di Alfredo Bruno
La sfida mondiale tra pugili asiatici e italiani per ora è favorevole per 6 a 3 ai pugili orientali. Ma c’è un’altra considerazione da fare: in pratica il fattore campo è stato determinante avendo tutti vinto nella propria nazione. Potrebbe anche essere Simone Maludrottu ( questo lo speriamo un po’ tutti) a invertire la rotta favorevole ai padroni di casa.
La prima sfida avvenne nel lontano 1961. Sergio Caprari, campione europeo, affrontò a Manila Gabriel “Flash” Elorde per il mondiale dei superpiuma, ma venne sconfitto per ko alla prima ripresa. Un divario che non sussisteva minimamente tra i due. Il mancino di Civitacastellana era pugile di valore mondiale e si fregiava del titolo europeo. Probabilmente i fattori ambientali, compreso il fuso orario, determinarono la sorprendente e repentina sconfitta del nostro campione.
Qualche anno dopo Salvatore Burruni (nella foto di Keystone), grande campione di Alghero, conquistò il titolo mondiale dei pesi mosca detenuto da Pone Kingpetch. L’incontro si disputò a Roma nel 1965 e fu una perla organizzativa di Rino Tommasi, che riuscì a convincere con un grosso sacrificio economico il tailandese a combattere in Italia. Burruni non deluse le aspettative e conquistò un mondiale pregiato dopo 15 riprese condotte allo spasimo dentro il Palasport romano. Rino Tommasi non si fermò qui perché nel 1970 convinse anche il filippino Pedro Adigue a venire a Roma, dove trovò la strada sbarrata dopo 15 round estenuanti round da Bruno Arcari che vinse ai punti.
In precedenza non era andata troppo bene per i nostri pugili. Nino Benvenuti nel 1966 mise in palio il titolo dei superwelter, conquistato contro Sandro Mazzinghi, a Seoul di fronte al coreano Kim Soo Ki, da lui nettamente battuto alle Olimpiadi di Roma. Il verdetto fu casalingo e Benvenuti tornò in Italia senza titolo. A vendicare Benvenuti fu proprio Sandro Mazzinghi che a Milano nel 1968 dopo 15 riprese selvagge conquistò il titolo ai danni di Kim Soo Ki. Un anno prima a Tokyo Sandro Lopopolo fu sconfitto per ko in due riprese da Paul Fuji, che qualche anno prima insieme al giapponese Yoshinori Takahashi era in predicato di incontrare Duilio Loi, che invece annunciò il proprio ritiro. La bestia nera per i pugili italiani fu il giapponese Koji Wajima che in patria per il mondiale dei superwelter sconfisse prima Carmelo Bossi ai punti, dopo un match duro e incerto, poi fulminò in un round Domenico Tiberia e sconfisse per kot al 13mo round il toscano Silvano Bertini. Per la verità nel 1974 un altro giapponese calò a Roma: si trattava del superleggero Tetsuro Lion Furuyama che al Palasport romano venne sconfitto dallo spagnolo Perico Fernandez per il titolo lasciato vacante da Bruno Arcari. Nel 1989 un altro giapponese, il superleggero Akinobu Hiranaka, non ebbe miglior sorte a Vasto dove fu sconfitto ai punti dall’argentino Juan Martin Coggi, giustiziere di Patrizio Oliva.
I precedenti:
Manila, 16. 12. 1961 – Gabriel Flash Elorde b. Sergio Caprari ko 1- Superpiuma
Roma, 23. 4. 1965 –Salvatore Burruni b. Pone Kingpetch 15 – Mosca
Seul, 25. 6. 1966 – Kim Soo Ki b. Nino Benvenuti 15 – Superwelter
Tokyo, 30. 4. 1967 – Paul Fuji b. Sandro Lopopolo ko 2- Superleggeri
Milano, 26. 5. 1968 – Sandro Mazzinghi b. Kim Soo Ki 15 – Superwelter
Roma, 31. 1. 1970 – Bruno Arcari b. Pedro Adigue 15 – Superleggeri
Tokyo, 31. 10. 1971 – Koji Wajima b. Carmelo Bossi 15 – Superwelter
Fukuoka, 7. 5. 1972 – Koji Wajima b. Domenico Tiberia ko 1 – Superwelter
Sapporo, 14. 8. 1973 – Koji Wajima b. Silvano Bertini kot 13 – Superwelter
un caro saluto anche a voi.boune feste,e viva tutti i nostri camrioni sardi.
caro Antonio hai perfettamente ragione, anche se qui parliamo delle sfide mondiali tra pugili asiatici e italiani. Il pezzo fu fatto quando il bravo Maludrottu andò in Giappone per disputare il mondiale. Ti saluto e ti auguro Buone Feste.
alfredo bruno
salvatore burruni vinse anche il campionato europeo dei pesi gallo!