di Giuliano Orlando
Il debutto stagionale di Italia1, visto che in passato l’emittente aveva trasmesso parecchie serate in guantoni, è iniziato con quasi mezz’ora di ritardo, non poco considerato che l’appuntamento fissato alle 23,45 è slittato oltre le 24, terminando dopo l’una. D’accordo che lo zoccolo duro dei fedeli non si arrende, ma questo ritardo ci auguriamo non diventi routine. L’europeo di Viterbo tra i leggeri Marsili (30-01) e lo sfidante magiaro Mizsey non ha tradito le attese, nel senso che le caratteristiche dei due anticipavano quanto fosse difficile una soluzione prima del limite. A parte i 18 anni di differenza, 38 il campione, 20 l’antagonista, il campione che ha scoperto la paprika nel sinistro da poche stagioni, non è certo attaccante velleitario, mentre il rivale è il tipico pugile scomodo per la sua boxe spigolosa, che sfrutta lo smisurato allungo, ma non ha le armi per chiudere il match. Basta scorrere la carriera per scoprirlo. Figlio d’arte, debutta a 17 anni nel 2012, alterna vittorie (20) e sconfitte (11) alcune per ko, pesante in particolare quella contro il belga Jean Pierre Bauwens (35-1-1) che gli ha tolto la cintura UE, ingiustamente conquistata ai danni di Brunet Zamora lo scorso aprile a Solofra in Campania, con un verdetto a maggioranza che premiava la boxe ostruzionistica del giunco ungherese. Ci ha provato anche contro il belga, che non ha fatto complimenti, entrando nella guardia di Mizsey, per demolirlo in cinque round. Marsili che non è picchiatore puro e non era al top della condizione, con l’annoso problema alla mano sinistra, ha preferito condurre in porto un comodo successo ai punti, piuttosto che rischiare più della beffa di un colpo fortunato, una possibile ferita. In queste condizioni lo spettacolo è sicuramente stato inferiore alla lotta tra due atleti decisi a vincere di forza. Dico questo perché ogni incontro ha la sua storia. Le vittorie per ko contro l’inglese Derry Mathews per l’IBO nel 2012 e Luca Giacon lo scorso anno, sono il frutto di avversari che cercavano la battaglia e quindi rischiavano. Non certo la tattica di Mizsey, che colpiva o ci provava, per legare subito dopo come una piovra. Con tali pugili, o li sfondi, altrimenti ti adegui.
Sabato prossimo 4 ottobre potrebbe esserci un doppio europeo. L’inglese Warrington (18) gioca in casa contro Dieli (15-3) per mantenere l’imbattibilità e conquistare la cintura piuma, mentre a Madrid in Spagna, il nostro campione Di Rocco (37-1-1) difende lo scettro dei superleggeri di fronte all’ispano Nieto (15), rivale tosto ma non insuperabile. L’11 ottobre l’appuntamento è a Manzano nell’udinese, con Fiordigiglio (18) che offre a Castellucci (23-3) l’opportunità dell’Unione Europea medi jr. in attesa di dare l’assalto alla cintura dell’EBU, visto che è al primo posto nel ranking. Da definire la riunione del 18 ottobre, mentre il 25 sono in programma due incontri importanti. A Montecarlo sfida da brividi tra l’inglese Murray e il romano Spada, in gioco il titolo silver medi WBC, mentre da Mosca l’inossidabile Fragomeni tenta per la seconda volta la conquista dell’europeo cruiser, impresa decisamente in salita, dovendo affrontare quel Chakhiev che il nostro Clemente Russo ben conosce, due confronti ai mondiali 2007 e ai Giochi di Pechino l’anno dopo. Una vittoria a testa. Il russo è favoritissimo, Giacobbe lo sa e non ha nulla da perdere. In attesa di conoscere se la serata romana del 24 ottobre al Palatiziano, la prima targata APB, il neonato professionismo dell’AIBA, torneo riservato ai massimi, con Clemente Russo, contro il bulgaro Tervel Pulev, il fratellino di Kubrat, prossimo a sfidare Wladimir Klitschko per il triplete di sigle massimi. Gli altri tre incontri dei quarti sono Egorov (Rus) c. Boulodinats (Alg), Pinchuk (Kaz) c. Peralta (Arg) e Ahmatovic (Ger) c. Charles (Usa). I quattro vincenti entrano in semifinale, mentre i due finalisti hanno diritto al pass olimpico per Rio 2016. Gli sconfitti continuano a combattere per definire la classifica dall’ottavo al primo. Detto ranking porterà punti per il torneo successivo del 2015-‘16, in cui si assegna la prima cintura mondiale APB. Questo nei programmi.
Paolo Casserà, l’amministratore che opera con Italia Thunder e la Lega Pro Boxe, è fiducioso in una continuità nel rapporto con Italia1, ma anche con RaiSport e in alternativa con Sportitalia.
“Lo spunto vincente della trattativa è stato quello di offrire un programma a medio termine, cosa che mancava in precedenza. Il calendario è stato trovato interessante, assicurando le date fino a dicembre 2014. Se sarà soddisfacente, lo proseguiremo fino a giugno 2015. Nel pacchetto vorremmo inserire anche le World Series, che partono a gennaio. Con la Rai siamo fiduciosi, come dimostrano i tre campionati italiani in ottobre che RaiSport trasmetterà. Il primo ottobre ad Avezzano, tra Scala e Nettuno, il 17 quello dei medi tra Goddi e Cosseddu a Rieti, infine il 31 la sfida Tommasone-Pisani a Rizzato (Bs) nei piuma. Mi pare un buon inizio”.
Una programmazione così dettagliata mancava da decenni, forse di più. Ora si tratta di mettere a frutto quanto ottenuto a livello di spazio. Cercando di anticipare gli eventi o, perlomeno, di non farli slittare in piena notte. A Viterbo non è si è disputato il vacante tricolore supermedi tra il campano Di Luisa (30-0-1) e il romano Velardo (8-1-2), in quanto quest’ultimo al momento di salire sul ring, secondo la versione più accreditata, ha avuto un attacco di panico e ha rinunciato a combattere. Situazione imbarazzante e abbastanza insolita. In molti si sono scagliati contro Velardo, definendolo un codardo. Vado controcorrente, in quanto ritengo che il pugile ha fatto bene a non combattere nel momento in cui ha capito che non aveva nulla da offrire, oltre una brutta figura. Non entro nel dettaglio quali fossero i motivi reali, ma insisto sulla tesi che il panico arriva improvviso come un fulmine a ciel sereno. Probabilmente il ragazzo di Marino non salirà più sul ring, ma ha sicuramente evitato un’esperienza che lo avrebbe segnato ben più della rinuncia.