Si chiama Gasan Gimbatov, nato il 28 ottobre 1993 a Rostov sul fiume Don, nella terra dei cosacchi, a Rio de Janeiro avrà 23 anni e potrebbe essere il nuovo Alex Povetkin, oro di Atene 2004. C’è del nuovo nel firmamento russo in proiezione dei Giochi 2016. Dei nuovi campioni nazionali 2013, tre hanno vent’anni, uno 21 e tre 22 anni. La più bella sorpresa è arrivata dai +91 con Gimbatov al debutto tra i senior, ai recenti assoluti a Kabarovski, la città, nell’estremo oriente russo, sulla linea della Transiberiana a quasi 9000 km. da Mosca e a 30 km. dal confine con la Cina, che ha fatto il vuoto. Creando sorpresa e interesse non solo tra gli addetti ai lavori, ma soprattutto nel responsabile della nazionale Alexandre Lebzyak, che si augura di aver trovato il nuovo Povetkin, la bestia nera di Cammarelle, sia pure con i dovuti distinguo. In effetti Gimbatov morfologicamente lo ricorda abbastanza. Forse meno possente, ma più rapido e mobile. Pare sia nipote di Sultan Ibragimov, ottimo dilettante e professionista dal 2002 al 2008, capace di vincere il mondiale massimi IBF nel 2007, battendo Shannon Briggs ed Evander Holyfield. Sultan originario del Daghestan ha risieduto per molti anni a Rostov. La storia di Gasan inizia molto presto, sul ring a 15 anni, campione cadetti nazionale nel 2008. L’anno dopo ancora sedicenne prende parte agli europei e ai mondiali junior a Erevan in Armenia nei +81 e vince il titolo. Nel 2010 prova negli youth (17-18 anni) ma trova il francese Yoka, classe 1992 che lo sovrasta in altezza e allungo, battendolo di strettissima misura (8-7). Lo scorso anno vince sia gli europei di categoria a Dublino nei + 91, che il campionato russo a Novosibirsk, mentre a dicembre è argento al primo europeo U-22, a Kaliningrad, città portuale nell’enclave russa tra Polonia e Lituania sul Mar Baltico . Il territorio confina con Polonia e Lituania, che fanno parte dell’Unione Europea, separata dalla Russia. Nell’occasione, battuto dal non certo trascendentale ucraino Plevako, dominato per due round, cedendo il terzo, beffato alla fine: 22-21. Un curriculum di tutto rispetto, anche se i tecnici non pensavano potesse arrivare al titolo assoluto al primo tentativo. Tanto più che era presente Omarov, il migliore dei supermassimi russi, campione uscente, oltre che europeo 2011 ad Ankara ai danni di Cammarelle con un bel calcio nel sedere. Che Magomed Omarov non sia un fuoriclasse è assodato e ne fanno fede gli stop reiterati ai mondiali di Almaty e ai Giochi di Londra. Ma che fosse un ventenne, alla prima prova a dargli il colpo di grazia, non se l’aspettava nessuno. Invece è accaduto in semifinale e in modo netto, con un 3-0 che non ammette repliche. Il cambio della guardia sembra iniziato. Questo il punto esclamativo del campionato russo 2013. Non è il solo baby emergente, anche il mosca Vasiliy Vetkin altro ventenne, ha centrato il titolo e potrebbe avere un seguito, visto che ha battuto in semifinale Ogannisyan, titolare 2012. L’altro reduce dai mondiali, l’esperto Galanov nei 49 kg. vince per la terza volta, oltre a 3 argenti dal 2008 al 2013. Nelle altre categorie si sono imposti Vodopyanov (56), 26 anni, un veterano oro di Chicago 2007, ma bocciato ai Giochi 2008 e 2012, battendo in finale un altro vecchietto, Eduard Abzalimov, 29 anni, argento iridato nel 2009 a Milano, unico lampo in carriera, oltre al titolo nazionale nel 2008. Tra i leggeri la novità Bogomazov, 22 anni, premio alla tenacia, visto che ci prova dal 2009 partendo dai 54 kg. finora sempre fuori dal podio. Stavolta ha centrato il colpo vincente a spese di Shipunov, 25 anni, al secondo argento. Nei 64 kg. vince Dunaytsev, 21 anni, assente nel 2012 e fuori nei quarti nel 2011, su Dadaschev 23 anni, che vanta due terzi posti (2010 e 2012). Sia Bogomazov che Dunaytsev in luglio a Orenburg hanno vinto il campionato U-22.
Nella rassegna, giunta alla 22° edizione dopo la caduta dell’Urss, ospitata per la prima volta a Khabarovsk, città di quasi 600.000 abitanti, il vincitore più applaudito è stato il welter Andrey Zamkovoy, 26 anni, beniamino di casa, la cui carriera ebbe il primo acuto ai mondiali di Milano nel 2009, dove colse l’argento, sconfitto in finale dal tedesco Keth-Culcay. Andrey non seppe ripetersi a Baku 2011, stop nei quarti con l’ucraino Shelestyuk che vinse l’oro e che lo aveva già battuto nella sua Mosca agli europei 2010, al primo turno. A Londra è salito sul terzo scalino del podio, fermato da un irresistibile Sapyev, il kazako premiato con la Coppa Val Barker. Debutta agli assoluti a 19 anni, nel 2006 tra i superleggeri, esce ai quarti, stesso risultato l’anno dopo. Non cambia la situazione neppure nel 2008, anche se passa nei 69 kg. Ma il ct Kromov lo sceglie per i mondiali di Milano e il risultato gli da ragione. Assente nel 2009, centra il primo titolo russo nel 2010 a S. Pietroburgo, dominando il torneo. Coglie il bis l’anno dopo a Ufa, superando Islam Edisultanov, che gli aveva soffiato il posto agli europei di Ankara. Assente nell’anno olimpico, centra il terzo alloro nazionale davanti al pubblico di casa. Avrebbe voluto trovare Besputin, campione 2012, non presente come gli altri sette reduci da Almaty: Aloian (52) l’unico oro per la Russia, manca agli assoluti dal 2011 quando vinse per la terza volta la cintura nazionale, quindi Nikitin (56), Polyanskiy (60), Zakaryan (64), Chebotarev (75), Ivanov (81) e Thishchenko (91). Tutti campioni uscenti, salvo Ivanov che nel 2012 venne battuto in finale da Bivol. Per concludere, i restanti titolati 2013 sono il medio Maxim Gazizov 30 anni a gennaio, sul podio dal 2009, tre volte secondo, terzo nel 2011. Agli ultimi europei di Minsk, disputò uno degli incontri più violenti del torneo contro l’ucraino Khytrov, avanti due round, cedendo nel terzo. Stavolta ha fatto bingo. Il terzo ventenne è il mediomassimo Silyagin, nome nuovo, anche per lui è stato il debutto agli assoluti, mentre il secondo Yakushev, lo troviamo già nel 2010, fuori nei quarti. Il massimo Egorov classe 1991, europeo youth nel 2009, è cresciuto ad ogni edizione: argento nel 2012, oro stavolta. Kalchugin, suo antagonista in finale, 25 anni, fino ai 20 sembrava poter raggiungere ottimi traguardi. Purtroppo per lui, non ha compiuto il salto di qualità, nonostante ci abbia provato dal 2008, prima partecipazione agli assoluti. Questo è il suo miglior piazzamento. Di Gimbatov abbiamo detto tutto o quasi, senza dimenticare il coetaneo Ivan Veryasov, che per smaltire la delusione del mancato podio assoluto, battuto d’un soffio dal più esperto Babanin nei quarti, è andato a vincere il torneo World Cup of Petroleum Countries a Mansiysk nella Siberia occidentale, battendo il connazionale Mukhin in finale. Può apparire incredibile che una nazione che presenta agli assoluti venti supermassimi, frutto di precedenti selezioni, nelle 17 edizioni dei mondiali abbia vinto solo due volte: nel 1995 con Lezin e nel 2003, grazie a Povetkin. La beffa è che il vincitore delle ultime due edizioni, Baku 2011 e Almaty 2013, sia Magomedrasul Medzhidov, targato Azerbajan, ma nato e cresciuto pugilisticamente in Russia, avendo disputato i campionati giovanili e due edizioni degli assoluti, sotto la bandiera di Putin. Ingaggiato per rinforzare il team di Baku alle World Series del 2011, viene nazionalizzato in pochi mesi. Nel 2012 perde la finale che assegna il pass olimpico ai Giochi di Londra, da Clemente Russo e a Londra fallisce la finale contro Cammarelle. Si è rifatto ad Almaty superando in semifinale il nostro Roberto, con un verdetto tirato per i capelli. Quando si dice, avere il jolly in casa e regalarlo alla concorrenza.