Si è spento all’età di 61 anni Yawe Davis, pugile ugandese che prese la cittadinanza italiana, conquistando tra l’altro il titolo italiano dei mediomassimi e quello europeo. Yawe faceva parte di una fitta schiera di pugili di colore provenienti dall’Africa, venuti in Italia in cerca di fortuna. Vincenzo Belfiore fu tra i primi a tracciarne il profilo con una rubrica apparsa sulla rivista Boxe Ring dal titolo “I vagabondi del Ring”, e più tardi Mauro Valeri studiò a fondo questo fenomeno che si era propagato un po’ in tutti gli sport con un prezioso libro intitolato “Black Italians”,  come si ricorderà Valeri successivamente pubblicò “Nero di Roma”, la vita di Leone Jacovacci. Quando Belfiore scrisse di Davis, parliamo negli anni ’80, capì subito le sue potenzialità, nonostante all’epoca avesse 18-19 anni e il volto da ragazzo. Pian piano il giovane anche grazie agli allenamenti sviluppò un fisico poderoso e un sinistro “che faceva male”. All’epoca non si guardava per il sottile e il pugile affrontò subito gente come Gennaro Mauriello, tra i primi della categoria, e in Francia rese la vita dura a Rufino Angulo, che più tardi arriverà a battersi per il mondiale con l’americano Virgil Hill. Sono campanelli d’allarme sul suo valore e trafugherà ogni dubbio con il successo prima del limite sul francese Sylvain Watleb tra i migliori in Europa. Fu sconfitto di misura da Slobodan Kacar, il bosniaco futuro campione del mondo. Trovargli un avversario non era facile oltrettutto era piuttosto agile per il suo peso. Avendo la residenza a Genova combattè per qualche anno sotto la guida di Rocco Agostino e Rodolfo Sabbatini. Aveva cominciato a combattere nel 1981 e finalmente nel 1992 ottenne la sospirata cittadinanza italiana. Nel 1993 non fu fortunato nelle sfide europee contro Crawford Ashley (pari) e Eddy Smulders, da cui fu sconfitto per kot. Riprese immediatamente quota con la vittoria su Giovanni Nardiello, titolo italiano in palio, battuto in sole due riprese, difendendolo con successo su Saiani e Tonus. Finalmente nel 2001, sotto l’organizzazione dei Conti Cavini, arrivò il titolo europeo, conquistato a Grosseto per ko ai danni dell’inglese Neil Simpsons, difeso vittoriosamente contro Kamel Amrane. Ma ormai quarantenne trovò sulla sua strada il promettente tedesco Thomas Ulrich dal quale subì il ko in due riprese, perdendo il titolo ma soprattutto facendogli capire che era ora di appendere i guantoni al chiodo con un record di 45 vittorie, di cui 24 prima del limite, 11 sconfitte e 3 pari. Davis piaceva per il suo volto da buono su un fisico atletico e il cinema non se lo fece scappare, fu buon protagonista in film interpretati da Nino D’ Angelo e dal trio Aldo, Giacomo e Giovanni.

Di Alfredo