di Giuliano Orlando

SANTA MARINELLA.  Emiliano Marsili (41-0-1) mette nella capace bacheca personale anche la cintura dell’Unione Europea dei leggeri all’alba dei vent’anni di attività professionistica e prossimo al rintocco delle 46 primavere. Numeri importanti per il pugile italiano meno giovane, ancora in attività. capofila degli over 40 italiani, precedendo Luigi Mantegna e Tobia Loriga il terzetto che guida la classifica dei più longevi in attività. Per conquistare la cintura che ancora mancava, il pugile di Civitavecchia ha sofferto come mai in passato, finendo la dura sfida col viso segnato vistosamente. “Solo qualche anno addietro avrei vinto prima del limite”. Le prime parole dopo la vittoria, ottenuta per split decision. Che lo spagnolo, peruviano di nascita, Franck Urquiana (16-3-1) ha vivacemente contestato, ritenendo essere stato lui il vincitore. Che per Marsili sia stato un match complicato non ci sono dubbi. Che avesse vinto lo spagnolo è meno credibile. Certo, in Spagna facilmente il risultato avrebbe premiato il pugile di casa. In particolare se a dirigere la sfida fosse stato il mediocre arbitro francese Christopher Fernandez, a volte troppo precipitoso, come per il conteggio subito da Marsili alla fine del terzo round, scivolato non tanto su un colpo appoggiato, piuttosto per la posizione a piedi uniti arretrando. Altre troppo incerto, come ha fatto nell’ultimo tempo, sulla testata dello spagnolo che apre un taglio sulla fronte dell’italiano, prima fermando la sfida e indicando ai giudici che la ferita era dovuta ad una testata, poi riprendendo il match, mentre il sangue scorreva sul viso di Marsili. Tra le due situazioni, tante riprese sul filo dell’equilibrio, anche se la maggior parte, vedevano Marsili portare qualche colpo in più.  Il cosfidante non è certo un fenomeno, piuttosto uno tignoso che usa bene il sinistro, si muove parecchio e colpisce al limite della norma. Le uniche due precedenti sconfitte, la prima nel 2018 in Finlandia, superato ai punti dal kosovaro Edil Tatli che ebbe momenti difficili, anche se ne uscì vincitore. Ancora più emblematico il match del novembre 2019 a Manchester contro l’inglese Anthony Crolla, che in carriera ha conquistato il mondiale. Dieci round sul filo dell’equilibrio e alla fine il successo di Crolla arrivò con un MD, molto significativo. A Santa Marinella si è visto un Marsili meno mobile del solito, sia sul tronco che nei colpi, questo ha permesso a Urquiana, di mettere a bersaglio molti colpi, che in passato l’italiano evitava con facilità. Cosa significa questo? Personalmente ho sempre ammirato il pugile laziale, ma reputo sia giunto il momento della riflessione. Che abbia espresso il desiderio di battersi per un mondiale non cambia nulla. Importante è che chi lo guida recepisca la realtà di fatto. Emiliano ha quasi 46 anni, che stia bene non ci sono dubbi, ma per un pugile che fa dei riflessi l’arma principale è normale che sia arrivato il momento del rallentamento degli stessi. Ecco perché Urquiana gli è arrivato a ridosso. D’altronde l’italiano ha detto una cosa giustissima: “Qualche anno addietro avrei vinto prima del limite”. Esatto, qualche anno prima; oggi è diverso e fermarsi prima di dover pagare l’usura è un gesto di grande responsabilità. Questo il mio parere.                                                                                                        La serata allestita dalla OPI 82, col patrocinio del comune di S. Marinella col sindaco Pietro Tidei in prima linea e della Regione Lazio, metteva in cartellone l’Intercontinentale WBC Youth dei leggeri, in palio tra il giovane romano Daniel Spada (12), 23 anni e il milanese Andrea Sito (6-2-3), 24 anni, incontro vinto in modo chiaro da Spada, un longilineo di buon livello tecnico che ha fatto valere velocità e precisione, anche se Sito ha cercato di accorciare la distanza per boxare a corta distanza, denotando limiti di continuità. Chi ha sbrigato la faccenda in poche battute è stato il medio Giovanni Sarchioto (3) già campione italiano dilettanti e titolare in maglia azzurra in diversi tornei, azzerando il debuttante Samir Nasim in meno di un round.  Giustamente i Cherchi puntano molto sul pugile romano, atleta del gruppo sportivo dell’Esercito, che dopo il troppo facile test, sarà impegnato a Verbania il 22 aprile contro un avversario di ben altra quotazione. Il medio Francesco Russo (9-2) ha ripreso la strada del successo, dopo lo stop contro il gallese Tony Dixon a Roma, lo scorso 5 novembre. Giusto Durante (3-2), si è dimostrato avversario ideale per vincere prima del limite. Test giusto per riprendere fiducia, in attesa di proporsi come sfidante del campione italiano. Omar Nguale Ilunga (18-2) ha 37 anni, fa il rapper come professione, con la passione per la boxe, ha debuttato nel 2017, alternando incontri tra Italia, Santo Domingo e Venezuela. Non è un fenomeno ma ha buoni fondamentali e velocità di braccia. Lo sloveno Alex Visocnik (1-3) ha cercato di limitare i danni, arrendendosi al quarto round, dopo un paio di kd.                                                                                                         Sul futuro di Marsili resta un grande punto interrogativo, anche se personalmente ho espresso la mia opinione. Tra l’altro Emiliano campione del mondo lo è stato a tutti gli effetti nel 2012, andandosi a prendere la cintura IBO in Inghilterra e questo è incontrovertibile. Oltre a questo trofeo, Marsili ha conquistato l’europeo EBU dal 2013 al 2015, il titolo italiano, il silver WBC e quello del Mediterraneo anche per l’IBO, l’Intercontinentale WBA e una cintura particolare, quella WBC della Pace e infine, l’Unione Europea. In tutto nove cinture, che sono anche un primato. Penso a giusta ragione che possa essere soddisfatto. Vedere Marsili al termine di un match vinto, così segnato in volto, confesso che mi ha turbato.                                                                                       

Di Alfredo