copertina libro 100 anni fpi - Copiadi Giuliano Orlando

ROMA. Nell’ampio salone alla Casa della Armi del Foro Italico si è svolto il 22 marzo il Gala dei 100 anni della Federazione Pugilistica Italiana. Non mancava nessuno a livello federale, dal presidente Alberto Brasca a tutti i consiglieri, il presidente del CONI, il presidente AIBA e Franco Falcinelli che presiede l’ambito europeo. Un esercito di gente dello spettacolo, comici e attori, che hanno fatto colore. Tantissimi i riconoscimenti, sia per i campioni che non ci sono più, ma hanno lasciato trecce indelebili, come Loi e D’Agata, che per gli ori d’Olimpia quali Bolognesi, Benvenuti, Musso, De Piccoli, Pinto, Stecca e Cammarelle. Presenti al completo le nazionali azzurre, guidate da Bergamasco (maschile) e Renzini (femminile), rimaste in attesa di venire presentate, visto che in aprile al torneo europeo di Samsum (Turchia) saliranno sul ring per cercare il pass per Rio. Si tratta di Cappai (49), Picardi (52), Maietta (56), Valentino (60), Arecchia (64), Mangiacaprre (69), Cavallaro (75) e Vianello (+91), e le azzurre Davide (51), Testa (60) e Stevenin (75).

Ad occhio erano più di 300 gli invitati, con diversi rappresentanti del settore professionistico, da Salvatore Cherchi a Loreni, Spagnoli e Buccioni col campione supermedi WBA, Giovanni De Carolis, il presidente della Lega Pro, Carlo Nori, numerosi insegnanti, ex campioni professionisti, da Vidoz a Zoff, Sanavia, Perugino, Silvio Branco, Castiglione e molti altri. Una passerella infinita, durata per oltre tre ore.

Festeggiare un secolo di attività di una delle discipline olimpiche più ricche di trofei, non è faccenda semplice. Il presidente federale Brasca, nella gestione di questo evento, non aveva un compito facile e sicuramente ci saranno stati insoddisfatti e dimenticati. Per fortuna l’idea vincente è stata messa in atto con tempestività, offrendo ai presenti la risposta a tutte le domande. Parliamo dei “100 anni della Federazione Pugilistica Italiana” il libro curato dal collega Marco Impiglia, che ha scritto con dovizia di particolari e scovato foto di grande rilievo storico e culturale. Impiglia si è avvalso della collaborazione di alcuni colleghi, quali il sottoscritto, Alfredo Bruno e Adriano Cisternino, per il completamento di un lavoro dove è stato necessario andare a ricercare negli archivi dei quotidiani, nelle biblioteche pubbliche e private, nelle collezioni e nella memoria di ha vissuto le diverse epoche quel particolare inedito, capace di destare l’interesse sia dell’appassionato che dello sportivo in generale. Lavoro meritorio e ponderoso, che prende avvio dalla boxe pionieristica, nata in Inghilterra, alla nascita della nostra Federazione, sviluppando un cammino in parallelo tra dilettanti e professionisti, per raccontare fatti ed emozioni in chiave italiana, dai Giochi Olimpici ai Campionati mondiali ed europei in maglietta, descritti con precisione maniacale, dando spazio ai maggiori protagonisti di un mondo che l’Italia ha onorato sempre, dal primo argento di Garzena nel 1920 ai primi tre ori di Tamagnini, Orlandi e Toscani nel 1928 all’ultimo del 2008 di Cammarelle, che avrebbe meritato il bis, non fosse stato defraudato a Londra da giudici scorretti nel 2012. Lo stesso itinerario è seguito per i professionisti, da Carnera (1933) a De Carolis (2016) lungo una pellicola in bianco e nero, che filma le imprese di trenta italiani capaci di salire sulla vetta del mondo. Questo nel suo assieme. Il tocco in più è nella ricerca di dare a ciascun protagonista sia esso dilettante o professionista, un cammeo in cui viene scovato l’inedito che lo fa personaggio. Le storie di Carnera, Loi, Burruni, Udella, Bossi, Damiani, Parisi, Oliva, Fragomeni e moltissimi altri. Il dualismo Benvenuti-Mazzinghi, i grandi organizzatori come Sabbatini e le intuizioni di manager quali Branchini e Agostino. Un grande libro non solo nelle dimensioni o le oltre 350 pagine, nelle foto e nei riferimenti. Un testimone che manterrà la sua attualità senza scadenza di tempo. Orgoglioso di averne fatto parte con diversi capitoli. Tra i tanti testimoni di una sera, senza essere salito sul palco, è rimasto l’ospite più ambito e richiesto.

Giuliano Orlando

 

Di Alfredo