Al Caesar Palace di Las Vegas era di scena il titolo mondiale dei medi, una categoria storica per la sua importanza. L’epoca degli anni ’70 aveva visto dominare grandi campioni come Benvenuti, Monzon e Griffith, mentre gli ’80 iniziavano sotto il segno di un nuovo terzetto composto da Vito Antuofermo, Alan Minter e Marvin Hagler. Antuofermo, italo-americano nato a Palo del Colle in Puglia, aveva conquistato il titolo l’anno prima, nel 1979, battendo a Montecarlo l’argentino Hugo Corro. La prima difesa fu con l’astro nascente Marvin Hagler e tra la sorpresa generale Antuofermo, all’epoca cittadino italiano, ottenne un pari che in molti ritennero un po’ stretto per Marvelous. Combattere contro Antuofermo era un grosso problema e chi lo affrontava sapeva comunque di rischiare, ma soprattutto di non figurare. Vito aveva una resistenza incredibile, incassava anche “le bombe”, e abbondava di forza di volontà e coraggio; oltrettutto nelle ultime riprese era difficile da contenere.


Quella sera di fronte a lui c’era il mancino inglese Alan Minter, per noi tristemente famoso: un pugile cattivo, dal sinistro molto pesante. Il match finì ai punti in 15 riprese e il verdetto fu assegnato all’inglese. Come con Hagler anche questo verdetto non trovò tutti concordi: con Hagler l’italiano aveva senz’altro perso, con Minter invece meritava almeno il pari. Minter a differenza dei suoi match precedenti quella sera iniziò con prudenza. Una strategia molto accorta preferendo colpire di rimessa per tenere lontano Antuofermo, ma soprattutto per non incorrere nelle sue reazioni improvvise. Quando toccava duro con il gancio sinistro, il suo colpo migliore, non dava seguito all’azione per concludere. L’italiano aveva non poche difficoltà nel trovare la corta distanza, anche se nel settimo e ottavo round aveva un buon ritorno con dei guizzi efficaci. A partire dall’undicesimo round Minter cominciava a dare segni di affaticamento e Antuofermo ne approfittava per infoltire i suoi attacchi. Al 14mo round l’arbitro non contava Minter giudicando il colpo di Antuofermo più come una spinta, ma quando l’inglese si rialzò sembrava smarrito. Nell’ultimo round Minter ritrovò il suo orgoglio e diede fondo alle più riposte energie per replicare al serrate dell’italiano. Alla lettura del verdetto l’americano Minker dava vincente Minter per 144-141, il venezuelano Sanchez vedeva Antuofermo per 145-143, ma il giudice inglese appioppava un assurdo 149 a 137 a favore di Minter; essere faziosi d’accordo ma così era uno scandalo. L’organizzatore Rodolfo Sabbatini gettò subito le basi per una rivincita a Londra, ma Antuofermo perse prima del limite per una brutta ferita al sopracciglio, allo stesso modo perderà con Hagler, sempre per il titolo. La roccia di Palo del Colle aveva il suo tallone d’Achille nella fragilità delle sopracciglia, che spesso trasformavano il suo volto in una maschera di sangue. 

Di Alfredo