 è tutto per la Golino, che al terzo tentativo torna nella sua Marcianise con la maglia tricolore.
Kg. 63. SEMIFINALI. Regione (CP) b. Monteverdi (LB) 4-1. Si pensava che la lombarda Monteverdi, potesse farcela. Argento 2020 ad Avellino, finita vicino all’emiliana di colore Noutcho, che a sua volta non seppe ripetersi l’anno dopo, battuta in finale dalla piemontese Cornio, allora nome nuovo della categoria e ancora vincitrice nei quarti della lombarda. A bloccare i sogni della milanese ci ha pensato Francesca Regione, ventenne allieva del maestro Agostino Cardamone che insegna boxe e stile di vita a Montoro nell’Avellinese. Cardamone negli anni ’90 è stato uno dei più forti medi italiani, battendo tre volte Silvio Branco, campione italiano, europeo e del WBU, sfidante al mondiale del WBC, mancino dal gancio sinistro micidiale. Da anni insegna boxe e la Regione è l’ultima scoperta. Avrebbe potuto esplodere prima, ma il gym dove si allenava, per tre anni non le concesse il trasferimento. All’esordio ha battuto due lombarde, prima la Greggio e poi la Monteverdi, apparsa decisamente sottotono. Zappoli (GS) b. Montalbini (EM) 4-1. Nel 2018, la Montalbini, marchigiana di Fabriano, emiliana di residenza, oltre che mamma, fece sensazione arrivando in finale contro l’invincibile Carini nei 69 kg a 34 anni compiuti. Seppe ripersi anche l’anno dopo e terzo argento nel 2020. L’anno dopo subito fuori, stesso destino a Gallipoli contro la Zappoli, che di anni ne ha 15 meno. La Montalbini non ha piani di ricambio al suo modo di combattere: avanza e spara colpi, spesso fuori bersaglio ma per questo non demorde. La Zappoli, napoletana di S. Maria Capua Vetere, 22 anni compiuti, cresciuta presso la Tifata della famiglia Prisco, dove si mangia pane e pugni, poi alle FFOO giovanili, ha scaldato i ferri evitando le bordate della Montalbini, replicando con gli interessi. FINALE. ANGELA ZAPPOLI (GS) b. Francesca Regione (CP) 4-1. Match più sulle intenzioni almeno in avvio, con le due atlete prudenti a non scoprirsi, poi la più alta Zappoli trova il tempo giusto per anticipare la Regione, calata nella parte finale. A sorpresa i giudici a maggioranza assegnano verdetto e titolo a Francesca. La Zappoli alza le braccia al cielo in segno di disperazione e i suoi mentori non perdono un secondo a fare ricorso. Attesa spasmodica e dopo mezz’ora, arriva l’accoglimento: vince la Zappoli 3-2. L’allieva di Cardamone, accetta il verdetto senza commentare, la Zappoli risorge dalla tristezza ed esulta, abbracciando i suoi tecnici. “Quando hanno alzato il braccio alla mia rivale, mi sono guardata i calzoncini pensando di aver sbagliato colore. Poi ho realizzato che quello era il verdetto e ho guardato di brutto l’arbitro che non aveva alcuna colpa. Non ho mai sofferto come l’attesa per questo verdetto. Mi sembrava di essere finita in una bolla senza respiro. Sapevo di aver vinto e mi sembrava impossibile il contrario. Sono arrivata alla boxe dopo anni di karate, nel frattempo mi sono laureata in Scienze motorie, voglio partecipare ai concorsi per entrare nell’arma e specializzarmi su tematiche di preparazione sportiva. Il titolo è stato il regalo di Natale anticipato che mi stimola a insistere e mi dà la forza di percorrere ogni giorno 100 km. in auto per andare, alla sezione giovanile delle FFOO a Caserta dove mi allenano i Perugino. Il 2022 è stato anche l’anno magico, avendo partecipato al campionato per regioni, contribuendo con le mie due vittoria allo scudetto tricolore del torneo”.
Kg. 66 SEMIFINALI. Carini (GS) b. Vecchiato (PM) 5-0. Per la plurititolata Carini, nata a Napoli e residente a Piedimonte Matese, tornare sul ring è stato importante dopo mesi di silenzio. L’avversaria Vecchiatto, allieva della Boxe Grugliasco, nel torinese, era salita di categoria, sperando di avere più fortuna. Infatti, battendo la laziale Mart D’Costa (31 anni), si assicura il podio, sia pure quello più basso. Per la finale deve lasciare il passo alla Carini, accolta dal pubblico con applausi convinti. Marcone (EM) b. Sala (PM) 5-0. Anche per la reggiana Marcone, classe 1988, un passo in avanti rispetto alla edizione scorsa, dove a fermarla in semifinale non fu la Noutcho, ma un problema alla mano, che gli vietò di tentare l’accesso per il successo finale. La Sala, classe 2001, ha fatto utile esperienza, pagando la minore consistenza dei colpi. FINALE. ANGELA CARINI (GS) b. Rosalba Marcone (EM) 5-0. Scendendo dal ring, sorridente e vincente, Angela Carini, giunta alla splendida dozzina, serie iniziata nel 2016 a Bergamo con un salto nei 75 kg. nel 2017, unica assenza nel 2020, poi sempre presente. A Gallipoli ha onorato la manifestazione, divertendosi anche in finale, scambiando senza forzare con la robusta Marcone, che sicuramente avrà tratto utile esperienza affrontando una campionessa che nel suo palmares, oltre ai trofei assoluti giovanili, vanta un argento mondiale ed uno europeo e l’età (24 anni) per incrementare il bottino. “Mi serviva una pausa di riflessione, per riprendere ad avere il desiderio di tornare sul ring. Così è stato e gli assoluti sono arrivati nel momento giusto, con le giuste sensazioni”.
Kg. 70 SEMIFINALI. Gemini (LZ) b. Stirpe (LG) 5-0. Dopo l’exploit del 2020 ad Avellino negli 81 kg. la genovese Stirpe scende di categoria e si presenta nel 2021 addirittura nei 69 kg. vincendo a spese della lombarda Ripamonti ai punti, mentre contro la piemontese Passato, fermata dal Covid, non deve neppure mettere i guantoni. Purtroppo in finale subisce lo stesso destino, avendo condiviso la camera con una collega risultata positiva. Un argento molto amaro, addolcito dalla chiamata in nazionale. A Gallipoli il sorteggio le riserva la viterbese Melissa Gemini, spauracchio nelle youth a livello europeo, in conflitto con la bilancia nelle ultime due stagioni. I 70 kg. non sono la sua categoria, regalando chili e altezza, ma a livello italiano non ha rivali. Infatti anche la Stirpe pur provando a replicare, a gioco lungo si è dovuta rendere conto della maggiore consistenza sia dei colpi che della continuità della Gemini che arriva in finale al debutto nella rassegna maggiore. Arianna Cornio (PM) b. Trischitta (SC) 5-0. L’esordio agli assoluti della siciliana Trischitta, 19 anni, titolare agli europei youth 2021 a Budva, nonostante la sconfitta va considerato positivo di fronte alla torinese Cornio, tricolore 2021 nei 64, salita di categoria, apparendo più lenta e non più forte. Vittoria netta, ma la finale sarà un’altra storia. FINALE. MELISSA GEMINI (LZ) b. Arianna Cornio (PM) 5-0. Pronostico rispettato che indicava la Gemini favorita, anche se la Cornio per orgoglio ha tentato in tutti i modi di capovolgerlo, gettando sul ring ogni energia e quel pizzico di talento, che l’aveva premiata lo scorso anno. Per la Gemini non è stata una passeggiata, ma alla fine il tricolore l’ha premiata. A fine match ho chiesto ad Arianna che tipo di rafforzamento muscolare abbia svolto. “Ho magnato il doppio del solito”. Non occorrono commenti.
Kg. 75 SEMIFINALI. Scala (FVG) b. Chiodo (EM). L’udinese comanda lo scambio per tutto il match contro l’emiliana Chiodo, 34 anni, che si allena all’Accademia dell’Esercito, ma evidentemente non lo frequenta troppo, vista la condizione poco atletica. Per la Scala è stato un allenamento utile in proiezione della finale contro la Gomiero. FINALE. ANDREA GOMIERO (VE) b. Lucia Scala (FVG) 5-0. Non è mai troppo tardi anche nella boxe. Andrea Gomiero, veneziana di Dolo, dove è nata il 14 ottobre 1986, inseguiva il titolo dal 2017 a Gorizia, al debutto nei medi, fermata in semifinale dalla Carini. Nel 2018 e 2019 è Assunta Canfora a stopparla, mentre nel 2020 ad Avellino, la parmense Jessica Altadonna, che tra la laurea in psicologia e il dottorato, trova il tempo per vincere il titolo assoluto nei 69 kg. a spese della Gomiero, che dopo aver ottenuto il diploma da ragioniera, sceglie di fare l’ambulante vendendo frutta e verdura. L’anno scorso Andrea si toglie la soddisfazione di battere la Altadonna e ripete il bronzo del 2017. A Gallipoli, dopo cinque tentativi fa bingo e torna nella sua Dolo, col titolo tricolore. In finale affronta l’udinese Lucia Scala, 16 anni più giovane, che deve incassare la terza sconfitta contro l’indomabile veneziana che ha cancellato la data di nascita. “Voglio ringraziare il mio maestro Leonardo Bizzo della New Boxe 2010, che mi ha stimolato fino a darmi la grinta giusta per tagliare un traguardo che sembrava impossibile da raggiungere. Sono arrivata al pugilato casualmente, dopo aver giocato a volley ad alto livello per dieci anni. Avevo già 29 anni, quando varcai per la prima volta una palestra. Non volevo ingrassare e mi sono innamorata di questo meraviglioso sport, al punto che dopo essermi alzata alle 3 del mattino, aver girato i vari mercati veneziani, rientrando verso le 16, appena il tempo di scaricare la merce e alle 17 sono in palestra ad allenarmi”. In casa cosa ne dicono di questa passione? “I miei genitori sono orgogliosi e felici, per aver scelto lo sport e non pericolose compagnie. Capita che mi addormento sul tavolo dopo la cena, ma anche così non mi lamento. Intanto nella mia camera adesso c’è la canottiera tricolore, una conquista senza prezzo”.