di Alfredo Bruno

Fortunato Manca ci ha lasciato il 16 quando gli mancava un giorno per festeggiare i suoi 71 anni. Da tempo era malato e aveva anche smesso di insegnare ai giovani, che lo ascoltavano e lo veneravano chiedendogli cosa bisognava fare per diventare grandi come lui. E sì perché Fortunato Manca è stato uno dei più grandi pugili della Sardegna, per giunta in una categoria inusuale per la sua terra, patria di pesi mosca e gallo. Quando parli della storia pugilistica dell’isola il nome di Fortunato diventa qualcosa di inscindibile insieme ai vari Burruni, Zuddas, Rollo, Atzori, Udella, Scano, Puddu, Silanos, Galici, Spano, Matta, Melis e chi più ne ha più ne metta. Per non parlare poi di quei campioni che pur con residenza lontana portavano nel cognome il marchio inconfondibile della provenienza; un esempio su tutti era Duilio Loi.

Quando poi il 15 luglio del 1962 Manca e Loi s’incontrarono per il titolo europeo dei welter lo stadio Amsicora era stracolmo come e forse più di quando giocava il Cagliari. Manca era arrivato ad un appuntamento così importante con un ruolino di marcia incredibile di 56 vittorie, 3 pari e una sola sconfitta subita per una discutibilissima squalifica. Era un pugile che aveva due martelli al posto delle mani. E la sua foga di inizio carriera pian piano si disciplinò fino a farlo diventare anche di buona levatura tecnica. Quel giorno a Cagliari contro Loi disputò un appassionante match che tenne il pubblico inchiodato, quasi in muta genuflessione. Li sul ring piantato al centro dello stadio c’era il monserratino Manca, ma c’era anche il più grande di tutti, il più bravo e anche il più intelligente pugile della storia italiana. Vinse Loi ai punti di misura e Manca toccò proprio allo scadere per un attimo il tappeto per un magistrale uppercut.
Sembra quasi fantascienza per il pugilato di oggi il fatto che Manca conquistò il titolo italiano dei superwelter, che era vacante, solo dopo essersi battuto per quello europeo. Nell’occasione si impose ai punti su Fernando Proietti al Palasport romano. Per la verità Fortunato ci aveva provato un paio d’anni prima per quello dei welter, ma neanche in quell’occasione  a dispetto del suo nome era stato…fortunato, visto che aveva di fronte un altro fuoriclasse del calibro di Bruno Visintin, che in quell’occasione se la cavò con un pari.
Si tratta solo di aspettare e di avere pazienza. La grande occasione arriva puntuale il 9 ottobre 1964. Stavolta non siamo allo Stadio e tanto meno in Sardegna, ma dentro il Palazzetto dello Sport di Roma. Bisognava trovare il successore di Duilio Loi, che aveva appeso i guantoni al chiodo, nella categoria dei welter in Europa. Il titolo era vacante niente di meno dal dicembre 1962. Manca era lo sfidante ufficiale e l’ EBU come cochallenger aveva designato l’inglese Brian Curvis, il quale s’infortunò e rinunciò al match. Il posto di Curvis fu quindi preso da Francois Pavilla, pugile di colore della Martinica, con le carte in regola per essere imbattuto e con vari successi prima del limite. Il monserratino assalì fin dall’inizio il negretto, che aveva all’angolo il noto manager Bretonnel. La tattica era semplice: costringere Pavilla ad accettare gli scambi e a non ragionare.Il pubblico entusiasta lo incitava a più non posso fino a quando dall’angolo del francese volò l’asciugamano. Fortunato Manca finalmente era campione d’Europa e si affiancava quell’anno a Salvatore Burruni (mosca) e Bruno Visintin ( superwelter).
Le incredibili imprese di questo pugile sembravano non avere un limite. A Roma aveva molti estimatori ed era diventato un pezzo pregiato di un pubblico “viziato” da un grande organizzatore come Rino Tommasi. Era l’epoca in cui Sandro Mazzinghi era diventato campione del mondo dei superwelter. Il toscano aveva avuto un brutto incidente stradale, ma stava recuperando bene come dimostrò al rientro la sua vittoria prima del limite su Tony Montano. C’era la possibilità di una difesa volontaria e si cercò di accoppiare due beniamini del pubblico romano. Manca accettò subito anche se in molti lo vedevano un po’ come vittima sacrificale per un Mazzinghi alla ricerca della condizione migliore. Certo fisicamente il sardo regalava qualcosa al più prestante avversario, ma la differenza durante il match fu minima. Mazzinghi faticò più del previsto contro un pugile, che metteva in luce straordinari progressi. C’era anche un retroscena, Manca si era infortunato alla mano destra fin dalla quarta ripresa, ma camuffò molto bene l’infortunio. Anzi nell’ultimo round tentò il tutto per tutto e Mazzinghi accusò visibilmente, ma fu salvato dal gong.
L’anno successivo c’era la possibilità di vedere all’opera una grande promessa mondiale: si trattava del nero texano Curtis Cokes, che tutti schivavano come la peste. Tutti lo schivavano ma non certo Fortunato Manca che se lo ritrovò davanti sempre al Palasport romano. Cokes era un vero fuoriclasse. Non ci fu niente da fare anche se Manca perse onorevolmente ai punti. Dopo questo match Cokes tornò in America e conquistò il titolo mondiale, che detenne per tre anni fino a quando fu superato da Josè Mantequilla Napoles. Nello stesso anno il sardo andò a Madrid per difendere l’europeo e si sbarazzò con irrisoria facilità in tre round del pugile locale Carmelo Garcia, che fu messo ko in tre riprese. L’occhio cominciava a dare dei problemi e dopo il vittorioso incontro con il tailandese Apidej Sithiran la retina si staccò, il sardo saggiamente decise di appendere i guantoni al chiodo. Aveva disputato 82 match ( + 69, di cui 30 per ko, – 8, = 4) dopo 10 anni di carriera professionistica e solo Loi riuscì a fargli toccare per un attimo il tappeto.

   

Di Alfredo

3 pensiero su “La Sardegna in lutto per Fortunato Manca”
  1. Gent.mo signor Cossu controllando bene le dobbiamo dare ragione. Su boxrec risulta nato nel ’34, mentre su wikipedia risulta nato nel 37. Un agenzia di stampa riportò che aveva 74 anni, ma leggendo i giornali sardi la sua data di nascita era quella del 1937. Il suo intervento ci dà l’occasione di correggere l’errore e di ricordare quello che fu uno dei più grandi campioni del nostro pugilato

  2. errata corrige!!
    io ricordavo Fortunato nato nel 37 e non ne 34, pensavon di essere io
    più anziano di lui, eppure lo conoscevo bene!
    perdonate la mia senilità

  3. La perdita di Fortunato Manca a alla soglia dei 71 anni e non di 74
    come scritto nel presente erticolo, è stato un dramma per tutti noi sardi, come se fosse venuto a mancare uno di famiglia.
    resterà per sempre nei nostri cuori

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