Il Presidente della FPI Alberto Brasca, con riferimento al caso di cronaca relativo il pestaggio di un anziano a Roma, purtroppo deceduto in questi giorni, da parte di un certo David Giannelli, erroneamente appellato dai media come “pugile”, ed a seguito dei numerosi interventi della Federazione, dichiara quanto segue:
Con rammarico continuo a constatare il perpetrarsi dell”uso improprio da parte dei media della parola “pugile”, che viene associata a qualsiasi forma di delinquenza, senza un’opportuna verifica e con troppa e spregiudicata superficialità. L’ultimo caso di cronaca, purtroppo, non è isolato e solo nel 2016 ce ne sono stati molti altri, come quello del 18 maggio, relativo all’accusa di tentato omicidio di un ventitreenne di Bologna appellato come “pugile”, e quello del 20 settembre, ripreso il 5 ottobre, relativo ad un presunto membro dell’ISIS anche lui definito, senza alcun fondamento, “pugile”. Siamo davvero stanchi che questo termine venga utilizzato come un aggettivo rafforzativo di un retaggio culturale obsoleto, che ancora oggi associa il pugilato alla violenza. E’ un insulto al Pugilato Italiano ed allo Sport in genere. Nonostante la FPI abbia ribadito ai media, sia per le vie brevi che in forma scritta, con comunicati stampa ufficiali, richiedendo smentite e rettifiche delle notizie riportate, a norma della Legge 416/1981, e mettendosi anche a disposizione delle redazioni giornalistiche per qualsiasi informazione, le testate di carta stampata, Web e Tv perseverano nel veicolare notizie false e lesive per il movimento pugilistico italiano ed internazionale. Per tutelare la dignità ed onorabilità di uno sport che da sempre si basa su valori e principi e di tutti i suoi tesserati ed affiliati, e per ristabilire l’uso corretto e ponderato della parola “pugile” o di altre parole legate alla disciplina pugilistica, la Federazione ha incaricato il proprio legale di presentare querela a tutte le testate giornalistiche che non hanno rettificato gli articoli che utilizzavano impropriamente il termine “pugile”, accostandolo ad incresciosi fatti di cronaca. Auspico che per il futuro ci sia maggiore rispetto ed attenzione per questa disciplina SPORTIVA, che cerca di educare al rispetto delle persone e del diritto alla salute di tutti, da parte dei media, fatto salvo per quelli che, con grande professionalità, collaborano da sempre con noi.
Fonte www.fpi.it