Francesco Di Fiore ieri sera nella sua Prato ha vinto ai punti contro il campione Lenny Bottai strappandogli la cintura tricolore dei superwelter, dopo dieci riprese intense, sofferte ed emozionanti, in cui i due tesserati della Boxe Cavallari, nonostante l’afa, hanno dato tutto e dimostrato entrambi di avere attributi “quadrati”.

Non condiviso né dai giudici né dai due angoli il verdetto: Di Fiore ha fatto un grande match, dimostrando preparazione e determinazione senza eguali, ma Bottai per quanto ha fatto vedere sul ring non meritava di perdere il titolo. La Boxe Cavallari non può fare altro, aldilà dell’esito finale, di fare i complimenti ai due pugili, e di provare orgoglio per averli entrambi tra i propri tesserati.

LA CRONACA. Grande cornice di pubblico al campo sportivo Chiavacci, con i pratesi accorsi in massa a tifare l’idolo di casa ed i livornesi venuti a supportare a centinaia Bottai.

La prima ripresa è di studio, senza particolari colpi portati a segno da entrambe le parti, ma si intuisce già il tema del match: più continuo e più spesso all’attacco Di Fiore, più preciso di rimessa e più efficace Bottai.

Nella seconda e nella terza ripresa il livornese, pur soffrendo nel tenere a bada l’irruenza del pratese, dà l’idea di poter prevalere alla distanza difendendosi molto bene ed andando a segno con precisi e fulminei contrattacchi; contemporaneamente il ritmo di Di Fiore è altissimo, e Bottai si ritrova in un paio di occasioni chiuso alle corde. E’ un bel match, aperto, che non tradisce le aspettative della vigilia.

Nella quarta la situazione cambia all’improvviso: Bottai inizia la ripresa attaccando, ma in una fase confusa (capiremo meglio la dinamica stasera in differita su Raisport Più alle 22.30) riporta un taglio al sopracciglio destro. Interviene il medico che fa continuare, ed alla ripresa Di Fiore cerca di sfruttare il momento abbattendosi come una furia (con tanta irruenza che qualche colpo arriva anche dopo gli stop dell’arbitro) sull’avversario, in difficoltà anche per una visuale non ottimale a causa della ferita.

E’ un momento duro per Bottai, mentre Di Fiore e i pratesi si esaltano intravedendo la possibile vittoria. I livornesi intanto sostengono il loro beniamino vedendolo in sofferenza.

Sofferenza che prosegue per Bottai anche nella prima parte della quinta, con Di Fiore che tira fuori tutto il suo carattere e continua ad attaccarlo (atterrandolo anche con un paio di testate fortuite non richiamate dall’arbitro Montanini). L’intensità emotiva del match ed il tifo del pubblico salgono alle stelle.

Anche Bottai tira fuori tutto il suo carattere, ed alla fine del round riesce a mettere a segno qualche preciso contrattacco.

Dalla sesta in poi i due pugili, viste le condizioni climatiche e l’intensità del match, sono sempre più stanchi, ma danno tutto: Di Fiore continua a cercare di attaccare senza sosta, Bottai continua a difendersi ed a contrattaccare con meno intensità ma più precisione. Nella settima anche il volto del pratese si rompe, e interviene nuovamente il medico.

Ora i due contendenti sono due maschere di sangue, esausti, ma trascinati dal pubblico non arretrano di un millimetro. I due pugili si scambiano un gran numero di colpi, e si prosegue così fino al termine, con tutti gli spettatori in piedi nell’ultima entusiasmante ripresa.

Arriva il momento dell’atteso e non scontato verdetto: i giudici Di Mario e Giovanni vedono vincente Di Fiore 96 a 94, premiando la sua maggior continuità e la sua voglia di vincere, Di Cicco vede un pareggio 95-95.

Delusione e rabbia all’angolo e tra i tifosi di Bottai, tripudio tra i pratesi con Francesco Di Fiore portato in trionfo.

45 anni dopo Bruno Santini (premiato e salutato sul ring rima del match) Prato ha un nuovo campione italiano.

SOTTOCLOU. Nel primo match dilettanti, categoria superwelter III serie, vittoria (per squalifica alla terza ripresa) dell’atleta di casa della Pugilistica Pratese (società organizzatrice della manifestazione insieme alla Boxe Cavallari con il patrocinio di Provincia e Comune di Prato) Francesco Raho, al rientro sul ring dopo due anni di inattività contro lo scorbutico Antonio Casali della Tranvieri Bologna. Raho, comprensibilmente un po’ contratto, ha sofferto i continui attacchi di Casali: azioni ripetute ma scomposte che gli sono costate le tre ammonizioni da parte dell’arbitro e la conseguente squalifica.

Nel secondo incontro, tra pesi gallo I serie, bella vittoria per Rsch alla seconda ripresa di Hakim Chebakia della Tranvieri Bologna contro Gianpietro Marceddu del Centro Sport Combattimento Firenze. Il fiorentino, pur regalando non pochi chili e centimetri all’avversario, si è disimpegnato bene con velocità nel primo round. Nel secondo però è venuta fuori la maggior potenza del bolognese, che ha costretto Marceddu a due conteggi: al secondo l’arbitro ha fermato il match.

Saltato il primo ‘sottoclou’ professionistico tra i pesi massimi Gennaro Orsineri della Boxe Cavallari e il romeno Andrei Ionita, il quale non ha superato la visita medica, nell’altro derby della Boxe Cavallari tra i supermedi Matteo Rossi di Rimini e Giuseppe Loffredo di Lecce, il riminese allievo di Biagini ha vinto per abbandono dell’avversario all’inizio della quarta ripresa (sulle sei previste). Dopo i due primi round intensi e combattuti in cui Loffredo ha messo sul ring una grande aggressività e in cui Rossi ha cercato di far valere la propria maggiore padronanza tecnica, nel terzo “l’Ingegnere” di Rimini è salito in cattedra sfruttando un calo nell’intensità degli attacchi del leccese: decisivo un colpo sotto, un montante accusato da Loffredo, dopo il quale Rossi non ha avuto pietà attaccando ed andando a segno ripetutamente, e costringendo l’avversario al conteggio alla fine del round. All’inizio della quarta, l’abbandono.

Francesco Ventura – ufficio stampa Boxe Cavallari

(foto di Augusto Ciaramelli)

Di Massimo