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Sparviero. La mia storia – Patrizio Oliva e Fabio Rocca Oliva – Sperling & Kupfer – Pag. 348 – Euro 17,90.

Napoli è un laboratorio infinito. Nel bene e nel male. La storia di Patrizio Oliva è emblematica di una città che dalla polvere scopre i diamanti. Lo fa senza neppure accorgersi dell’evento. Lo sport è un volano ideale, forse il più praticato. Lo Sparviero come ha voluto definirsi l’autore, ha semplicemente dato ascolto alla sua vocazione. Che lo conduceva sul ring per diventarne un protagonista. Il percorso ha similitudini con i ragazzi del Bronx o di Brooklyn a New York, come quelli di Filadelfia o dei quartieri poveri di Messico City. Nato campione nella testa, nell’animo e nella determinazione. Famiglia  povera e abbastanza disastrata, col padre che di problemi ne ha e ne crea a chi vive con lui. Patrizio vede nel fratello maggiore Mario, buon pugile a livello nazionale, l’esempio da seguire. E come spesso accade, la sua ascesa è decisamente superiore. Iniziando dai tornei giovanili per proseguire ai vertici di un mondo che non concede quasi nulla agli errori. Oliva racconta in prima persona il lunghissimo iter delle tante conquiste. Lo fa con passione e lucidità, creando la giusta atmosfera in una disciplina dove il confronto è  diretto, spesso spietato e qualche volta anche bugiardo. Quando i giudici ti negano ciò che hai conquistato: la vittoria. La boxe è fatica alla massima potenza, basta un nulla per azzerare mesi di allenamenti. L’attesa prima di salire sul ring, i dubbi che ti chiudono lo stomaco, la concentrazione massima. Infine il gong liberatorio e il confronto col rivale. Questi passaggi rappresentano anche l’iter della vita, che spesso il pugilato ricalca. Diventare campione olimpico e ripetersi da professionista non è facile, anzi difficilissimo. Oliva è stato lo Sparviero in grado di volare su tutti i traguardi, alzando i guantoni al cielo. Manca qualche dettaglio non secondario, per capire il dietro le quinte, in particolare il percorso che lo ha portato all’oro di Mosca 1980, in cui rischiò seriamente di non andare. Comunque, alla fine della puntata agonistica non certo del personaggio che dimostra qualità poliedriche incredibili, può dire con orgoglio: “Ho vissuto la mia vita, come l’ho sognata”.                                                                                             

Giuliano Orlando

Di Alfredo