Simone D’Alessandri è uno che i detti li prende sul serio e li trasforma in realtà. Prendiamone un paio come “Non c’è due senza tre” e “Anno nuovo vita nuova”. A Pomezia questo è un sabato particolare, di festa per la boxe, ma se andiamo a ben vedere lo è per lo sport in generale visto che all’inaugurazione della nuova Phoenix Gym è chiamato a tagliare il nastro Giovanni Malagò, il numero uno in assoluto di tutto lo sport italiano. Quello che prima era un noto e grande negozio di ferramenta in via Varrone 48 prende i colori vivaci di una società che si sta facendo largo “a suon di pugni”.

D’Alessandri appare un po’ stordito dall’emozione e da un passo che in un certo senso travalica quello più comune di una Società per trasformarsi, visto anche l’ampiezza della struttura, in un vero e proprio centro sportivo. Lo blocchiamo per una breve chiacchierata e lui esordisce con: “Cerchiamo di iniziare il 2018 nel migliore dei modi. In genere si dice ‘anno nuovo, vita nuova’. Noi iniziamo in una nuova struttura. Era necessario perchè abbiamo fatto il salto di qualità, ma soprattutto per il gran numero di atleti. Lo staff poi pare che stia funzionando e ci serviva per creare un box da Formula Uno. Abbiamo formato questa struttura in collaborazione con i nostri fisioterapisti osteopati e nutrizionisti. Abbiamo aperto un Centro di circa 1000 metri quadri. 130 sono riservati alla parte medica formando un Poliambulatorio. Cercheremo di fare una convenzione con la Federazione per le visite mediche. La parte che più ci riguarda è di 343 metri quadri di sala con ring da campionato attorniato da 28 sacchi, palle tese, pere, quindi il top per la boxe. Un’altra sala di 130 metri è stata adibita per la preparazione fisica di attività funzionale. Un’altra sala di 65 metri viene utilizzata per la pesistica, la potenza. Infine abbiamo anche una sala di 138 metri per le arti marziali, dove si faranno tutte le altre discipline come judo, karate, Ju Jitsu, MMA e kick boxing”.

Quando hai iniziato, anni fa, pensavi di arrivare a questo livello?

“Sinceramente no. Però l’appetito vien mangiando. Siamo stati fortunati, ma penso di essere stato ripagato per il mio impegno e per aver lavorato bene. Io cominciai circa 20 anni fa a insegnare in alcune palestre, per arrotondare e per fare esperienza. Poi si fece strada l’idea  di aprire una palestra mia per incrementare la boxe a Pomezia. La prima fu la Phoenix Gym di via Roma, circa 350 metri quadri, abbastanza funzionale, una bomboniera, dove cominciammo la nostra avventura. Arrivarono i primi risultati. All’epoca poi, prima di aprire la palestra, avevo perfezionato il mio ruolo di maestro stando appresso ad Alessio Di Savino, che ho visto crescere e io crescevo insieme a lui. Può anche succedere che il maestro cresca insieme all’atleta”.

Come spieghi il boom di pro?

“E’ stato la conseguenza di un evoluzione. Siamo partiti con un’attività regionale, poi sono arrivati i campioncini, i primi campioni italiani. La palestra cominciava ad essere piccola. Abbiamo fatto il salto di qualità e dopo 7 anni (nel 2013) ci siamo trasferiti in via del Mare 54. La struttura era più che una palestra, era un vero e proprio Centro Sportivo; parliamo di 360 metri quadri, con la sala di pugilato di 200 metri. Da lì siamo ancora cresciuti, conseguendo risultati fino a quando i nostri campioni dilettanti hanno cominciato a passare pro. C’è stata una sorta di reazione a catena dove i ragazzi hanno conquistato il titolo nei neo pro, poi i titoli italiani tra i pro, per passare ai titoli internazionali, alla disputa di un Mondiale Silver, e alla partecipazione all’Olimpiade. L’ingranaggio andava bene e cominciarono a contattarmi anche dall’ estero per degli stages. Ci sono pure alcuni atleti che vengono dalla Svizzera per allenarsi da noi. Eravamo notevolmente cresciuti, considera che solo tra i pro abbiamo 13 atleti; abbiamo quindi deciso di fare un ulteriore passo, quello di oggi. Un salto fatto in collaborazione con tutti i miei assistenti. E’ stato il frutto di una ricerca che dura da due anni. Alla fine ci siamo riusciti. Logicamente abbiamo dovuto trovare dei fondi, perchè non esiste l’albero che produce denari. Con il mutuo e un po’ di finanziamenti eccoci qua in ballo e speriamo di andare ancora in meglio. Il mio vero obiettivo è quello di fare il maestro; non voglio fare il manager, oppure l’organizzatore. Voglio fare il maestro ad alti livelli. Il mio sogno è quello di fare una medaglia d’oro alle Olimpiadi e un campione del mondo”.

Appena si entra all’ingresso c’ è in alto una Hall of Fame con tutti i campioni usciti dalla Phoenix Gym e alla fine c’è un quadro con un punto interrogativo…da riempire. L’idea e l’augurio devono essere balenati anche al Presidente Malagò che ha voluto fare la foto di rito proprio sotto  questa galleria.

(Alfredo Bruno)

Di Alfredo