di Giuliano Orlando

MILANO. Un pellegrinaggio in qualche santuario sarebbe opportuno appena i luoghi sacri apriranno ai fedeli. Il riferimento è alla serata pugilistica di venerdì all’Allianz Cloud di Milano. Organizzata da Opi Since 82-Matchroom Italy-DAZN e trasmessa in diretta streaming dall’emittente DAZN.  Fatto salvo che la concretezza del programma ha resistito anche all’ultimo attacco, è palese che contro la pandemia non hai armi per difenderti. Fino a quando non verrà raggiunta l’immunità di gregge, per il gruppo di famiglia dei Cherchi, almeno un paio di cornetti di napoletana memoria, sarebbe opportuno tenerli in tasca. Il riferimento è al programmato Silver WBC dei pesi leggeri, che dopo un paio di rinvii, sembrava poter andare in porto tra il belga di radici italiane Francesco Patera (23-3) e Devis Boschiero (48-6-2), 39 anni, attivo dal 2004, veterano di tante battaglie, deciso a tornare ai vertici a dispetto dell’età. Una pia illusione, il veneto risultava positivo al Covid-19 e doveva ritirarsi in buon ordine. Sostutuito dal giovane ucraino Vadislav Melnyk (13-3), pugile in ascesa e non meno pericoloso dell’italiano.  Ma le sorprese spiacevoli non erano finite, alla vigilia della riunione, il pugile ucraino era a posto, non così un componente del team ospite risultava positivo al tampone e nel rispetto delle severe ma giuste normative, per Melnyk la sfida saltava. A quel punto non c’erano i tempi tecnici per l’ennesimo sostituto. Ai Cerchi non restava altra soluzione che allestire otto round tra Patera e il pisano Nicola Henchiri (9-3-2), senza alcun titolo in palio. Patera non combatte dal 25 ottobre 2019, ovvero un anno e mezzo, mentre Henchiri dopo il pari con Giuseppe Carafa per il tricolore superpiuma il 28 giugno 2019, è tornato sul ring il 12 febbraio a Livorno, battendo Maycol Escobar (9-21-1), 33 anni, il solito collaudatore del Nicaragua residente a Vicenza che aveva già superato nel 2018 a Firenze. Per cui affronta Patera senza aver nulla da perdere, bene allenato e potrebbe anche ripetere l’impresa del 21 luglio 2018, quando costrinse al pari Devis Boschiero.

C’è molta attesa per la sfida tra il fiorentino Fabio Turchi (18-1) e il campione di Francia Dylan Bregeon (11-0-1) per la vacante cintura dell’Unione Europea dei pesi massimi leggeri sulla distanza delle 12 riprese.  Un confronto importante per entrambi, essendo la rampa di lancio per arrivare al titolo continentale. Tecnicamente sono in antitesi. Il francese più alto, buon gioco di gambe, cercherà di tenere Turchi a distanza, fiondando il jab sinistro e provando il destro. Per contro l’italiano, dovrà accorciare per mettere a bersaglio le serie sopra e sotto, necessarie per rallentare i movimenti del francese. Prevedibile una prima parte faticosa per Turchi, mentre al giro di boa, il match potrebbe trovare la soluzione favorevole all’italiano. Sicuramente avranno un peso determinante le motivazioni, l’impatto psicologico nei momenti di difficoltà. Turchi ha un pizzico di potenza in più, che potrebbe diventare determinante quando la fatica si farà sentire, essendo la prima volta che affrontano per la prima volta. Fattori da non sottovalutare in aggiunta all’incertezza del pronostico che rende questo match molto atteso. Che assicura grande spettacolo.

Un’altra cintura è vacante, si tratta del tricolore dei supermedi e a contendersela sono chiamati Ivan Zucco (12-0 con 10 KO) e Luca Capuano (11-0 con 2 KO), sulla distanza delle 10 riprese. I due sono divisi da sana e sentita rivalità, che accresce l’attesa della sfida. Il pugile di Verbania, negli ultimi incontri ha acquisito una maggiore continuità offensiva, potendo sfruttare l’indubbia potenza che da buon mancino, che sprigiona nel sinistro. Per contro il pugliese di stanza in Lombardia ha nel suo bagaglio tecnico parecchia esperienza in più, fatta sia da pro, ma anche da dilettante, vestendo la maglia azzurra. Il limite è forse la scarsa potenza e in una categoria di quasi 80 kg. potrebbe fare la differenza. L’obiettivo è identico per tutti e due: battersi contro Daniele Scardina, per sostituirlo nel cuore dei milanesi.  Compito impegnativo, che potrebbe anche realizzarsi, se la malaugurata pandemia smetterà di tormentarci, verso giugno con la presenza del pubblico, sia pure contingentato. Sarebbe il primo passo verso quella normalità anche con lo sport, col calcio che fa da apripista. Nella bomboniera milanese, con la suggestiva coreografia che Alex Cherchi ha creato, saliranno sul ring anche due pugili romani. Il mancino Mauro Forte (14-0-1 con 5 KO) che detiene il titolo dell’Unione Europea piuma, ottimo elemento che a breve potrebbe battersi per la cintura europea dell’EBU, sostiene il test del rientro dopo l’intervento alla spalla, affrontando Cristian Narvaez (16-24-6) 24 anni, ennesimo nicaraguense, che fa sponda a Gerona in Spagna. Sul fronte italiano ha testato Lorusso, Grandelli, Boili e Obbadi, confermando grande solidità. Forte non è un picchiatore ma colpisce preciso e questo potrebbe fare la differenza nell’economia del match. Il secondo romano è il leggero Armando Casamonica (1), classe 2000, che torna a Milano, dopo il debutto del 19 dicembre 2020 a Rozzano, battendo nettamente il serbo Milovan Dragojevic (0-22-3). L’avversario odierno è il croato Matija Petrinic (1-5), utile a fare esperienza in fretta e valutare le potenzialità del giovane capitolino, nipote d’arte. Il superwelter Samuel Nmomah (14) trova il francese Kassimou Mouhamadou (7-2) che non nasconde la certezza di mettere fine all’imbattibilità del nigeriano di Novara. A Samuel i mezzi non mancano e questa è l’occasione per il salto di qualità, match sugli 8 round. Presente anche l’ex campione dell’Unione Europea dei pesi mosca Mohammed Obbadi (21-1 con 13 KO) contro il nicaraguense Joel Sanchez 4-15-1) sulle 6 riprese.

 

 

 

Di Alfredo