Il Palazzetto dello Sport di Roma fu teatro di un match che rischiò di diventare storico. Il grande Sir Henry Cooper, colui che mise al tappeto Cassius Clay, difendeva il titolo europeo dei massimi dall’assalto che gli portava Piero Tomasoni, “Il martello di Manerbio”,campione italiano e famoso per le sue sfide con il conterraneo Sante Amonti. Il Palazzetto aveva ancora fatto il pienone: la fama di Cooper e il fascino dei massimi facevano sempre leva. Quella di Cooper era una difesa ufficiale perché Tomasoni aveva battuto il tedesco Jurgen Blin in una sorta di semifinale.
L’inglese aveva all’epoca 35 anni, ma il suo montante sinistro continuava a far vittime. e non si smentì nel primo round con Tomasoni, il quale colpito mise il ginocchio a terra dopo appena 40” dall’inizio. Chi si aspettava la fine dell’italiano veniva smentito nel round successivo perché ad andare al tappeto fu invece Cooper che accusò un gancio sinistro al fegato.
Un incidente di percorso? Niente affatto perché poco dopo l’inglese si ritrovò in ginocchio ad ascoltare un nuovo conteggio tra la disperazione di Sean Connery, il celebre 007, suo fan venuto a Roma per applaudirlo. Sembra di assistere ad un giallo pieno di suspence: nel quarto round la scena cambia perché il Lord infila varie volte il suo sinistro perforando la guardia di Tomasoni. Sono colpi precisi e duri. Nel quinto round l’italiano assalì l’avversario per tentare il tutto per tutto, ma purtroppo venne infilzato dal celeberrimo sinistro corto al corpo. Tomasoni cadde come folgorato, provò a rialzarsi ma non ebbe la forza e fu raggiunto dall’out, quando si rialzò ebbe la sua buona dose di applausi consapevole di essere stato ad un palmo da un’impresa clamorosa.
Cooper dopo questo match combattè per altri due anni perdendo il titolo ad opera di quel Joe Bugner, che conosceremo più tardi come interprete di molti film con Terence Hill e Bud Spencer; Tomasoni dopo questo match sarà sconfitto per il titolo italiano da Dante Canè e si ritirerà nello stesso anno.