Il Main Event
Siamo partiti tutti con la certezza che l’Italia sarebbe diventata proprietaria del titolo europeo dei welter, sia che vincesse Petrucci, sia che vincesse Bundu, ma non avevamo pensato all’ipotesi parità, perché questo è un verdetto che sfugge all’opinione di chi mastica “boxe” soprattutto quando si parla di titolo vacante. Le statistiche lo danno in percentuale ridottissima, ma può accadere così come è accaduto nella bella serata romana. E adesso cosa succederà? La risposta appare lapalissiana nella sua formazione:” Si rifarà”. Ma il tutto non è così semplice come appare a prima vista. I risvolti economici sono al primo posto: Firenze e Roma rimangono le sedi ideali.
Le due città giocheranno le loro carte, o se volete i loro assegni, in una sorta di rivincita, ma il tutto appare sospeso come la mossa decisiva in una scacchiera. L’EBU, presente a Roma con il Presidente Bob Logist e la Segretaria Enza Jacoponi, si riunirà e stabilirà la data più che del retour match del bis match. Giochiamo sui numeri e sulle parole, ma una sensazione di amaro in qualche modo ci sfiora a tutti. In prima persona a Davide Buccioni, procuratore di fatto, ma organizzatore di tendenza, anche se la riunione di Roma porta la sigla della De Clemente Promozioni Sportive. Buccioni ha fatto ancora una volta centro dal lato organizzativo, il pubblico ha risposto alla grande( si parla di oltre 8.000 spettatori) in uno scenario suggestivo come il Centrale del Tennis che ha onorato la boxe così come è stato onorato dalla boxe, sport capace di grandi acuti e di potenzialità enormi sempre da scoprire. Per Buccioni la consacrazione è venuta dal Presidente Franco Falcinelli salito sul ring prima del big match con parole di stima e di gratitudine per quello che ha fatto e sta facendo per la boxe professionistica romana. Per certi versi è stata un’alzata di mano come si fa coi vincitori.
Daniele Petrucci (+ 28, =2) e Leonard Bundu (+24, =2) non hanno certo deluso le aspettative, i due, paradossalmente rimasti imbattuti, hanno svolto nel migliore dei modi il loro ruolo di protagonisti. Il pubblico è rimasto avvinto dalla loro prestazione dall’inizio fino alla sua conclusione anticipata. Uno scontro accidentale di teste nel secondo round è stato decisivo: Petrucci ha leggermente accusato la botta e Bundu ha visto germogliare sul lato destro un “bozzo” da paura. Quando Mr. Foster ha chiamato il medico, Massimiliano Bianco, a visionare la situazione di Bundu, forse non tutti si aspettavano lo stop. Il gesto di Bianco è stato deciso quanto responsabile, lo stesso Bundu, intervistato in televisione, quando ha visto in diretta il suo stato si è impressionato.
Il match si apre in chiave stravolta: Bundu che attacca su un Petrucci guardingo e abbottonato. Nel secondo round il “fattaccio” accidentale delle teste. Nel terzo il gancio sinistro di “Bucetto” trova la strada d’impatto con la mascella di Bundu. Nel quarto round Bundu, mancino, cambia spesso guardia. Petrucci evita il destro e rientra rapido. La sua esecuzione è perfetta per un round di marca romana. Nel quinto round scambio selvaggio a centro ring. La velocità d’esecuzione di Bundu crea qualche problema a Petrucci, che attenua con il gancio sinistro. Nel sesto round si riprende ossigeno e Petrucci prova un montante parzialmente a segno. Nel settimo round si combatte in un fazzoletto di ring, Bundu punzecchia l’avversario con veloci serie, mentre il romano cerca il colpo risolutore. Nell’ottavo round Petrucci si lascia sorprendere da un pesante gancio sinistro, Bundu cambia continuamente guardia e l’avversario “chiede” lumi con lo sguardo all’angolo. Si sta entrando nella parte cruciale del match…ma l’interruzione rimanda ad maiora senza vincitori e vinti, tutti imbattuti, ma senza titolo; il verdetto a maggioranza stabilisce pari (due pari e un punto a favore di Bundu nei cartellini). Non manca il solito ritornello di chi ha vinto, ma se fosse successo non sarebbe stato giusto per lo sconfitto.
La serata
Il match è iniziato in collegamento con Rai Due alle 22,45. Una serata incredibile, una bella coreografia ha fatto da sfondo come il paesaggio di un bel dipinto. Un tifo caldo per entrambi (molti sono venuti da Firenze) era intervallato con classiche battute da avanspettacolo come ai tempi dell’Ambra Jovinelli, tutto buono per stemperare la tensione, così come è successo con la visione di Ring Girl da far invidia a Las Vegas e l’esibizione di cubiste impegnate in lap dance mozzafiato. Tutto è filato preciso come un cronometro dai preliminari fino all’inizio del match. Valerio Lamanna, ringannouncer, fa salire sul ring “vecchi” campioni come Piero Del Papa, Domenico Adinolfi e Nino Benvenuti, presente anche come telecronista e commentatore insieme a Mario Mattioli. Il parterre e gli spalti sono ricchi di personaggi e di pugili attuali (Domenico Spada e Pasquale Di Silvio), ma a calamitare la curiosità e la massima attenzione è Paul Malignaggi. L’italo-americano, ex campione del mondo, elettrico e guascone al punto giusto, da assomigliare con la sua pronuncia da Little Italy al Paul Newman (Rocky Graziano) di “Lassù qualcuno mi ama”. The Magic Man, come lo chiamano in America, riceve una telefonata “ad alto gradimento” fatta da Sandro Casamonica, suo avversario nel 2004 a Little Rock per il Titolo Internazionale WBC. Nell’occasione vinse Malignaggi, ma non fu certo una passeggiata. Ci sono presenze istituzionali come Alessandro Cochi (Assessore con deroga allo Sport del Comune di Roma) e Marco Perina (Vicepresidente del XX Municipio); ma su tutti aleggia il ricordo di Massimiliano Parsi, Consigliere Comunale prematuramente scomparso, a cui Buccioni dedica la riunione. Oltre alle più importanti cariche federali (Franco Falcinelli, Presidente FPI, Antonio Del Greco, Vicepresidente e Marcello Stella, Consigliere Federale) si staglia la figura di Claudio Nori, Direttore Generale della Lega Pro Boxe. Ci sono personaggi come Pelù dei Lftiba, cognato di Leonard, Mario Corsi, meglio conosciuto come “Marione”, una delle voci radiofoniche più note della tifoseria romanista, c’è un breve spicchio di fama per il misterioso sosia di Sylvester Stallone, e sono facilmente riconoscibili i nuotatori Rosolino e Magnini.
Il Contorno
Salta l’esordio di Alessandro Vitturini, ma non quello di Mirko Ricci, mediomassimo di belle speranze. Il ragazzo ha talento, porta colpi secchi e veloci. Il portoghese Fernando Fernandes con qualche annetto di troppo sulle spalle dimostra poca consistenza e dopo tre conteggi viene rimandato al “mittente”. Per Riccardo Lecca (+ 3) c’è un medio spagnolo Cristian (El Sostituto) Fernandez, che dimostra una certa abilità in fase difensiva. L’ospite prova qualche zampata, ma il romano risolve i sei round a suo favore senza entusiasmare. Chi acquista simpatie e consensi è Domenico Salvemini (+ 4), sparring di Petrucci. Il superwelter pugliese ha all’angolo il fratello Donato e una vecchia gloria come il livornese Franco Nenci. Il polacco Adam Grabiec, già avversario di Lenny Bottai, non accetta il ruolo di vittima e si gioca le sue carte. Salvemini mantiene l’iniziativa per tutte le riprese, ma si deve guardare dalle reazioni improvvise del polacco. Il giovanotto le prova tutte: il suo è un vero e proprio martellamento al volto e al corpo di Grabiec, che lo incrocia allo scadere senza scalfirne la brillante prestazione. Tocca quindi ad un vero e proprio derby romano. Massimiliano Buccheri (+9, =1, – 1) cala di vari chili e si presenta al cospetto di Daniele Moruzzi (+ 6, – 1) da peso medio. Il match è godibile anche ai palti fini: la boxe varia e veloce del pugile di Fiumicino fa proseliti tra gli spettatori. Buccheri dal canto suo si presenta trasformato non solo nel fisico tirato, ma anche nella sostanza. L’allievo di Zonfrillo, guardia raccolta, chiude la strada a Moruzzi e lo costringe ad un duro lavoro. Moruzzi porta colpi precisi e tecnicamente pregevoli. Buccheri, però, incassa tutto e replica con meno velocità, ma con più potenza. Pian piano la sicurezza di Moruzzi si affievolisce per lasciare sempre più l’iniziativa a Buccheri che ottiene un successo di prestigio che lo rilancia. Mancano pochi minuti al Main Event e tocca ad una delle stelle del firmamento laziale: Manuel “The Diamond” Ernesti (+ 10) sale sul ring scalpitante, sembra trattenere a stento l’energie. Affronta il medio polacco Sebastian Skrypczynski, che si affloscia dopo pochi secondi al tappeto accusando un destro al corpo. Si rialza il polacco, ma “The Diamond” ha fretta: i suoi colpi partono da tutte le posizioni e Skrypczynski si disintegra come roccia friabile fino al ko a tempo di record.
La Foto è di Renata Romagnoli
ma è tutta una falsa,ma quel mattioli e benvenuti chi ce li ha mesi a dire strafacioni!!!!
Bellissima serata, ma lo speker perche non ha letto i cartellini con i nomi dei relativi giudici?.. Bo!! siamo andati via senza sapere chi èra il giudice che vedeva in vantaggio Bundu..