di Filippo Cala’

filippo-cala-vs-marco-puggioni.jpgKarate Gloves, K-1 Style, Shin Karate, tanti nomi ma una cosa in comune: l’uso dei guantoni.
Molti “puristi” e tradizionalisti potrebbero rabbrividire davanti ad un Karateka che indossa i guantoni per combattere, io invece penso che sia un modo efficace per allenare i pugni al viso con le relative combinazioni e per mettersi alla prova con avversari provenienti da altri stili, come era l’intento del K-1 alla sua nascita.
Un Maestro Giapponese una volta mi disse: “io e te possiamo comunicare tramite la lingua inglese, i guantoni, come l’inglese nel nostro caso, dovrebbero essere il giusto equilibrio per i praticanti di diverse Arti Marziali e discipline da combattimento per mettersi alla prova e confrontarsi “.

Ovviamente se si assiste ad un incontro di Karate con i guantoni la prima idea che ci si puo’ fare e’ quella di vedersi davanti un match di Kickboxing, io non sono d’accordo, chi pratica Karate ha un bagaglio tecnico differente da un Kickboxer oltre ad una diversa impostazione, concetti come quello dell’ Ichi Geki dovrebbero essere presenti durante questo tipo di match, e lo spirito dovrebbe sempre rappresentare lo stile a cui si appartiene sia che si combatta sul tatami che sul ring.
Atleti di fama mondiale come Andy Hug, Nicholas Pettas,Francisco Filho, Sam Greco, Micheal Thompson, Glaube Feitosa, Musashi e tanti altri ancora, provengono tutti da scuole di Karate che si sono adeguate al combattimento con i guantoni.
Il passaggio non e’ semplice ed immediato ma assolutamente non impossibile.
Io praticando uno stile che ha nel suo programma tecnico lo studio ed allenamento del “K-1 Style” non ho avuto grosse difficolta’, pero’ consiglierei a tutti coloro che volessero specializzarsi in questa tipologia di combattimenti di integrare il loro allenamento con lezioni e sparring di Boxe.
I regolamenti variano a secondo dell’organizzazione, nei tornei di Shin Karate si mantengono le stesse regole del Fighting Karate, quindi con la possibilita’ di vincere tramite waza-ari o Ippon (KO).
In futuro mi piacerebbe organizzare un torneo Open (aperto a tutti gli stili) con il regolamento misto: primo round Knockdown Karate, secondo round Karate Gloves.
Provate qualche volta durante i vostri allenamenti ad indossare un paio di Guantoni e di fare qualche scambio di tecniche con un vostro compagno d’allenamento sicuramente renderanno il vostro stile piu’ completo e competitivo.
Buon allenamento a tutti,

OSU!

Di Massimo

2 pensiero su “KARATE GLOVES”
  1. Personalmente ammiro il Karate, disciplina che ho praticato da piccino.
    Il problema fondamentale è che (opinione personalissima) il karate insegnato nel 99% delle palestre puo’ essere unicamente una parte della “preparazione” necessaria ad affrontare un combattimento in stile K1.
    Gli atleti non vengono abituati a buttare giu’ l’avversario, a portare colpi da KO, ma semplicemente a portare a segno il colpo, basandosi molto (troppo a mio parere) su tecnica e velocità e poco (troppo poco) sull’efficacia del colpo.
    Molti atleti sono provenienti dal karate, e tra quelli da citare io non dimenticherei l’attuale Glaube Feitosa, che con le sue tecniche kyokushin mette costantemente in difficoltà atleti di ogni disciplina.
    Ma Glaube è attualmente un eccezione. Un atleta proveniente da una arte marziale classica spesso non sa portare a segno un VERO low kick (che ritengo fondamentale in un incontro k1), ed ha difficoltà con tecniche di braccia raffinate come puo’ essere un VERO gancio.
    Per questo motivo concordo con Marco, l’approccio multidisciplinare è fondamentale:karate, ju jitsu, tae kwon do… ma la ritengo che la muay thai e la kick boxing possano insegnare all’atleta in maniera diretta, senza perdere troppo tempo, le tecniche fondamentali per cavarsela bene su un ring.

  2. il Karate ha il pregio di impostare tecnicamente gli atleti, e quindi se sei un valido Karateka, apprendere la Boxe non è difficile.

    Niente da dire su Andy Hug e gli altri atleti, e per completezza lo stesso Thom Harrinck, fondatore dei Chakuriki nasce come maestro di Karate e la palestra Chakuriki all’inizio si chiamava Chakuriki Dojo, e da quella scuola è nato Peter Aerts, Gilbert Ballantine e tanti altri campioni di Thai, Kick e K1.

    Io sono assolutamente per un approccio multidisciplinare, stare chiusi nel proprio recinto non serve a niente.

    Auguri di Buon Natale.

I commenti sono chiusi.