Per due ore prima dell’inizio della serata il botteghino del PalaMalé di Viterbo è stato letteralmente preso d’assalto da chi aveva già il biglietto preso in prevendita e chi ancora lo doveva acquistare in loco. Due ore di lavoro di fuoco per lo staff del’organizzazione di Rosanna Conti Cavini che dimostra, contando la tantissima gente che ha fatto da corredo alla serata di grande boxe, di come il nostro sport possegga ancora il fascino per attirare non solo i vecchi appassionati, ma anche tanti giovani e giovanissimi, di cui un confortante e notevole numero di donne.
Quando si organizzano manifestazioni serie e credibili, basate sull’esperienza e sulla certezza di fornire uno spettacolo che valga la pena di spendere un biglietto, la gente accorre a vedere la boxe professionistica italiana, più che in tante altre ricette o sperimentazioni che sono state fatte anche recentemente. Rosanna Conti Cavini, che quest’anno festeggia i trent’anni di attività, ha fatto di questa ricetta la sua ragione di vita professionale.
Nello specifico la serata di Viterbo ha visto il successo di Andrea Di Luisa nella prima vera grande sfida della carriera, per il Wbc International Silver Belt, la cui importanza va ben oltre la semplice cintura, perché permette al ragazzo viterbese d’origine napoletana di entrare senz’altro nelle classifiche Ebu e in quelle mondiali della stesso Ente, con la consapevolezza che è questa ormai la dimensione che si deve dare alla sua carriera. Un Di Luisa forse non brillantissimo come in passato, ma che ha dovuto fare i conti con un avversario, l’argentino Acosta, che ha perfettamente dimostrato di come non sia un caso che sia stato campione nazionale, sud americano e sfidante mondiale. Un atleta, l’argentino, che possedeva un’esperienza enormemente più grande di Di Luisa, e che lo ha severamente impegnato per tutte le dodici riprese, usando tutto il mestiere di cui è in possesso per sfuggire come un’anguilla ai colpi pesanti di Di Luisa e impegnandolo per tutte le dodici riprese. Un successo, quello di Di Luisa, comunque indiscutibile sotto l’aspetto del punteggio, perché i colpi migliori e la maggiore pressione è stata tutta per lui. Un match che comunque è stato spettacolare anche e soprattutto per il lavoro di Acosta cui, giustamente, alla fine il pubblico viterbese ha tributato un grande e lungo applauso.
Per Di Luisa e per il padre Michele questo incontro regala tante certezze ma anche tantissimi momenti di riflessione e di spunti di lavoro impegnativo e pieno di sacrifici. La strada per arrivare un giorno al titolo Europeo oppure all’inglese Froch o al romeno Bute, i fenomenali campioni di sigla rispettivamente della Wbc e dell’Ibf, nella consapevolezza di lottare per vincere, è ancora lunga ma potrebbe essere non lunghissima…
Per il resto della serata un ottimo Antonio De Vitis sta confermando la bontà delle sue ambizioni europee nei superpiuma e peccato che una ferita subita da Morra ha interrotto un match che stava facendo vedere scintille, mentre è stato sudato e quindi ancora più positivo il successo di Benoit Manno su Angelo Ardito, con il torinese che ha fatto vedere alla manager Monia Cavini che si può puntare su di lui per un titolo italiano, ma che non ridimensiona il fiorentino Ardito, che merita senz’altro altre occasioni.
Lo staff di Rosanna Conti Cavini è quindi già al lavoro, perché per arrivare al 10 giugno a Sonnino, in provincia di Latina, per il titolo italiano vacante dei supergallo tra il locale Giuseppe Di Micco, altro pupillo di Monia Cavini, e il piemontese Limone, ci sarà solo un battito di ciglia.
Andrea Bacci – www.andreabacci.org