Il 18 gennaio scorso avrebbe compiuto 86 anni, purtroppo è scomparso molto tempo prima all’età di 47 anni appena. Parliamo di Guido Ferracin il cui nome si trova scritto nell’albo d’oro del pugilato internazionale per essere stato, dopo la conquista del titolo italiano, campione europeo dei pesi gallo. Lo vogliamo ricordare oggi 20 febbraio, a distanza di 54 anni da quando è stato proclamato campione del vecchio continente.
L’asso veneto nacque il 18 gennaio 1926 a Villamarzana in provincia di Rovigo, nella regione conosciuta in quell’area come Polesine. Dopo un’attività dilettantistica di primo piano passò professionista e conquistò il vacante titolo tricolore dei pesi gallo a spese dell’umbro Amleto Falcinelli, giunto all’appuntamento con un rodaggio professionistico di due anni. Quella sera del 23 settembre 1946 il battesimo a torso nudo del veneto fu dei migliori perché sul ring di Ferrara, seguito all’angolo dal decano dei maestri della città estense Nando Strozzi, vinse il combattimento ed il campionato in palio.
Dopo le difese del titolo contro Ulderico Sergo, Corrado Conti, Angelo Caimi e Alvaro Nuvolosi, nel 1948 ebbe l’opportunità di sfidare il campione europeo dei pesi gallo Peter Kane, ex campione del mondo dei pesi mosca. L’occasione fu ghiotta ma nascondeva l’insidia del posto dove giocarsi la chance. Si trattò di andare a Manchester in Inghilterra. L’italiano aveva già fatto un viaggio nella gelida città britannica, nota in quegli anni per la produzione del cotone e l’estrazione del carbone e l’esito di quella puntata fu positiva. Una vittoria ai punti che gli valse l’omologazione internazionale dalla esteta stampa locale che riconobbe nell’italiano la levatura per contendere al loro campione il titolo europeo. Kane si era misurato con altri due italiani, Enrico Urbinati e Gino Cattaneo, risultando vincitore.
Nel confronto con Peter Kane il campione italiano non solo fu l’incarnazione del pugile ma fu anche il simbolo dell’atleta, il ritratto dello sportivo prestante e solido. Nel Belle Vue Stadium di Manchester il veneto rimase sempre in piedi durante gli intervalli tra le riprese. Questo atteggiamento gagliardo consolidò la sua immagine ed aumentò il suo prestigio tra le corde. La velocità di esecuzione ed i rapidi spostamenti fecero il resto. Alla fine delle quindici riprese l’arbitro non esitò ad alzare il braccio a Ferracin proclamandolo nuovo campione d’Europa dei pesi gallo. Nel secondo confronto voluto dall’inglese nel tentativo di ritornare sul trono europeo Ferracin fu implacabile e chiuse il conto nel quinto round.
Nell’estate del 1949 Ferracin lasciò la cintura continentale a Barcellona dove capitolò dinanzi allo spagnolo Luis Romero, contro il quale aveva conosciuto la prima sconfitta da professionista nel 1947. Continuò a combattere fino al settembre del 1952 quando a Liegi cedette ai punti al campione belga Jean Sneyers, che riuscì a conquistare tre campionati d’Europa tra i mosca, i gallo ed i piuma. Nel frattempo aveva sommato 25 vittorie (3 prima del limite), 8 sconfitte e 3 verdetti di parità.
Aveva solo 26 anni quando decise di abbandonare l’attività. Si sentiva ormai appagato. Dopo la carriera pugilistica Farracin si stabilì con la famiglia a Vigevano in provincia di Pavia dove iniziò la pratica dell’insegnamento del pugilato.
Morì improvvisamente nell’estate del 1973 a Tagliacozzo in provincia di L’Aquila dove soggiornava con la famiglia per una vacanza estiva. Il cuore lo tradì bruscamente e lo strappò alla moglie Franca Signorelli ed al figlio Daniele.
Primiano Michele Schiavone
Sono io, Daniele,figlio di Guido, e non so descrivere quale emozione mi ha dato imbattermi in questo bell’articolo sulla persona che è sempre stata il mio ideale, e più per le sue qualità morali e umane che non sportive (che non erano certo comuni). Posso solo ringraziare il suo autore e chi ha permesso la sua pubblicazione. Grazie di cuore e tanti calorosi saluti.
Daniele Ferracin